Fine dell'incubo per un 50enne di Venetico, dopo 5 anni di processo per accuse rivelatesi infondate
Messina – Assolto “perché il fatto” non sussiste dall’accusa di maltrattamenti alla moglie davanti il figlio minore. La sentenza è del Tribunale di Messina (presidente Torre) ed è stata accolta come la fine di un incubo dall’imputato, un cinquantenne di Venetico che era stato denunciato dalla moglie, con la quale è in corso una “furiosa” separazione sul piano civile. Dopo 5 anni di processo, finalmente l’uomo ne è uscito scagionato. In questi anni, malgrado la denuncia, l’uomo non ha mai smesso di mantenere moglie e figlio.
La guerra giudiziaria
Proprio la “guerra” giudiziaria per la fine del rapporto, e l’affidamento del figlio, è alla base del procedimento penale, così come è emerso durante il processo per maltrattamenti. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, i giudici hanno certamente accolto le ragioni della legale dell’uomo, l’avvocata Dorella Aliquò, che durante il dibattimento ha messo in luce appunto tutte le denunce strumentali che la ex moglie ha presentato negli anni, durante la causa di separazione.
Il processo
Denunce tutte puntualmente archiviate. Lo stesso pubblico ministero alla fine del dibattimento ha sollecitato i giudici a scagionare il cinquantenne. La ex moglie non si era costituita parte civile al processo, pur avendo deposto confermando le accuse. In sentenza il Tribunale ha anche disposto la trasmissione degli atti in Procura per valutare la deposizione di due testimoni, sentiti durante il processo, contro l’uomo.
Una famiglia divisa
Al di là del profilo penale e civile, la situazione della famiglia rimane complicata e l’affidamento del figlio è rimesso alla decisione del giudice.
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Giusto mandare in galera i violenti. Ma se anche solo un innocente viene condannato il sistema giudiziario ha fallito