“Il desiderio è il motore di tutto” ritiene Cristicchi, e sicuramente è motore di questa giornata, cuore del festival, con la sua serata di gala. Incontri, premiazioni e interviste, da Cristicchi a Jhumpa Lahiri.
“Tutto parte dal desiderio e tutto torna al desiderio”, con queste parole di oggi Simone Cristicchi esprime quello che è il suo Taobuk, e non ci sarebbero parole migliori per descrivere la seconda importante giornata del Festival del Libro di Taormina.
Un inizio tutto filosofico per la giornata del 22 giugno (e anche per quella del 23). All’archivio storico, il seminario con Umberto Curi, professore ordinario di Filosofia dell’Università degli Studi di Padova, con i fortunati ma, soprattutto, meritevoli 30 studenti siciliani vincitori di un bando pubblico con tematica proprio sul desiderio.
Il professore ha creato un libero dialogo tra i ragazzi per dibattere sulle loro personali idee, creando un’agorà di pensieri e riflessioni da lui moderati. A partire dall’etimo, il desiderio si articola su una duplice valenza, tanto mancanza quanto tensione verso il suo adempimento. Al di là della definizione, il desiderio assume così svariate forme al punto che, ugualmente a ciò che avveniva con il tempo per Agostino, tutti sappiamo cosa sia ma, nel momento in cui viene domandato, spiegarlo diventa impresa ardua. Ecco che arriva, dunque, il compito della filosofia “rendere ragione a tutto ciò, ma anche a dare ragione dell’impossibilità di un completo dare ragione” spiega il professore.
Un seminario che pienamente rispetta e rispecchia quello che affermava Kant, nei suoi primissimi scritti giovanili: “permettere allo studente di imparare non la filosofia ma a filosofare e all’insegnante di insegnare non pensieri ma il pensare”.
Nel frattempo alle 10,00, a Palazzo dei Congressi, Giulio Perrone presenta le difficoltà dell’essere padri, un incrocio di desideri diversi e spesso contrastanti. Alle 11,00, continua, a Palazzo Ciampoli, la mostra “Questa è la certezza del cuore”, che accompagnerà tutto il festival, insieme ai suoi grandi ospiti e un omaggio speciale a Sebastiano Tusa.
Alle 12,30, all’Hotel Villa Diodoro, Adrian Paci, artista albanese di fama internazionale in residenza alle pendici dell’Etna, racconta la sua opera e la sua scelta di una esistenza fondata sulla cura reciproca tra gli uomini, in dialogo con Gianluca Collica. Un mix tra botanica, paesaggistica e arte visiva.
Al Palazzo Congressi, alle 13,00, continuano le degustazioni con Daniele Cernilli, il giornalista enogastronomico che, con la dialettica che lo contraddistingue, dialoga insieme a Fernanda Roggero, mentre nei calici dei loro ospiti vengono serviti vini prelibati.
Alle 15,00, Alessandro Cannavò discute con Gianfranco Troina sullo sport, emblema della vita, e in stretto rapporto con essa, “volevo solo arrivare primo”, il titolo. Un racconto empatico e appassionante.
Alle 17,00, Lucio Presta, il produttore dello spettacolo più famoso di Italia si racconta, dal difficile rapporto col padre e il suo, non facilmente accettato, inizio come ballerino di Renato Zero alla strada verso il successo, tra desideri e loro realizzazioni.
Alle 18,00, da un grande dello spettacolo si passa a un grande della politica, con Giulio Tremonti, per una riflessione sulla nostra epoca, la nostra Europa, la sua globalizzazione, la sua finanza e tutte le domande che ne derivano, soprattutto una: “desiderio di quale futuro?”
E si riprende, anche, la memoria dei grandi autori del passato, autori scomparsi il cui lascito resta eterno. È Matteo Collura a leggere e raccontare Sciascia.
Alle 19,00 a Palazzo Ciampoli e alle 20,00 a Palazzo dei Congressi, 3 grandi donne, autrici, capaci di parlare, in maniera unica, sottile e profonda, proprio di donne, della loro forza e dei loro desideri. Nunzia Scalzo ci parla del “desiderio violento”, una riflessione sulla donna, l’uomo, il femminismo, il maschilismo e il loro rapporto. Cristina Cassar Scalia e Ilaria Tuti, invece, in dialogo tra loro, con le loro due investigatrici così diverse, Vanina e Teresa, accumunate dal medesimo desiderio di verità.
E, finalmente, alle 21,00, ci si sposta nella magia del Teatro Greco, per la serata di Gala, condotta dal giornalista del Tg1 Alessio Zucchini e da Antonella Ferrara, ideatrice direttrice, in partnership con la Rai.
La serata sul desiderio, motore della nostra storia, come afferma la Ferrara nel suo discorso inaugurale, andrà in onda su Rai 3, sabato 13 luglio, in seconda serata.
L’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, diretta dal maestro Valter Sivilotti, e il soprano georgiano Nino Surguladze aprono le danze, seguiti da un intensa interpretazione di Massimo Ghini, su “Ogni maledetta domenica”, al termine della quale si racconta, tra il suo non aver niente da insegnare ma voler solo testimoniare quello che ha imparato con la sua vita e i suoi desideri e il suo non saper mentire perché è un bugiardo estremamente ben salariato, e la consegna del suo Taobuk Award.
Subito dopo, l’incredibile Ian McEwan, tra i più grandi autori britannici, risponde alle domande, riguardo alla Brexit è forte la sua desolazione, è causa di uno stato di liquidazione costituzionale, o, ancora, riguardo la narrazione, esprime il valore del romanzo come centro del desiderio nel mezzo delle sue questioni, ostacoli e dolori, “facciamo una domanda da scrittori e lettori perché ci interessa solo quando l’amore va male?” si chiede, perché ogni ostacolo è alimento del desiderio.
Il sindaco Mario Bolognari consegna al grande autore il Taobuk Award per l’eccellenza culturale, proprio lui, rivela il sindaco, ha ispirato la tematica del festival.
Sul palco sale Nina Zilli, non solo come cantante ma anche come autrice, per la città dei desideri descritta nel suo libro “Dream City”, una città ideale nei cui luoghi avvengono scoperte incredibili, dal ritrovamento dei calzini perduti alla possibilità di sentire tutti i cuori battere all’unisono. Il Rettore Cuzzocrea le consegna il Taobuk Award.
Taobuk Award anche al premio Pulitzer Jhumpa Lahiri,scrittrice statunitense di origine indiana, che racconta le difficoltà scaturite dalla sua identità mista e dal suo desiderio di scrivere in italiano, scelta non accettata da tanti dei suoi lettori in inglese, ma la sua volontà di farlo nonostante tutto. “Quando desideriamo vogliamo colmare un vuoto, che sia dentro noi stessi, dentro due persone, due paesi, è l’assenza di qualcosa verso cui vogliamo tendere”.
Ancora musica con la fantastica orchestra, Nino Surguladze e la Carmen.
“Esiste un solo modo per rovinare la propria vita ed è rinunciare ai propri desideri” riteneva Lacan; anche se imperfetto, ridicolo, in continuo movimento, quello che Ferrara augura a tutti i suoi ospiti è di non rinunciare mai al proprio desiderio.
Fabrizio Ferracane legge l’Ulisse di Dante, con un applauso che vuole emulare quello di 13 minuti ricevuto da lui a Cannes con il film di Marco Bellocchio, “Il Traditore”, seguito dalla consegna del Taobuk Award.
Ancora musica, con la violinista, enfant prodige, Anastasiya Petryshak e l’orchestra, eccellente nonostante i ripetuti problemi tecnici. E la premiazione della giovanissima vincitrice del Premio Taotim sul rapporto tecnologia e desiderio, Eleonora Bufalino.
Ulteriore premio a Marella Ferrera, stilista profondamente legata a Taormina, luogo in cui iniziò a lavorare. “Io vivo nel desiderio, il mio lavoro parte da un desiderio altrui che voglio poter esaudire” racconta.
Nancy Brilli poi interpreta un brano dal “Libro dell’inquetudine” di Pessoa. “L’inquietudine mi ha insegnato tante cose. È una sensazione che proviamo tutti, ma che come tutto nella vita va superata, la vita ci spinge ad andare sempre avanti”. Anche a lei il Taobuk Award.
Simone Cristicchi, con la semplicità e la profondità che lo contraddistinguono, prima di salire sul palco risponde ad alcune domande.
Cosa è il desiderio nella sua attività artistica?
“Il desiderio è fondamentale per raggiungere ogni nostro obiettivo, si comincia dal desiderio e ad esso si torna sempre; oggi lottiamo contro un destino che cerca di metterci i bastoni tra le ruote, ma il desiderio resta il motore capace di lasciarci progredire oltre tutto, ognuno di noi ha un desiderio ed è al mondo per realizzarlo”.
Quanto contribuiscono l’arte e la letteratura alla sua ispirazione?
“L’ispirazione nasce sempre dall’arte e dalla letteratura. La poesia, poi, è per me la forma più elevata in assoluto di arte intesa come creazione umana. E un mondo in cui viene così fortemente sminuita è specchio del tragico tempo che viviamo. Il mio desiderio è ritrovarla, e festival come questo lo permettono”.
Poi, sul palco legge “Novecento” di Baricco, e riceve il suo Taobuk Award. “Siamo nati per un desiderio e tutto procede per desiderio, senza desiderio la vita non cambia, è la parola chiave dell’umanità”. “E Felicità, bellezza, meraviglia, queste sono le parole che dobbiamo proteggere ed innalzare sul superfluo”.
La serata si conclude con un mix strepitoso tra le sue più belle canzoni, veri e propri racconti in musica, incorniciati dalla bellezza di questa atmosfera suggestiva, fino all’esecuzione dell’estremamente emozionante “Abbi cura di me”. Cristicchi si definisce un “cantautore con una marcia funebre in più” e invece la marcia in più positiva e la forte emozione che ha investito il Teatro è tutta merito suo.
E gli spettatori non potevano esprimere desiderio più bello.