Il detective privato e il luogotenente della Finanza erano accusati per l'attività svolta in occasione di una indagine privata.
Comincerà il prossimo 19 luglio il processo per il luogotenente della Guardia di Finanza, Francesco Giusti, già coinvolti nell'inchiesta denominata "342".
Il Giudice per l'udienza preliminare Maria Vermiglio lo ha rinviati a giudizio insieme alle altre 5 persone indagate per vicende legate all'attività del detective privato Matteo Molonia, per il quale è stato invece dichiarato il non luogo a procedere per precedente giudicato, ossia perché per gli stessi fatti contestati sono già stati processati.
Davanti ai giudici della I sezione Penale, in estate il finanziere e la collega Antonella Scalise, l'agente delle Volanti Natale Lavinia, l'investigatore Antonio Brigandì, Maria D'Angelo e Damiano Murciano, di Aci Sant'Antonio.
Scagionati Molonia e il carabiniere Antonio Scaletti.
Alla signora D'Angelo viene contestata la calunnia: separandosi dal marito, lo avrebbe incolpato di fatti mai avvenuti. Alla donna viene contestato inoltre il porto abusivo di due pistole, una calibro 7.65 e una calibro 9.
Al poliziotto Lavinia viene contestato l'accesso indebito al sistema Cedir – ossia la banca dati delle forze dell'Ordine, per reperire dati poi forniti all'investigatore privato Brigandì.
Difendono gli avvocati Nino Cacia, Carlo Faranda, Salvatore Silvestro, Gianfranco Briguglio, Antonello Mancuso e Antonio Centorrino.
Alessandra Serio