"E' caduto nella rete anche l'ultimo dei Trovato", è stato il commento del Dirigente della Squadra Mobile di Messina Giuseppe Anzalone. Con l'operazione Vicolo Cieco, gli inquirenti sono riusciti a dare un durissimo colpo ad uno dei "clan più temuti della città". Le dichiarazioni dei protagonisti.
“E’ stato inferto un colpo definitivo all’attività di spaccio che contrastiamo da anni in questa città e che ha come epicentro la zona di Mangialupi”. Ha esordito così Giuseppe Verzera, Sostituto Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, nel commentare la maxi operazione Vicolo Cieco che, stamani, ha condotto all’arresto di ben 28 persone. “Questa indagine – ha continuato Verzera -aveva una peculiarità, avevamo a che fare con una vera e propria holding con una struttura verticistica ed un quartier generale dove i consumatori e gli spacciatori potevano rivolgersi ad ogni ora della notte e del giorno per avere droga”.
Un’associazione che vantava un capo, Alfredo Trovato, con una lunga tradizione familiare. “E’ caduto nella rete anche l’ultimo dei fratelli Trovato – ha commentato Giuseppe Anzalone, dirigente della Squadra Mobile – che non ha assolutamente smentito la grande capacità organizzativa della famiglia Trovato nel settore. Anche lui è difatti riuscito a mantenere un asset organizzativo ben dettagliato”.
Alfredo Trovato poteva contare su un’organizzazione piramidale, all’interno della quale ogni suo affiliato aveva un ruolo ed un compito ben preciso, tanto da poter parlare di “una sorta di struttura ‘ndranghetistica per analogia e struttura familistica”, come spiegato dal dirigente della Mobile, Francesco Oliveri, “pur non essendo una vera e propria ‘ndrina”.
L’operazione Vicolo Cieco rappresenta il culmine di anni di minuziosa indagine, caratterizzati dall’utilizzo di nuove tecnologie e sistemi efficienti, che hanno infine inflitto un colpo durissimo alla zona di Mangialupi. “Era un’attività di spaccio spasmodica e continuativa, con un volume di affari elevatissimo”, ha commentato Rosalba Stramandino, dirigente della Mobile. “In un’intercettazione si parla addirittura di introiti che raggiungono i 235mila euro – ha continuato la Stramandino – e sono state tante le somme di denaro sequestrate. Il loro obiettivo era monopolizzare il traffico della droga e, per far questo, erano organizzatissimi”.
Un’operazione immane che si è avvalsa dell’impiego di più di 100 agenti di polizia, oltre all’ausilio delle sezioni investigative dei Commissariati di Pubblica Sicurezza di Messina e delle Squadre Mobili di Siracusa, Enna, Catania, Trapani, Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia.
“Abbiamo dato un colpo durissimo ad uno dei più temibili clan di Messina – ha commentato il Questore Giuseppe Cucchiara – un gruppo criminale pericolosissimo, della peggior specie. Questa operazione conferma come la città sia un grande centro di raccolta e di smistamento della droga. Con l’operazione Vicolo Cieco, ne abbiamo tagliato importanti vertici”. (Veronica Crocitti)