Il presidente della sezione messinese delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, Antonio Gallo, approva la posizione della Curia in risposta alle dichiarazioni dell'assessore Cucinotta. Auspicata la partecipazione a tavoli di raccordo ai quali si ribadisce però che bisogna essere invitati
“Vicinanza assoluta e solidarietà piena all’Arcivescovo della Diocesi, alla Chiesa messinese, in merito alle accuse del tutto gratuite mosse dall’Assessore Cucinotta, componente della giunta Accorinti in riferimento agli aiuti ai migranti”; è quanto afferma in una nota il Presidente Provinciale delle ACLI di Messina, Antonio Gallo.
“La Chiesa messinese- prosegue Gallo- con tutte le sue articolazioni e grazie alla sollecitudine pastorale del suo Vescovo è riuscita a lenire sofferenze quotidiane di questa Città, ha dato risposta ad emergenze sociali rispetto alle quali le Amministrazioni non sono spesso riuscite a rispondere nemmeno a livello di programmazione rivolta agli ultimi, tra i quali certamente ci sono i nostri fratelli immigrati. La Chiesa messinese ha dato sempre la più ampia disponibilità concreta anche rispetto a richiami che appaiono francamente demagogici di proprietà immobiliari, per come del resto ha spiegato la Curia nel suo recente intervento sul punto.Certamente le ACLI messinesi auspicano il coinvolgimento , anche con la partecipazione a tavoli di raccordo, ma come è stato detto nella nota della Curia: “a questi si deve essere invitati”.
“Da questa vicenda- continua Gallo- emergono però alcune domande e/o considerazioni: la Chiesa messinese si è posta da anni in una posizione di contrasto con ogni potere forte a tutela di un popolo che a Messina ha sempre invocato Maria. La sensazione è che le critiche abbiano un carattere elitario o siano formulate senza conoscere il territorio, se non in termini di preconcetto ideologico, estraneo alla realtà. Chi conosce ad opera effettivamente sul territorio conosce ed incontra quotidianamente la Chiesa messinese, anche tra gli immigrati; chi non opera nel territorio e non lo conosce, di contro, se ne costruisce uno suo dove incontra solo chi vuole, ma non risponde, nè programma risposte, alle emergenre sociali della Città. L’altra preoccupazione che emerge è quella relativa al tentativo di scristianizzazione anche attraverso la, presunta o reale, rimozione dei simboli religiosi nei quali si riconosce la comunità messinese, perseguendo, forse solo oggettivante, obiettivi storici delle elite laiciste e di poteri forti, sostanzialmente antipopolari. Le ACLI messinesi- conclude Gallo- auspicano di contro l’attenzione di una Amministrazione comunale che intende qualificarsi come aperta alla società civile, di cui il mondo cattolico è una parte rilevante, affinchè con l’aiuto del volontariato e delle organizzazioni impegnate nel sociale si programmino risposte alle emergenze quotidiane comprese quelle che riguardano gli immigrati”.