"Che ne sarà della scuola?". M5S ed istituzioni scolastiche a confronto

“Che ne sarà della scuola?”. M5S ed istituzioni scolastiche a confronto

Claudio Panebianco

“Che ne sarà della scuola?”. M5S ed istituzioni scolastiche a confronto

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sabato 28 Novembre 2015 - 14:52

Si è svolta questa mattina, presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina, il dibattito intitolato "Che ne sarà della scuola?", tavola rotonda di discussione attorno alla legge 107/2015, rinominata "Buona scuola". Relatori della giornata sono stati Valentina Zafarana, rappresentante M5S alla Regione Sicilia, Alessio Villarosa, Francesco D'Uva e Silvia Chimienti, esponenti del Movimento alla Camera dei Deputati, Elio Parisi, Dirigente del Liceo Ainis, e Roberto D'Andrea, Rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti per il Liceo La Farina

La scuola è una palestra di vita, un luogo dove i futuri cittadini e gli insegnanti possono interagire creando un vero e proprio coacervo di sapere ed esperienze, un bagaglio culturale essenziale per vivere all'interno della società, per farlo da esseri pensanti e non da "schiavi" delle dicerie. Istruzione è sinonimo di distinzione, il sapersi dividere tra giusto e sbagliato, riconoscendo, in chiave critica, cosa sia negativo e cosa positivo.

Le riforme del Governo Renzi stanno lentamente cambiando il volto della struttura didattica, creando malcontento generale all'interno dell'ambiente nazionale. Che ne sarà, quindi, della scuola? E' la domanda che si sono posti i relatori della conferenza tenutasi questa mattina presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina. Dietro il tavolo "tecnico" hanno preso posto membri del Movimento 5 Stelle alla Regione Sicilia, Valentina Zafarana, ed alla Camera dei Deputati, Alessio Villarosa, Francesco D'Uva e Silvia Chimienti; hanno accompagnato, inoltre, gli esponenti politici il Preside del Liceo Ainis, Elio Parisi, e Roberto D'Andrea, Rappresentante della Consulta Provinciale degli Studenti per il Liceo La Farina. Fulcro del dibattito è stata proprio la famosa legge 107/2015, ribattezzata ormai "Buona scuola".

Ad introdurre i lavori è stato D'Uva, il quale ha spiegato come sia "essenziale parlare di scuola in modo attento, e non avanzando una riforma che la sistema alla meno peggio". In seguito, Zafarana ha centrato il proprio intervento sia sul tema della giornata, sia sul valore "regionale" della scuola stessa, "E' interessante notare", ha dichiarato, "come dall'interno dei palazzi del potere si agisca dentro le riforme. La Regione è protagonista dell'apparato didattico, in vari ambiti, eppure dimentica spesso questa sua valenza. La scuola non porta voti e la "Buona scuola" sembra quasi voler creare un sistema di clientelismo attivo, è assolutamente giusto parlare di politica nelle aule, ma è giusto farlo come nutrimento della mente e non come guadagno".

L'Onorevole Villarosa, analizzando dal punto di vista economico la riforma, ha dichiarato "La legge vuol far diventare privato un mercato pubblico. Così facendo possono essere realmente manipolati i finanziamenti agli istituti e ciò porterebbe ad una disparità tra i diversi licei, quando invece l'apprendimento per costituzione è comune. Dobbiamo crescere ogni giorno in numero contro la "Buona scuola", e bisogna farlo dall'interno, dal mondo dell'istruzione, è un impegno condiviso". Silvia Chimienti, particolarmente vicina al mondo della "Buona scuola", avendo seguito i lavori ed essendo il suo campo, operando in commissione cultura, ha dato un parere ricco di particolari. "Renzi", spiega, "tra i vari specchietti per le allodole che ha lasciato nel suo cammino, ha collocato il Jobs Act e la legge 107 sulla scuola. Si tratta di una riforma distruttiva che mina le basi dei licei, e la disperazione come la frustrazione sono palpabili tra i docenti ed il personale scolastico. La scuola pubblica viene mortificata ed i finanziamenti dei privati creano unicamente disparità. La "Buona scuola" rappresenta una precarietà continua, una riforma ridicola che penalizza anche ambiti delicati come quello dei ragazzi diversamente abili. Il nostro progetto di una scuola migliore è fatto da chi la scuola la vive ogni giorno, solo lottando insieme possiamo cambiare l'andamento malsano delle istituzioni".

Ha preso poi la parola Elio Parisi, il quale ha mostrato la sua opinione da membro "interno" dell'istruzione, "La buona scuola è realmente ciò che si vive tutti i giorni negli istituti e non questa riforma. Non si può parlare di buona scuola grazie ad una legge, trasformare i licei in un'azienda non funziona, è fondamentale fare chiarezza. Non sono i rapporti docenti – alunni a dover spaventare, per il loro cambiamento causato dalla manovra politica, è l'intero sistema che dovrebbe terrorizzare, portata al collasso. Dalla rete di funzionamento dipende l'intera comunità scolastica, è essenziale non perdere l'attaccamento con il mondo dell'apprendimento in quanto tale e non fonte di guadagno". D'Andrea, voce degli studenti per l'occasione, ha parlato del metodo secondo cui gli insegnanti dovrebbero venir "schedati" e delle prove comuni tra i licei d'Italia, "I docenti secondo la riforma dovrebbero essere giudicati per il loro lavoro, e questo può essere considerato giusto, ma che siano allora gli alunni, che subiscono i loro insegnamenti, a farlo. Le prove invalsi, inoltre, sono un metodo sommario di giudizio eccessivamente generale che viene invece confermato come strumento essenziale. E' anche vergognoso che gli istituti paritari ricevano sempre più finanziamenti a discapito della scuola pubblica".

Alla fine degli interventi, un dibattito animato da alunni e docenti ha accompagnato la giornata, alla fine della quale Chimienti ha risposto alle domande dei presenti ed il Sindaco Accorinti ha concluso i lavori spiegando come "la scuola, simbolo di democrazia, non può diventare una mera industria privata". Durante la mattinata, inoltre, il Movimento 5 Stelle ha promosso una petizione, disponibile al banchetto informativo, per chiedere la riduzione delle tasse universitarie.

Claudio Panebianco

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