Piano regolatore portuale e Cantieristica Navale. Confronto tra Authority e sindacati

Piano regolatore portuale e Cantieristica Navale. Confronto tra Authority e sindacati

Ma. Ip.

Piano regolatore portuale e Cantieristica Navale. Confronto tra Authority e sindacati

Tag:

Ma. Ip. |
giovedì 15 Maggio 2014 - 09:00

Solo in due, Fismic Confsal e Cub, rispondono all’invito alla discussione lanciato dal presidente De Simone. Entrambe chiedono la tutela dell’attività industriale, ma la Cub è dura: “L’Autorità Portuale ha ostacolato la cantieristica. Il prp è a rischio speculazione edilizia”

“Le parti sottoscriventi si impegnano a fornire ogni fattiva e reciproca collaborazione affinché entro 15 giorni dalla sottoscrizione del presente atto venga redatto dalla competente Autorità Marittima, in contraddittorio con gli enti sottoscrittori, verbale di consegna delle aree demaniali, opere e specchi acquei ricompresi nella zona falcata”. L’accordo è del 23 aprile scorso e i 15 giorni previsti scadevano l’8 maggio. Il passaggio non è ancora stato siglato ma è solo questione di aspettare qualche giorno in più.

Ed ancora, è scritto nel testo dell'intesa, “La Regione si impegna ad istruire la Valutazione Ambientale Strategica del Piano regolatore portuale nel minor tempo possibile dal ricevimento del medesimo, assicurando, in conseguenza del buon esito della procedura, un'approvazione rapida del previsto strumento urbanistico". Nel frattempo, il dibattito sul prp è già iniziato. A tal proposito, il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, ha convocato tutte le organizzazioni sindacali. A rispondere all’appello, però, soltanto in due: Fismic Confsal e Cub.

“Chiediamo maggiori rassicurazioni sullo sviluppo ed il mantenimento dell'industria con particolare riferimento alla Cantieristica Navale – si legge in una nota della Fismic Confsal -. Abbiamo chiesto all'Autorità Portuale di essere garante del presente e del futuro, attivando azioni che facciano chiarezza e che non mettano a rischio o giustifichino l'abbandono delle aree industriali presenti. Vero è che un’area come quella della zona falcata è anche un’importante attrattiva di rilancio storico-culturale, paesaggistico ed economico, ma questa deve essere compatibile con lo sviluppo dell’industria che dà lavoro a centinaia di famiglie”.

Linea più dura, a tutela della Cantieristica Navale, da parte della Cub. “Un settore già penalizzato dall’ormai decennale volontà tecnico-politica di riduzione degli spazi operativi ad essa destinati ed indispensabili per le proprie attività e che hanno concorso alla chiusura dei piccoli e medi cantieri, costretti, loro malgrado e con aggravio di costi, a dirottare le lavorazioni in altre province. Le piccole attività cantieristiche sono del tutto sparite e le grandi e famose imprese (Arsenale Militare, Cantieri Intermarine Rodriquez e Cantieri Palumbo) sono al collasso. Niente più assunzioni e le maestranze vanno riducendosi sempre più. E se molto è legato alla crisi internazionale, non si può negare che alcune imprese, come la Palumbo, sono fiorenti in altri luoghi, ma in difficoltà a Messina. Perché? Perché a Messina si è creata una circostanza di rigetto verso il settore?”.

Secondo la Cub, le scelte degli ultimi anni, da parte dell’Autorità Portuale, hanno ostacolato lo sviluppo della cantieristica. Due esempi su tutti: “l’allungamento del molo Norimberga ostacola le manovre dei traghetti ed ha reso difficile l’ingresso delle navi nel bacino di carenaggio, sottraendo quelle banchine vitali alla cantieristica per l’attività; il rifacimento della via San Raineri, riducendone la carreggiata, ha reso estremamente difficoltoso l’ingresso nei cantieri dei grossi mezzi di trasporto industriale”.

Non mancano le perplessità sul piano regolatore portuale: “Riduce l’area destinata alla cantieristica che, inoltre, rimarrebbe soffocata dalla prevalenza di altre attività, come quella turistico-alberghiera, con essa inconciliabili. Le opere previste, tra l’altro, sono faraoniche, e richiederanno tempi di attuazione lunghissimi. Basti pensare all’esempio dell’ex inceneritore, le cui procedure di smantellamento sono iniziate un decennio fa senza arrivare mai a compimento”.

Eppure il presidente De Simone ha condiviso l’idea che la cantieristica navale rappresenta un settore vitale per l’economia cittadina. “Ma se il prp non viene sottoposto ad una radicale revisione – conclude la Cub – c’è il sospetto che lo storico accordo possa consegnare la zona falcata alla speculazione edilizia”. Il confronto sarà continuo. Le parti si riaggiorneranno il prossimo 11 giugno.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007