Opportunità energetiche (e non solo) all’ombra del Ponte sullo Stretto

Opportunità energetiche (e non solo) all’ombra del Ponte sullo Stretto

Opportunità energetiche (e non solo) all’ombra del Ponte sullo Stretto

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venerdì 17 Giugno 2011 - 13:29

Le tesi del prof. Cesare Boffa, esperto in energie rinnovabili, e dei rappresentanti dell’associazione Non solo Ponte che hanno un sogno: i piloni della grande opera come due Torri Eiffel

«Il Ponte rappresenta un’opportunità unica: bisogna saperla cogliere». Questo il messaggio lanciato stamani, nel corso della commissione Ponte-Piano Strategico presieduta da Nicola Barbalace, dal prof. Cesare Boffa, già vicepresidente dell’Enea, ordinario di fisica tecnica al Politecnico di Torino e presidente della Fire, Federazione Italiana per l’uso Razionale sull’Energia. E le opportunità da cogliere, secondo Boffa, sono proprio legate all’energia. «Per costruire il Ponte ed utilizzarlo è necessaria molta energia, quando sarà in funzione consumerà energia di tutti i tipi (la parte metallica interna va condizionata, ad esempio). Messina zona benedetta da Dio in termini energetici: ha un’insolazione particolarmente favorevole sia come quantità che come qualità, per un utilizzo sia termico che fotovoltaico. Ha un enorme potenziale in termini di energia geotermica: l’acqua sotterranea rappresenta un bacino energetico a temperatura costante. Per non dire dell’energia eolica, si potrebbe, ad esempio, montare qualche generatore eolico persino sul Ponte stesso. Accanto a questo, il grande tema di oggi, dal punto di vista energetico, è quello degli edifici ad energia zero: quando ci sarà l’obbligo di realizzarli solo ed esclusivamente in questo modo, cioè nel 2020, servirà qualcuno che li sappia fare». Qual è il punto, dunque? «E’ difficile spostare soldi pubblici su argomenti di questo tipo, ma “sotto” il Ponte si potrà creare un bacino in cui gli studiosi convergano per approfondire queste nuove fonti energetiche da applicare al Ponte e all’edilizia. Perché non pensare, allora, ad un piano di sviluppo all’interno del vostro Piano strategico dedicato proprio alle energie rinnovabili? In molte Regioni italiane, non in Sicilia però, esiste un protocollo di sostenibilità ambientale, Itaca, che stabilisce con delle tabelle dei criteri per valutare quanto è sostenibile un’opera. Lo abbiamo per gli edifici civili, per gli uffici, per i grandi grattacieli: a mio conoscenza non esiste ad oggi sul Ponte. Ecco, uno sviluppo di un protocollo di sostenibilità ambientale sul Ponte che possa nascere a Messina avrebbe un valore non solo simbolico ma anche economico di non trascurabile impatto».

Tanti i modi per “approfittare”, detto volgarmente, del Ponte: ad esempio realizzare una centrale fotovoltaica a messina come opera compensativa, come buttato lì da Giovanni Cocivera del Pdl. Boffa non gira troppo attorno la nocciolo della questione, rispondendo così anche a Roberto Nicolosi del Pdl («Progetti legati alle energie alternative hanno comunque un interesse indipendentemente dal Ponte?»): «Parliamo da 30 anni di queste cose, ma non si era mai trovata l’occasione di trovare i finanziamenti per farle. Inutile negarlo, per internazionalizzare i progetti servono due ingredienti: fama e quattrini. I progetti di cui parlo stanno tutti in piedi da soli, ma è il Ponte a garantire fama e quattrini. L’occasione del Ponte è unica sia in termini economici che d’immagine». Il che porta alla conclusione, amara, espressa da Felice Calabrò del Pd: «Dal punto di vista della classe dirigente politica è molto triste giungere alla conclusione che senza il Ponte non si potranno attrarre risorse e intelligenze». Una sconfitta? Forse. Secondo il prof. Vittorio Alberto Torbianelli dell’Università di Trieste, ospite anch’egli della commissione, «la storia dice che dove ci sono degli start-up, anche casuali, iniziano i grandi processi, laddove c’è una comunità locale in grado di sostenerli». Ma la comunità locale ha queste potenzialità? Il gioco è tutto qui, come spiegato anche dagli ospiti rappresentanti dell’associazione Non solo Ponte, l’arch. Michele Comparetto, il prof. Cosimo Inferrera, arch. Giovanni Anzilino, il cui messaggio è chiaro: «Se Ponte sarà, dovrà essere un’opportunità da cogliere per tutto il territorio e non potremo farci trovare impreparati».

A partire dall’Accordo di programma integrativo in discussione in queste settimane al tavolo romano di cui, finalmente, il Comune fa parte. Nel quale si porteranno avanti alcune proposte, come appunto la sottoscrizione di un protocollo sulla sostenibilità ambientale del Ponte, la creazione di un centro di ricerca sull’energia e la valorizzazione delle due torri del Ponte come una sorta di “Torre Eiffel dello Stretto”, proposta quest’ultima avanzata dalla stessa associazione. Il sindaco Buzzanca, che ha ricevuto gli ospiti e Barbalace prima della Commissione, farà sue le idee illustrate. «L’auspicio – ha affermato Sebastiano Tamà dell’Mpa, promotore dell’audizione di Boffa e degli altri esperti – è che l’esperienza di questi tecnici possa essere catalizzatrice del bisogno del nostro territorio di saper cogliere le grandi opportunità che il territorio stesso offre».

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