Lo Re risponde punto per punto alle critiche di Croce (Giovane Italia): «Il Pd è il partito che più ha investito sui giovani, il Pdl invece si limita all’applicazione del Cencelli. Il confronto? Non si faccia sulla stampa ma nella vita reale»
La questione giovanile? Esiste, eccome se esiste. Perché i giovani hanno bisogno di risposte e non ne hanno. Perché i giovani cercano lavoro e non ne trovano. Perché i giovani vorrebbero che fossero l’Università o le altre istituzioni ad aiutarli in questo, ma in realtà accade l’esatto contrario. In questi giorni, però, la questione giovanile è divenuto affare tutto politico. Un botta e risposta a distanza tra i movimenti giovanili di Pdl, Udc e Pd, nato dalla sortita iniziale del presidente cittadino di “Giovane Italia”, Ferdinando Croce, sull’«appiattimento» dei movimenti d’opposizione. L’ultima puntata di questa “saga” vede protagonista i Giovani Democratici, con il coordinatore Gabriele Lo Re. Il quale esordisce, in una lunga nota, chiarendo subito, rispetto alla prima replica firmata dal segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli criticata da Croce, che «quando in un dibattito politico interviene il segretario cittadino, tutti gli iscritti del partito sono egregiamente rappresentati dalla posizione ufficiale del partito, che si incarna, appunto, nella dichiarazione ufficiale del segretario. Probabilmente tali passaggi procedurali sono poco conosciuti dal presidente cittadino della Giovane Italia, poiché di tali regole di funzionamento non è dato conoscere l’esistenza o meno all’interno del Pdl. Anche questa è militanza, e non certamente “afasia” o “incapacità” ad intervenire nel dibattito».
Riguardo al più ampio argomento di confronto-scontro, «siamo sin d’ora disponibili ad approfondire la discussione che, come nelle peggiori forme della politica adulta è stata iniziata sulla stampa forse per accattivarsi facilmente e a basso costo la benevolenza dell’opinione pubblica, avrebbe dovuto essere discussa in dibattito reale. Auspicando che tale possibilità sia ancora percorribile, e non si voglia perseguire la strada di una corrispondenza epistolare di senechiana memoria, ci si attende allo stesso tempo che in questo eventuale momento di confronto saremo invitati come Giovani Democratici, e non verremo nuovamente e “scientemente” tenuti fuori, come accaduto in passato, per stessa ammissione di Croce».
Lo Re chiarisce poi quale sia la posizione sulla politica giovanile: «Posso con orgoglio dire che il nostro partito è la forza politica messinese che più ha investito ed investe nei giovani: la nostra classe dirigente locale è composta da decine di rappresentanti che non raggiungo i trentacinque anni, innumerevoli sono le rappresentanze istituzionali tra Comune, Provincia e Circoscrizioni, che sono rivestite dai giovani. Infine, nei momenti di confronto e dibattito ufficiali del partito, le posizioni espresse dal movimento giovanile sono numerose e con facilità diventano posizioni ufficiali dell’intero partito». Ai giovani del Pd, invece, sembra che «il Pdl sia ben lungi dall’aver saputo valorizzare le proprie forze giovanili, salvo che non si intenda per “valorizzazione” l’attribuzione con rigida applicazione del manuale “Cencelli” di strapunti e cadreghine in ruoli di sottogoverno cittadino, dal risultato di dubbia utilità. La politica giovanile “si fa” acquistando autonomamente spazio e visibilità, e non si attende il riconoscimento dei gerarchi che stanno sopra di noi».
L’occasione è buona anche per un attacco a Buzzanca: «Poiché noi crediamo che la politica sia un’arte che implichi anche conseguenze e responsabilità, restiamo ancora in attesa che il coordinatore provinciale del Pdl, ad esempio, dia seguito alle tante promesse che, evidentemente, sono da lui pronunciate nelle sedi di partito e prese per buone dai giovani del Pdl, e smetta quindi la sua innumerevole sequela di doppi incarichi che lo vedono protagonista: coordinatore provinciale del partito, sindaco della città di Messina, onorevole regionale, commissario straordinario per l’emergenza traffico. Lo stesso potrebbe dirsi per il coordinatore cittadino del Pdl, ma ci si sofferma al più evidente esempio di come le tante ed alate parole che sono scritte nella lettera del presidente cittadino della Giovane Italia tali restano, purtroppo. Belle parole».
L’ultima risposta riguarda gli “indignados”: «Il nostro movimento giovanile è stato recentemente protagonista di un successo innegabile, rappresentato dalla manifestazione studentesca del 14 ottobre scorso, contro la politica del governo e specialmente contro la politica del ministro Gelmini. La piattaforma programmatica ha visto l’adesione di decine di gruppi giovanili e in piazza la partecipazione di circa 7000 studenti provenienti da Messina e dalla Provincia, che sono stati coordinati dai movimenti giovanili studenteschi del centrosinistra. Che tali considerazioni siano importanti e che non possano definirsi in maniera certamente ideologizzata come “pseudo-indignados”, è apparso chiaro con la partecipazione a questa manifestazione, di cui, però, abbiamo appreso solo dalla stampa successivamente, del gruppo giovanile “Avanguardia Studentesca”, che afferisce alla corrente alemanniana del Pdl». L’auspicio finale: «Restiamo in attesa non di una ennesima lettera di risposta, a pena di sfiorare il ridicolo, ma di un confronto nella vita reale, poiché spesso la scrittura inaridisce e distacca amaramente dalla realtà».