Convegno Lions 108Y, “Messina nella morsa della riforma”

Convegno Lions 108Y, “Messina nella morsa della riforma”

Convegno Lions 108Y, “Messina nella morsa della riforma”

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sabato 12 Aprile 2014 - 09:38

Nel corso dell’incontro è stata sottolineata la necessità di rivedere la strategia territoriale. Fra i relatori Michele Limosani e Josè Gambino

“C’è un disegno politico per isolare Messina ed il suo hinterland dalle decisioni strategiche che peseranno sul futuro della città e della sua gente”. Lo fa intuire chiaramente Michele Limosani dalla cattedra dell’aula magna dell’Università di Messina, nel corso del suo intervento al convegno promosso dal Lions 108Y, organizzato da Lucrezia Lorenzini.

L’evento ha visto il confronto – all’indomani del varo della legge regionale 642 dell’11 marzo 2014 che disciplina l’istituzione delle città metropolitane e dei liberi consorzi – di esperti e ricercatori. Fra questi ultimi appunto Michele Limosani e Josè Gambino dell’Università di Messina, che ormai da tempo hanno lanciato il sasso nello stagno. A giorni sarà presentato il piano per la Città Metropolitana di Messina – redatto dai due docenti sul quale convergono significativi consensi di numerosi rappresentanti del mondo imprenditoriale, professionale ed economico – nel corso di una conferenza stampa in programma all’Università nella prossima settimana.

In questa dimensione scientifica, progettuale e programmatica, l’evento del Lions Messina 108Y si è inserito a pieno titolo e segna l’attenzione attribuita al tema da parte dei club service che – com’è ormai d’uopo – contribuiscono al dibattito sociale sugli aspetti sociali che coinvolgono la città ed il territorio in cui operano. Dopo l’introduzione di Lucrezia Lorenzini, delegato Lions per la comunicazione, è stato il commissario della ormai disciolta Provincia regionale Filippo Romano, vicecapo di Gabinetto e dirigente provinciale della Protezione civile della Prefettura di Messina a tratteggiare lo status quo della provincia esaminandone gli aspetti peculiari del territorio con una proiezione sulla riforma appena varata ed i cui quesiti proposti hanno fatto da sponda al successivo intervento di Limosani.

Il professore dell’Ateneo peloritano ha denunciato subito come Messina ed il suo hinterland sembrano dover essere stretti da una morsa decisionistica che lascerebbe lo Stretto fuori dalle logiche che disegnano i nuovi scenari politici alla luce della risoluzione europea sulle cosiddette aree vaste. E mentre giungeva notizia dell’ipotesi di costituzione del libero consorzio di Enna, che coinvolgerebbe anche alcuni centri nebroidei di Messina e del summit di Nizza Sicilia sul probabile Consorzio di molti comuni jonici – che vedrebbero Taormina a capo di un libero consorzio a ridosso della città metropolitana di Catania – Limosani ha ammonito a prestare attenzione al ruolo dell’area metropolitana dello Stretto. Attorno a cui, secondo l’autorevole docente, si starebbe stringendo la cintura isolante di ipotesi che vedono da una parte Palermo ad occidente e Catania ad oriente recitare un ruolo primario a discapito proprio dell’area dello Stretto di cui Limosani ha affermato il ruolo di snodo strategico di un’economia imperniata sulla logistica e sullo scambio internazionale secondo quello che avrebbe dovuto essere il quinto corridoio europeo intravisto nella realizzazione del ponte sullo Stretto.

Limosani ha quindi anticipato le linee progettuali della città metropolitana dello Stretto disegnata a 51 comuni, secondo quanto stabilito dalla legge regionale 642 , argomentando come le caratteristiche del Piano traggono ispirazione anche e soprattutto dal ruolo del Parco dei Peloritani che, in una simbiosi naturale con il Parco aspromontano sulla sponda calabrese, potrebbe dar vita al Parco dei Parchi. E su questo punto Josè Gambino, professore ordinario di Geografia e di pianificazione e strategia territoriale, ha riaccordato l’ipotesi progettuale affermando l’importanza di una visione progettuale alla luce degli orientamenti di politica territoriale e dello sviluppo che in Europa ha già visto le risoluzioni di molte delle aree vaste già costituite.

Giancarlo Neri, professore ordinario di geofisica della Terra Solida e sismologo di fama internazionale, unico scienziato italiano inserito nella commissione europea sul rischio sismico, ha quindi illustrato come, proprio dalle caratteristiche sismiche del nostro territorio si possono trarre indici di produttività nella strategia di prevenzione e regimentazione del rischio sismico. Ha concluso la serie degli interventi Antonio Saitta, professore ordinario di Diritto costituzionale che si è soffermato sugli aspetti giuridici della riforma introdotta dalla Assemblea regionale Siciliana sull’abolizione delle Province e l’istituzione delle città metropolitane, sulla legge del Rio approvata di recente dal Parlamento nazionale e sui principi dettati dalla riforma del titolo V della Costituzione mettendo in evidenza l’incoerenza, sia nei contenuti che nel metodo, nei diversi impianti normativi e la mancanza di una visione unitaria ed organica nel disciplinare una materia così delicata come quella del riordino delle autonomie locali.

LORENZO FERRIGNO

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