Se n'è parlato alla Lega Navale di Messina. Coste occupate da costruzioni di ogni tipo, che creano danni ambientali e tolgono alla pubblica fruizione. Ieri Goletta Verde a Giardini Naxos
L'aggressione artificiale delle spiagge e delle coste siciliane è tema che da anni scuote l'opinione pubblica e denuncia i malsani interventi dei Comuni locali che minano le bellezze naturali della nostra terra. Stamani a la sede della Lega Navale di Messina è stata teatro del primo appuntamento di Legambiente sul tema "L'aggressione delle spiagge siciliane".
Il rischio, secondo Legambiente, è che i finanziamenti destinati a tutelare le spiagge dall'erosione finiscano per essere dispersi in interventi inutili e dannosi per l'ambiente. I progetti sono promossi e gestiti dai Comuni costieri, in assenza della necessaria pianificazione.
Presente Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia: "La Sicilia è stata multata dall'UE per la mala gestione sulla depurazione delle acque. La Goletta Verde di anno in anno ha dovuto ha dovuto ampliare il suo progetto che adesso guarda non solo al monitoraggio delle coste, ma anche all'abusivismo e all'emergenza petrolio. In questo scenario si colloca anche l'emergenza immigrazione che il Governo, cialtrone, inetto e razzista, gestisce nella maniera più crudele. Le coste mutano naturalmente, gli interventi dell'uomo le danneggiano irrimediabilmente".
Proprio ieri la Goletta Verde di Legambiente è sbarcata a Giardini Naxos. Poi farà tappa a Marzamemi (Lunedì 16) e Pozzallo (Martedì 17 e Mercoledì 18).
Il membro del Circolo dei Nebrodi, Salvatore Granata, punta il dito sui Comuni costieri e sui loro interventi: "Alla base di tutto c'è l'occupazione della costa. Il problema è dato dell'appropriazione sciagurata delle pianure costiere. L'emergenza è palese e bisogna affrontarla, i Comuni non devono intervenire senza una pianificazione accurata".
A destare maggiore scalpore è il piano che includerebbe l'Isola Bella di Taormina, riserva naturale e simbolo dell'espressione naturalistica siciliana. Su questo tema si è espresso il prof. Giovanni Randazzo, docente di Dinamica dei litorali dell’Università degli Studi di Messina: "Pensare di intervenire artificialmente sull'Isola Bella di Taormina è follia, non solo per mancanza di necessità ma soprattutto per la flora marina del territorio, eccellenza assoluta del panorama fisico peloritano".
In chiusura dei lavori di conferenza è intervenuto il direttore generale di Legambiente: "Ancora oggi si risponde all'emergenza dell'erosione costiera apponendo strati di cemento e alterando il naturale corso delle forze naturali. Così facendo la costa perde le sue caratteristiche naturali e il mare viene inquinato in maniera irreparabile. I Circoli di Legambiente sono riusciti a far firmare un "Patto di costa" ai sindaci dei comuni nebroidei così da pianificare insieme eventuali interventi, solo se necessari. E' assurdo spendere soldi pubblici per fermare l'erosione se allo stesso tempo si danneggia la costa".