L'assemblea dei soci dell'Amam, quindi il Comune, ha deciso di interrompere l'iter avviato lo scorso 30 luglio con l'ordinanza contingibile e urgente per avviare il passaggio di servizi e personale dall'Ato all'Amam. Una decisione presa per evitare rischi di illegittimità. A sollevare dubbi su questa procedura erano stati Antonella Russo e i revisori dei conti.
Si ricomincia. Non proprio dal principio, ma cambiando nettamente percorso. Il trasferimento di servizi e personale dall’Ato3 all’Amam sembrava ormai in dirittura d’arrivo, il sindaco lo scorso 30 luglio aveva siglato un’ordinanza contingibile e urgente che assegnava all’azienda acque i servizi di manutenzione del verde pubblico e di pulizia delle ville comunali già svolti dalla Società ATO ME 3 Spa in liquidazione. Era stato scelto questo strumento “straordinario” per velocizzare il passaggio dei servizi, e dunque anche dei 51 lavoratori Ato3, in virtù dei progetti che l’amministrazione ha finora messo in campo per portare dentro l’Amam l’intero pacchetto dei servizi di igiene ambientale (VEDI QUI). Un’ordinanza che però fin da subito aveva destato non poche perplessità. In prima battuta era stata la consigliera Antonella Russo a sollevare una serie di dubbi sulla regolarità di questa procedura, subito dopo anche il collegio dei Revisori dei conti aveva messo nero su bianco alcune prescrizioni. E se inizialmente il vice sindaco Guido Signorino sembrava intenzionato a procedere comunque in questa direzione, adesso è arrivato un clamoroso stop e la decisione di fare dietrofront. L’ordinanza n. 161 del 30 luglio sarà revocata. Lo ha stabilito l’assemblea dei soci Amam, di cui il Comune è unico proprietario, durante una lunga seduta iniziata sabato mattina, aggiornata e chiusa lunedì pomeriggio. Un confronto serrato, arrivato dopo l’acquisizione di alcuni pareri di natura legale che hanno convinto l’amministrazione ad accantonare l’ordinanza contingibile e urgente per ricorrere ad una via ordinaria che conduca l’operazione in porto senza forzature di alcun tipo.
“Durante l’assemblea si è discusso prioritariamente della legittimità dell’ordinanza e siamo giunti alla conclusione che è più prudente trasferire i servizi dall’Ato all’Amam in modalità ordinaria. A questo punto si condurrà un percorso unificato con l’operazione Messinambiente, in modo da sancire il passaggio di tutto il ventaglio dei servizi attualmente nelle mani delle due partecipate in liquidazione. Tutto il percorso dovrà essere completato entro il 31 dicembre” ha spiegato l’assessore Sergio De Cola.
L’amministrazione sconfessa dunque se stessa e in corso d’opera sceglie di modificare un iter che sembrava definito e cristallizzato in quell’ordinanza che era stata costruita facendo riferimento a tutta una serie di atti che in questi mesi hanno dettato la linea del percorso che si vuole seguire per stravolgere totalmente la gestione di questi servizi, costituendo la base di quella Multiservizi che in prospettiva resta l’obiettivo finale.
Durante l’assemblea, l’Amam ha messo sul tavolo il piano del personale e il piano economico finanziario, alla luce della decisione di revocare l’ordinanza il socio Comune ha però chiesto ai vertici della partecipata di rivedere e rimodulare questi importantissimi atti in funzione del piano complessivo che a questo punto si intende portare avanti. Resterà invece immutato l’accordo interaziendale già prodotto dall’Amam e che verrà siglato nel momento in cui si deciderà di concretizzare l’operazione.
“In base a questa scelta ci vorranno almeno altre tre o quattro settimane per riuscire a portare a termine tutto l’iter burocratico e i relativi passaggi, ma siamo più sereni che in questo modo non potranno essere ravvisati elementi di illegittimità che invece potevano saltar fuori agendo attraverso un’ordinanza contingibile e urgente” spiega ancora De Cola che adesso si appellerà al consiglio comunale per evitare che i tempi continuino a dilatarsi a dismisura. Toccherà infatti al civico consesso doversi esprimere su questo passaggio di testimone, ma ancor prima l’aula dovrà analizzare e votare il Piano Aro, pronto per essere approvato ormai dallo scorso 7 maggio, dopo il parere favorevole della Regione.
Si tratta inevitabilmente di una risposta molto più concreta delle tante spiegazioni che potevano arrivare alla lunga e dettagliata interrogazione che nelle scorse settimane aveva prodotto la consigliera del Gruppo Misto Antonella Russo (VEDI QUI). In quella nota la consigliera aveva chiesto se i servizi trasferiti dall’Ato all’Amam «possono essere considerati contingibili ed urgenti, tali da essere disposti con ordinanza urgente del sindaco e non con i normali canali amministrativi e se era possibile e legittima l’emissione di una ordinanza sindacale urgente in materia di servizi di manutenzione verde e pulizia ville comunali, quando ad oggi il piano di intervento Aro non è ancora approdato in consiglio comunale. Così come non è stato ancora approvato dall’aula il piano di riordino delle partecipate inserito nel decreto sindacale del 31 marzo scorso». Di fatto con la revoca dell’ordinanza l’amministrazione ha dato ragione ai dubbi sollevati da Antonella Russo e per questo adesso ha scelto di far passare tutto attraverso i canali ordinari.
I revisori dei conti (VEDI QUI) si erano invece soffermati soprattutto sulla sostenibilità economica di questa decisione, spiegando che servizi e lavoratori possono essere trasferiti dopo un’attenta pianificazione attraverso l a quale mettere in chiaro sia la compatibilità dell’operazione con quanto previsto nel piano decennale di riequilibrio ancora al vaglio del Ministero, che prevede utili per il Comune, sia le conseguenze che tale trasferimento avrà nell'immediato sulle casse della partecipata e, quindi, di Palazzo Zanca, che ne ha il controllo totale.
Dubbi che inizialmente l’assessore al Bilancio e vicesindaco Signorino aveva rispedito al mittente, ma che oggi si traducono in realtà e passano attraverso la revoca dell’ordinanza del sindaco Renato Accorinti. Dunque si ricomincia. L’assessore De Cola chiederà al consiglio comunale l’impegno di chiudere tutto nel più breve tempo possibile, a cominciare dall’approvazione degli atti propedeutici al passaggio, dunque innanzitutto il Piano Aro. Per l’Ato3 c’è tempo fino a dicembre perché l’ultima proroga della Regione ha allungato la vita degli Ato fino al 31 dicembre, c’è meno tempo per Messinambiente che è in regime di liquidazione in cessazione fino al prossimo mese di settembre. Porte aperte all’Amam sì, ma evidentemente solo attraverso un iter quanto più possibile inattaccabile.
Francesca Stornante
e trallallerulallerulallaaaaaaaaaaaaaaaaa
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La SRR MESSINA PROVINCIA che fine ha fatto?…Perchè il Comune di Messina non chiede al Dipartimento Regionale ai Rifiuti la nomina di un Commissario Straordinario per la SRR, con poteri accertativi ed eventualmente sostitutivi?…Il Commissario dovrà accertare se la SRR ha redatto e presentato il Piano d’ambito, così come previsto dalla legge regionale n. 9 del 2010; dovrà accertare, quindi, se è stata redatta ed adottata e trasmessa la dotazione organica della SRR dove avrebbero dovuto e/o devono trovare allocazione i dipendenti dell’ATO ME 3. Il Commissario Straordinario dovrà provvedere all’immediata adozione di tutte le iniziative utili a favorire l’incremento delle percentuali della raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclagg
La SRR MESSINA PROVINCIA che fine ha fatto?…Perchè il Comune di Messina non chiede al Dipartimento Regionale ai Rifiuti la nomina di un Commissario Straordinario per la SRR, con poteri accertativi ed eventualmente sostitutivi?…Il Commissario dovrà accertare se la SRR ha redatto e presentato il Piano d’ambito, così come previsto dalla legge regionale n. 9 del 2010; dovrà accertare, quindi, se è stata redatta ed adottata e trasmessa la dotazione organica della SRR dove avrebbero dovuto e/o devono trovare allocazione i dipendenti dell’ATO ME 3. Il Commissario Straordinario dovrà provvedere all’immediata adozione di tutte le iniziative utili a favorire l’incremento delle percentuali della raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclagg
Ennesima malafigura di renatino e dei suoi.
Ennesimo atto revocato in autotutela.
La politica del gambero ha segnato un’altro traguardo.
Chissà cosa inventeranno la zia Maria e l’avvocaoooooooooo per arrampicarsi sugli specchi della incapacità di questa pseudoamministrazione, che condurrà la ex città di Messina, ora ridotta a derelitto paesello, nel baratro senza fine della disperazione e dell’abbandono.
George
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Chissà cosa inventeranno la zia Maria e l’avvocaoooooooooo per arrampicarsi sugli specchi della incapacità di questa pseudoamministrazione, che condurrà la ex città di Messina, ora ridotta a derelitto paesello, nel baratro senza fine della disperazione e dell’abbandono.
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L’avvocaaaaaaaa ed a zia ,sunnu a stissa cosa cioè a medesima persona,quindi scelga chi vuole sentire tantu a musica sempre chidda è
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quannu sinni vannu e sempri taddu
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Se la legge impone che il Comune è tenuto a definire, con formale delibera, la misura percentuale dei costi dei servizi a domanda individuale, iscritta nel bilancio e certificata dal Responsabile del Servizio Finanziario, dal Segretario Generale e dal Collegio dei Revisori dei Conti, come mai il Comune rischia una sanzione? E’ mai possibile che sia stata commessa tale irregolarità?…o il Comune di Messina non è strutturalmente deficitario?… ” Agli enti locali strutturalmente deficitari che, pur essendo a ciò tenuti, non rispettano i livelli minimi di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale è applicata una sanzione…”(art. 243 comma 5 D.Lgs 267/2000)
Se la legge impone che il Comune è tenuto a definire, con formale delibera, la misura percentuale dei costi dei servizi a domanda individuale, iscritta nel bilancio e certificata dal Responsabile del Servizio Finanziario, dal Segretario Generale e dal Collegio dei Revisori dei Conti, come mai il Comune rischia una sanzione? E’ mai possibile che sia stata commessa tale irregolarità?…o il Comune di Messina non è strutturalmente deficitario?… ” Agli enti locali strutturalmente deficitari che, pur essendo a ciò tenuti, non rispettano i livelli minimi di copertura dei costi dei servizi a domanda individuale è applicata una sanzione…”(art. 243 comma 5 D.Lgs 267/2000)