Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’articolo dell’ex direttore del TG1
Riceviamo da Nuccio Fava. già direttore del TG1, e volentieri pubblichiamo il seguente articolo.
Mi è parso un primo maggio difficile e allo stesso tempo unico. Le condizioni generali sono quelle che sono e i provvedimenti non comuni assunti alla vigilia della ricorrenza da Monti e le motivazioni straordinarie che li hanno determinati riassumono fin troppo bene che tutto il mondo del lavoro vive una condizione di grave difficoltà. Tutto ciò riassume sinteticamente la gravità della nostra crisi con riferimento appunto al più grave dei problemi, quello del lavoro, perché è attraverso la progressiva consapevolezza della centralità e del valore della questione del lavoro, che cultura e politica, concezioni religiose e fattori decisivi dello sviluppo quali giustizia e solidarietà si sono via via universalmente affermati. Spesso con lotte dure e sacrifici enormi come ci ricorda un vecchio motivo popolare “se otto ore vi sembran poche..”.
Tuttavia proprio sul tema del futuro dei giovani e delle famiglie che costituiscono drammaticamente il problema fondamentale del futuro dell’Italia e del mondo, si misura la capacità non solo della politica di dare risposte adeguate. I costi e i sacrifici per nuove conquiste sono altissimi e ciò rende ancora più insopportabile l’orribile stillicidio di scandali e di corruzione, di malaffare e di ruberie che emergono da ogni parte sempre o comunque prevalentemente con la politica, con la gestione corrotta della pubblica amministrazione, peggio con atti di contiguità criminale e mafiosa . L’eliminazione degli sprechi oltre che il doveroso contenimento della spesa per cercare in ogni modo di recuperare risorse per il lavoro e lo sviluppo ha bisogno assolutamente di un clima di affidabilità e di fiducia da parte dei cittadini . Devastante e in contrasto radicale con lo spirito pubblico di cui c’è assoluto bisogno, si mostrano le troppe frequenti scoperte di scandalose evasioni fiscali o addirittura totali: manifestazione di mero egoismo e di ogni spirito di lealtà verso la propria comunità.
Tutte queste cose, dalle prospettive di ripresa possibile ai sacrifici severi che i cittadini sarebbero disposti ad accettare per un ricambio non gattopardesco della politica insieme a quello indispensabile della classe dirigente, sarebbero il vero segno di una inversione positiva di rotta di una dirigenza incapace e che ha finora fallito ogni tentativo di rinnovamento e di consapevole autocritica. Queste sono state le linee direttrici degli interventi di Napolitano , di Monti e della Fornero; idee unite e mescolate ai suoni e alla tanta musica che ha risuonato nelle piazze d’Italia, possono rappresentare ,nonostante la consapevolezza delle estrema difficoltà in cui versa l’Italia , motivo di fiducia e speranza. (Nuccio Fava)