"DigiTao@rt", a Taormina una delle prime mostre digitali in Italia

“DigiTao@rt”, a Taormina una delle prime mostre digitali in Italia

Redazione

“DigiTao@rt”, a Taormina una delle prime mostre digitali in Italia

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lunedì 20 Giugno 2022 - 19:51

Organizzata dal laboratorio @rt.me dell’Università di Messina in collaborazione con Taobuk e la Fondazione Taormina arte Sicilia. Sarà presto replicata a Messina

TAORMINA – Si è tenuta dal 16 al 20 giugno a Taormina, nella Casa del Cinema, la mostra di arte digitale “DigiTao@rt” organizzata dal laboratorio @rt.me dell’Università degli Studi di Messina in collaborazione con Taobuk e la Fondazione Taormina arte Sicilia. Si tratta della prima mostra d’arte digitale a Taormina e tra le prime sul territorio siciliano e nazionale. Le tecnologie digitali hanno radicalmente cambiato il mondo delle arti, interessando tutte le forme espressive (visive e performative), così come ogni aspetto del processo creativo: dall’ideazione alla realizzazione, fino alla pubblicazione e alla commercializzazione. Basti pensare al successo dei marketplace digitali ed al modo in cui hanno facilitato l’ingresso nel mondo dell’arte di nuovi artisti, liquidando forse definitivamente la “cultura della gavetta” che imponeva un lungo apprendistato. In tal senso, la tecnologia blockchain, gli smart contracts e Nft hanno costruito un nuovo mercato aperto, quello della crypto-art, attivando per molti giovani artisti un inatteso passaggio: da passione ad opportunità.  

Molte delle forme d’arte digitale sono ormai “storicizzate” e fanno parte delle pratiche comuni dei più (o meno) giovani: pensiamo ai videogiochi, ma anche alla pittura digitale, alla modellazione 3D, fino ad arrivare alla computer grafica, al metaverse all’ utilizzo di effetti, editing e mastering in ambito musicale, alle implicazioni in architettura e design, alla scultura, con applicazioni Cad e stampa 3D, spingendosi fino alla letteratura elettronica ed oltre.

La mostra di Taormina

La mostra DigiTao@rt espone alcune installazioni di arte digitale realizzate da giovani artisti, studenti e docenti dell’Università di Messina, su diversi aspetti dell’arte generativa, della realtà virtuale e aumentata, della restituzione in 3D di opere d’arte classica. L’esposizione permette di apprezzare prodotti interattivi, “quadri” digitali dotati di vita autonoma e singolari esperimenti ispirati alle celebri “cancellature” di Emilio Isgrò.

La maggior parte delle opere è stata realizzata da studenti dell’Università degli Studi di Messina sotto il coordinamento del prof. Salvatore Distefano, docente di Informatica presso l’Ateneo messinese. La direzione artistica del progetto è opera di Francesco Paolo Campione, docente di Museologia e Storia dell’arte presso la stessa Università. La direzione tecnica è stata firmata da Andrea Nucita, docente di Informatica all’Università di Messina. 

Il percorso della rassegna

Il percorso della rassegna prende avvio da una installazione interattiva (AR e VR Museum) firmata da Francesco Cerenzia e Alessandro Maddocco che permette di fruire, come se si fosse in presenza, di alcune opere celeberrime del passato (la Gioconda di Leonardo; la Morte di Socrate di David; la Notte stellata di Van Gogh), e di ricostruire virtualmente la Fontana del Minotauro sito in piazza Duomo e un Sarcofago della Necropoli di Taormina. Il visitatore ha dunque modo di calarsi in una esperienza immersiva e ricca di fascino.

Segue Automata Ecosystem di Giuseppe La Malfa, un’opera d’arte generativa che – con l’uso di alcuni sensori di movimento integrati in una videocamera – permette al visitatore di “trasformare” il gioco cromatico apparentemente casuale dello schermo in un autentico dialogo gestuale con l’opera. Adottando le teorie ed i modelli computazionali dell’automa cellulare, viene creato un ecosistema di cellule che interagiscono tra loro seguendo regole collaborative e competitive. Il movimento delle mani permette di segnare sull’opera un affascinante tessitura di colori, costantemente mutevole.

Nello stand successivo Hidden Truth Search Engine (Salvatore Distefano, Danilo Rovito, Marco Polignano e Pierpaolo Basile) è una installazione a metà tra il gioco letterario, l’enigma e la pittura. Sulla suggestione delle “cancellature” di Emilio Isgrò, l’opera consente all’osservatore di intervenire sulle pagine di alcuni celebri romanzi dal progetto Gutenberg, campionando in maniera casuale alcune pagine. Il concept si propone come un motore di ricerca capace di svelare verità nascoste tra le pagine di tali romanzi. Il software, basato su avanzate tecniche di intelligenza artificiale e Natural Language processing, viene attivato tramite riconoscimento gestuale che produce automaticamente la cancellatura delle parole, lasciando in vista il messaggio o la verità nascosta rivelata attraverso tale interazione.

MonArt di Marco Pavone è un raffinato esempio di pittura digitale che fa uso dei medesimi strumenti formali dell’arte tradizionale attualizzati in visioni che cambiano di continuo. Cio’ risulta in una molteplicità di quadri che mescolano pop art ed astrattismo, paesaggio e figura. Interessante anche il tentativo di ibrido tra arte digitale e tradizionale di Digital art grounded in Polaroid.

Magna Grecia 3D

La sala di proiezione è dedicata all’installazione Magna Grecia 3D, un ambizioso progetto di restituzione visiva dell’originario aspetto di alcune opere d’arte scultorea dell’antichità realizzato da Saverio Autellitano sulla scorta delle indagini archeologiche di Daniele Castrizio, docente di Archeologia presso l’Università di Messina. Tra tutte emergono con l’enigmatico fascino della loro perfezione formale i Bronzi di Riace, di cui per la prima volta si dà la ricostruzione di come erano in origine. Emergono così come esempi tra i maggiori al mondo dello “Stile severo” le identità di Eteocle e Polinice, figli di Edipo e di Giocasta e fratelli di Antigone, che l’artista fissò l’uno di fronte all’altro pronti all’ultimo duello mortale.

Sulla scala e sul ballatoio Crippy Heads di Francesco Giovanni Tirrito costituisce una curiosa galleria di ritratti (si tratta soprattutto di figure celebri dello sport e dello spettacolo) realizzate con la tecnica della pixel art, liberamente ispirati dall’arte di crypto punk che hanno lanciato il mondo degli NFT. L’idea di fondo che muove la rassegna delle Crippy Heads è che l’identità dei personaggi resti riconoscibile anche laddove i particolari del volto perdano del tutto la loro definizione. Sono disegnati su fogli 32 x 32 pixel. In Crippy Heads, il singolo pixel riacquista consistenza ed importanza in un periodo in cui l’alta definizione grafica è il primo canone di ricerca e bellezza.

La mostra, inserita nel cartellone di Taobuk, si è chiusa il 20 giugno 2022 e sarà presto replicata a Messina.

Un commento

  1. bonanno giuseppe 21 Giugno 2022 08:44

    minzica ….una organizzazione “MESSINESE ” a Taormina provincia di Catania…sugnu cuntentu.

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