La onlus ha lanciato un appello contro la spersonalizzazione della sanità che, in nome della razionalizzazione, ha trasformato i pazienti in statistiche. Invertire la tendenza dipenderà soprattutto dalla politica regionale
Non convince la strada intrapresa dalla politica sul riassetto degli ospedali riuniti di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. Le critiche, stavolta, arrivano dal “tribunale dei diritti del malato” di CittadinanzAttiva Onlus . Sotto accusa l’assenza di un’ assistenza sanitaria integrata per l’area tirrenica che va da Villafranca a Patti, messa in discussione dalle “iniziative campanilistiche senza futuro” della classe politica locale.
“La nostra proposta è quella di pensare alla realizzazione di un centro ospedaliero di eccellenza , con i necessari investimenti in tecnologia e professionalità, posizionato in una area geografica di facile accessibilità” – spiegano i responsabili locali dell’associazione – “bisogna assicurare a tutti i cittadini il diritto alla cura: pensiamo alle patologie oncologiche, all’interventistica cardiovascolare , alle malattie rare, e a tutto quello per cui i malati oggi sono costretti ad andare nelle regioni del nord o all’estero”.
CittadinanzAttiva denuncia la spersonalizzazione della sanità, al cui centro ormai si trovano i numeri, e non i pazienti: “In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una posizione statica, se non addirittura regressiva, nell’ambito dell’offerta dei servizi sanitari nella nostra Provincia, in nome di una revisione della spesa che è stata interpretata come semplice riduzione. I cittadini sono scontenti, ma spesso prendono contezza della inefficienza/inadeguatezza dei servizi solo nel momento del bisogno; medici di famiglia e lavoratori ospedalieri sono vessati da una eccessiva burocratizzazione che soffoca il rapporto medico/paziente. Insomma, l’eccessiva standardizzazione delle procedure genera un meccanismo perverso che annulla l’unicità della persona”.
Bisogna dunque evitare che i freddi numeri si sostituiscano alle esigenze reali – e umane – dei malati: “Il tetto di spesa per la salute appartiene mobilità, a parte i sacrifici ed i disagi che devono affrontare le famiglie; alla fine la cosiddetta riduzione della spesa si traduce in tagli lineari, capacità assistenziale ridotta e ulteriori costi a carico di Regione e famiglie”. Non resta che appellarsi alla deputazione regionale per una collaborazione che porti a soluzioni tecniche, che abbiano però al centro i diritti del malato .
Giovanni Passalacqua