In una lettera inviata alla Regione i sindaci chiedono di non depotenziare il Barone-Romeo, che al momento conta 13 reparti più il pronto soccorso. Ma che, nella nuova rete ospedaliera regionale, dovrebbe essere presidio di base, con soli 4 reparti garantiti
Una lettera è stata invitata oggi dai sindaci del distretto socio sanitario D30 per difendere l’ospedale Barone-Romeo di Patti. I sindaci hanno chiesto di riconsiderare la classificazione del presidio quale ospedale di primo livello, e di essere convocati in audizione dalla VI Commissione regionale. La lettera è stata indirizzata al presidente della Regione, Rosario Crocetta, all’Assessorato regionale alla Salute e alla deputazione locale.
Nel documento si spiega che sono attivi presso l’ospedale di Patti i reparti di c radiologia – UTIC, chirurgia generale, chirurgia vascolare, medicina generale, geriatria e lungodegenza, oculistica, otorino, UTIN –pediatria –neonatologia, ostetricia e ginecologia, anestesia e rianimazione, radiologia, nefrologia e dialisi, ortopedia, oltre al pronto soccorso. Di particolare rilievo è l’attività del punto nascite: nel solo 2016 sono stati registrati oltre 900 parti.
Nella nuova rete ospedaliera pensata dalla Regione, tuttavia, l’ospedale di Patti sembra essere destinato a diventare presidio di base, cosa che garantirebbe al nosocomio il mantenimento di soli quattro reparti, e la conseguente riduzione del servizio. Un’eventualità che andrebbe a isolare i paesi della periferia tirrenica della provincia – da Patti a Tusa, hinterland compreso -; tutti i presidi di primo livello verrebbero infatti a trovarsi fra Taormina e Barcellona. Per questi motivi i sindaci hanno chiesto di tutelare, e anzi incrementare l’attività del Barone-Romeo, a garanzia del diritto alla salute di tutti i cittadini.