Da giovedì dormono a palazzo Zanca. Sono alcune famiglie delle case Zancle che hanno subito lo sgombero il 18 aprile. due di loro risultano aventi diritto e chiedono la revoca dello sgombero. Il Presidente del Consiglio Pippo Previti denuncia la cattiva gestione delle risorse per creare nuovi alloggi popolari: “Non sono stati impiegati i fondi ordinari”
Vivere e dormire al Comune dopo lo sgombero coatto. Accade da giovedì. I protagonisti di questa singolare occupazione sono tre famiglie (Fusco, Lombardo e Rolla). Tre famiglie delle otto che il 18 aprile sono state sgomberate dalle forze dell’ordine perché ree di occupazione abusiva di alcuni appartamenti delle Case Zancle a Tremonti.
L’azione, che in un primo momento è stata salutata da molti, compreso il consiglio del V quartiere, come un ripristino della legalità, ha sollevato in seguito dei dubbi, soprattutto per quanto riguarda la situazione di due famiglie. Una, la famiglia Rolla, è stata riconosciuta avente diritto ed era già stata invitata dallo Iacp a scegliere l’alloggio. L’altra, la Del Miglio, ha dalla sua parte una sentenza del giudice che la dichiara avente diritto. Due famiglie su otto, dunque, a quanto pare, sono state sgomberate pur non essendo nei fatti abusive. All’ingiustizia burocratica si aggiunge il dramma sociale. Le famiglie Rolla, Fusco e Lombardo, che da giovedì dormono al Comune, sostengono di non avere un posto dove andare – nemmeno un auto – e vogliono sottolineare con il loro gesto un disagio enorme, aggravato dalla presenza di bambini piccoli. “Ci hanno messo in strada con bambini di due mesi, due ed otto anni” – denuncia una delle signore sfollate – “Noi non abbiamo un posto dove andare. Questa è la casa comune, è la casa di tutti, per questo siamo qui. Ci hanno fatto delle offerte in case famiglia e scuole, tutti posti assolutamente disagiati nei quali non vogliamo andare, non perché siamo prepotenti e vogliamo dettare legge, ma perché in posti senza acqua calda e riscaldamenti non possiamo andare, visto che abbiamo i bambini piccoli, tanto vale rimanere qui dove l’acqua calda almeno c’è…”.
Accanto al divanetto che fa da letto ai bambini – mentre gli adulti si arrangiano sul pavimento – coperte e generi di prima necessità forniti alle famiglie da parte di alcuni volontari. Per le famiglie Rolla e Del Miglio, essendo già state riconosciute, a quanto pare, aventi diritto, potrebbe risolvere il disguido amministrativo direttamente lo stesso Commissario Croce, revocando lo sgombero. Per le altre la situazione è un po’ più complessa. In generale, resta l’insufficienza di un sistema, quello degli alloggi popolari che stenta a fare tenere il passo con le numerose, spesso drammatiche, richieste.
Su questo argomento è intervenuto il Presidente del Consiglio Comunale Pippo Previti: “Il sindaco – o il commissario – può assegnare direttamente degli alloggi per un biennio in caso di comprovata necessità. Dal momento che le richieste sono troppe, si è deciso di fare un bando. Perciò abbiamo raccolto 680 domande. Un numero decisamente inferiore alle aspettative. Ci aspettavamo, infatti, qualcosa come quattromila richieste. Questa sarebbe una notizia positiva se non fosse che il Comune ha a disposizione solo 25 abitazioni l’anno. La carenza di alloggi è dovuta al grave errore di concentrarsi soltanto sui fondi straordinari a cui abbiamo avuto accesso grazie alla legge del Risanamento. Dimenticandoci inspiegabilmente di quelli ordinari, che vengono regolarmente impiegati a Palermo, Catania e in molte altre realtà siciliane e che avrebbero rappresentato un bacino di risorse maggiori rispetto a quelle disponibili dal solo fondo del Risanamento”.
Un problema che Pippo Previti denuncia insieme allo scandalo di San Giovannello, dove è stata iniziata la costruzione di ottanta alloggi senza mai essere portata a termine. Un vero e proprio insulto ad una città che vive una “fame di case” tale da rasentare l’emergenza. “Il nuovo sindaco – commenta Previti – dovrà occuparsi anche di questi problemi. Con temi di grande importanza sociale come questo dovranno confrontarsi tutti coloro che vorranno fare concretamente qualcosa per questa città”. (Eleonora Corace)
e poi quando si è definita questa città come una cloaca si è gridato allo scandalo…
io non credo che messina sia una cloaca, ma bisogna ammettere che si prova di tutto per farlo credere…
Cito:”All’ingiustizia burocratica si aggiunge il dramma sociale. Le famiglie Rolla, Fusco e Lombardo, che da giovedì dormono al Comune, sostengono di non avere un posto dove andare – nemmeno un auto – e vogliono sottolineare con il loro gesto un disagio enorme, aggravato dalla presenza di bambini piccoli. “Ci hanno messo in strada con bambini di due mesi, due ed otto anni” “.
Senza essere cinico…MA chi si spittaunu i carammelli a carrubba?
Sapevano di essere abusivi(perchè al mio paese occupare una casa non di proprietà è questo) e con tutto ciò, per quanto nulla possa togliere che siano un dono di Dio, si misiru a fari figghi con la speranza che avendo la prole non li avrebbero cacciati.
La solita usanza che a Messina ha permesso a tanti di avere l’alloggio popolare…
Mi rivolgo al signor gio.Hanubi (!!!) e a quelli che come lei fanno man bassa di principi di bassa lega per farne bandiere…
innanzitutto in una società che si rispetti è giusto, DoverosO, e quantomeno democratico garantire un tetto sulla testa a TUTTI, noi compresi se un domani le nostre possibilità non dovessero consentirci di avercelo. Ma, ciò che è da condannare in assoluto, è la cattiva gestione che è stata fatta di un ente che avrebbe dovuto vigilare e amministrare una materia importante come questa. Si è permesso che si rubasse, che si fosse dei lavativi, superficiali, e non vado oltre perchè le problematiche le conosciamo tutti. I costi di una casa popolare superano di gran lunga quelli di una costruzione per abitazione privata. inutile andare ad indagare qui, vi pare? E’ questo principio da abbattere, ma vi piace la guerra tra poveri… eppure il cielo è un tetto uguale per tutti.
Anzitutto è da stigmatizzare il fatto che si operi uno sgombero senza prima verificare eventuali diritti degli occupanti e individuare dove spostare famiglie con bambini piccoli.
Detto ciò, trovo che,oltre all’arroganza del potere, esiste un’ARROGANZA DEI POVERI(non di tutti, ma di alcuni) i quali pensano di ottenere di più con gesti plateali,come in questo caso.Hanno addirittura rifiutato delle sistemazione in case famiglia,adducendo la motivazione “che non c’è l’acqua calda”(cosa per altro falsa).E di fronte allo spettacolo miserando di questa gente a Palazzo Zanca,si è dimenticato che erano occupanti abusivi, o almeno che esercitavano arbitrariamente i propri diritti, e ci si sente in dovere di supportarli. Personalmente io,invece, provo pietà per i legittimi assegnatari,che ancora non possono prendere possesso degli alloggi per l’insipienza e i ritardi dell’amministrazione. E mi chiedo se mai accadrà in città che si rendano PUBBLICHE LE GRADUATORIE DEGLI ASSEGNATARI E VELOCI I PROVVEDIMENTI DI CONSEGNA DEGLI ALLOGGI. E ricordo ancora che per le emergenze abitative si potrebbero anche utilizzare vari edifici,tra cui appartamenti confiscati ai mafiosi, che invece restano inutilizzati o assegnati ad associazioni culturali o sociali,magari meritorie ma meno dei senzatetto
mi piacerebbe sedermi a tavolino a discuterne pacificamente dimostrandole quanto ciò che lei ha detto ha poco fondamento. Non la conosco ma sinceramente non la ricordo tra le persone presenti alle trattative ( poche, esigue e inaccettabili) né sono da prendere alla lettera le parole dei giornalisti (ahinoi!) per motivazioni diverse… Inutile quindi continuare a mettere benzina sul fuoco. Le auguro una buona giornata di festa signora Liliana.
Stefania Cucinotta
Evidentemente Lei non ha capito le mie parole!Io sono una cittadina qualunque, pertanto non abilitata a partecipare a trattative; e non ho nessuna intenzione di mettere benzina sul fuoco.Voglio solo dire che non basta mettere “pannicelli caldi”per risolvere singoli casi di quelli che “gridano di più”,ma che il problema di dare a tutti un tetto è serio e va affrontato e risolto una volta per tutte nel rispetto della legalità,con urgenza,trasparenza ed efficienza,evitando guerre tra poveri.E la giornata di festa la posso trascorrere serenamente,perché sono in pace con la mia coscienza
CITTADINANZATTIVA – Coordinamento Provinciale dei Procuratori dei Cittadini – Messina – L’Art. 22 , comma 4° lett. B) della legge 328/2000 prevede l’obbligo dei Comuni, facenti parte dei Distretti socio sanitari, di fare fronte al “ SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALI E FAMILIARI”. Il Comune, quindi, previo accertamento dello stato di bisogno economico dei nuclei familiari e di mancanza assoluta di disponibilità di alloggio, è in dovere di : a) o concedere un buono casa, limitato nel tempo, al fine di consentire ai nuclei familiari di provvedere alla locazione di un alloggio, anche presso altro comune ; b) o fittare direttamente un alloggio e consegnarlo loro temporaneamente; c) o provvedere al loro ricovero presso una struttura alberghiera cittadina. La spesa relativa va posta a carico del bilancio del Distretto Socio Sanitario D26 o, se anticipata dal Comune, con carico di rivalsa nei confronti del Distretto. Non è umano, né giusto, né degno di un Paese civile, far finta di nulla.
sono una cittadina qualunque anche io signora Liliana, come lo sono tutti, l’unica differenza è che conosco la questione perchè l’ho toccato con entrambe le mani. Nel senso che dove ho potuto ho dato una mano di aiuto e non sono stata a guardare. Le parole dei giornalisti a cui non desidero fare un processo, per carità, non rivelano tutta la verità.I fatti raccontati si sono rivelati imprecisi per molti versi e con molte omissioni. Ma questo capita. Ad ogni modo, non è nelle mie intenzioni innescare discussioni che non portano a niente. La prego di voler considerare questa mia precisazione come tale e nulla più 🙂