Al capolinea gli accertamenti sulla gestione dei siti dismessi da parte delle ultime amministrazioni
MESSINA – “Esprimo piena fiducia nelle istituzioni giudiziarie e nella loro opera di indagine ricordando che trattasi di una discarica chiusa da decenni e per la quale il sottoscritto ha iniziato ad impegnare fondi per la messa in sicurezza mai stanziati prima”. Così l’onorevole Cateno De Luca commenta il provvedimento di notifica della chiusura dell’inchiesta sulla gestione delle discariche cittadine all’epoca della sua amministrazione, ed in particolare del sito di Vallone Guidari. Il leader di Sud Chiama Nord resta indagato insieme al collega Giuseppe Lombardo e alla senatrice Dafne Musolino, all’epoca entrambi componenti della sua Giunta.
“Sono convinto che sarà fatta luce su ogni aspetto relativo a questa vicenda e che verranno accertate eventuali responsabilità in modo trasparente ed equo – continua l’ex sindaco di Messina, che sulla vicenda precisa – Voglio ribadire con fermezza che abbiamo sempre agito nel rispetto delle leggi e nel migliore interesse della comunità messinese trattandosi di un atto dovuto derivante dal codice dell’ambiente che individua il sindaco quale legale rappresentante dell’ente ove ricade la discarica. Durante il mio mandato, abbiamo costantemente lavorato per promuovere politiche ambientali responsabili e tutelare il territorio e la salute dei cittadini”.
“Ricordo in particolare il nostro impegno nella promozione della raccolta differenziata, nella sensibilizzazione sull’importanza del riciclo e nella tutela della nostra città, la messa in sicurezza della discarica di Portella Arena e la previsione, per la prima volta, di risorse utili alla gestione delle vecchie discariche chiuse. Siamo sereni rispetto al nostro operato in materia ambientale, e continueremo a cooperare pienamente con le autorità competenti per chiarire ogni dubbio e rispondere a qualsiasi domanda che possa sorgere nel corso delle indagini”, conclude De Luca.
La titolare del caso, la magistrata Rossana Casabona, ha confermato le ipotesi d’accusa per tutti gli indagati iscritti nel 2022, dopo un primo screening sulla gestione dei siti di smaltimento di stoccaggio e rifiuti e dopo i vari accessi delle autorità preposte al controllo delle discariche. Atto di chiusura anche per il predecessore Renato Accorinti quindi, l’ex assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua, l’allora amministratore unico di Messina Servizi Beniamino Ginatempo, i direttori generali Aldo Iacomelli e Nicola Russo, i liquidatori di MessinAmbiente Alessio Ciaccio e Giovanni Calabrò, il responsabile del procedimento Salvatore Saglimbeni, infine i dirigenti al dipartimento Sanità del Comune, Francesco Aiello e Salvatore Puglisi.
Bisognerebbe chiedersi quante di queste inchieste conducono a condanne confermate in appello e in cassazione. La risposta è pochissime in tutta Italia, perchè il complicato riparto di competenze previsto dalle intricatissime leggi vigenti in materia ambientale rende pressochè impossibile individuare responsabilità certe. Si tenga conto, inoltre, che ogni assoluzione alla fine dei processi, determinerà la pretesa di rimborso da parte di ogni amministratore o funzionario assolto, per le spese legali sopportate, e che saranno pagate dall’ente locale, come previsto dalla legge, con pesante aggravio sui bilanci pubblici. Queste inchieste dovrebbero essere gestite con enorme prudenza.
Non paga nessuno mai in queste vicende……….è un classico!!!