L'allarme lanciato dopo il 9 settembre è stato sottovalutato o la frana di qualche giorno fa era imprevedibile? Certamente i rischi di tutta la zona si conoscevano. Ficus degli investigatori sul costone. Fondamentale il contributo di filmati amatoriali e degli esperti preoccupati di ulteriori frane.
Entra nel vivo l’inchiesta della Procura di Messina sulla frana che ha colpito la A 18 nei giorni scorsi. Gli investigatori hanno effettuato un primo sopralluogo tra la base della collina, la zona intorno il costone e la stessa autostrada. Il sostituto procuratore Anna Maria Arena, titolare del caso, sta analizzando la corposa documentazione ricevuta: le fotografie esistenti, le riprese aeree, le relazioni del Genio Civile e le elaborazioni degli esperti in materia. Il Genio, come riferito anche alla Regione durante il vertice con assessori interessanti e sindaci della zona, già qualche giorno fa ha trasmesso alla Procura le carte di rischio del 2013. Nei piani l’intera zona era considerata a rischio, e le criticità erano state a suo tempo segnalate agli enti locali. La zona è nelle cartine R4, cioè, ma non tutti i costoni erano trattati da zona rossa. Il costone franato, ad esempio, non era ingabbiato. E non lo era malgrado lo stesso Cas abbia lamentato più volte per iscritto le continue precipitazioni di massi sulla corsia, se pur di piccole dimensioni. La zona in effetti era coperta di vegetazione. Non abbastanza da frenare il crollo, peró, né a solidificare il costone, che però sul versante opposto era stato interamente disboscato. Il Genio inoltre – ieri il responsabile si è recato in Procura – ha messo in luce un’altra circostanza importante: la pioggia del 9 settembre scorso aveva provocato una prima frana, e in quella occasione era stato ugualmente segnalato alle autorità preposte il rischio di ulteriori smottamenti.
Genio a parte, una importante collaborazione all’inchiesta è arrivata dalla società civile: esperti preoccupati di ulteriori crolli e solidi cittadini hanno permesso di acquisire una corposa documentazione, adesso al vaglio, che altrimenti non sarebbe stato possibile ottenere, non per tempo. A cominciare dalle riprese aeree, che gli organi della Regione effettueranno soltanto il prossimo lunedì. Sul piano dell’inchiesta si tratta ora di stabilire se quello dei giorni scorsi è uno smottamento dell’unico corpo franoso mossosi il 9 settembre scorso o se si tratta di un evento autonomo e capire perció se i segnali di rischio sono stati sottovalutati. Si va verso la nomina di un esperto, probabilmente un geologo, che fornisca una consulenza precisa agli investigatori.
(Alessandra Serio)