Vertice a Palermo, ieri, per far fronte ai disagi creati dalla frana. Intanto la Procura muove i primi passi per accertare eventuali responsabilità. Mentre la Protezione civile precisa: "non è compito nostro il monitorare le frane"
E' affidato al sostituto procuratore Anna Maria Arena il fascicolo di inchiesta sulla frana che ha paralizzato la circolazione sull'autostrada A 18. Il magistrato ha ricevuto la prima nota della Polizia Stradale ed ha avviato l'acquisizione massiccia delle immagini e dei video esistenti che ritraggono il costone di roccia crollato e lo stato complessivo della collina, in parte ingabbiata. L'intento è capire su che aspetto concentrare l'attenzione investigativa, e capire soprattutto se è colpa di qualcuno se quel costone di roccia, comunque non classificato come a rischio, non era adeguatamente ingabbiato.
Intanto sul tratto di autostrada si lavora al ripristino e il Consorzio Autostrade ha già avviato i lavori di contenimento del movimento franoso. “Il Cas sta operando con una solerzia eccezionale – commenta il presidente della Regione Rosario Crocetta, che ieri sera ha convocato i vertici del Cas insieme all'assessore regionale Giovanni Pizzo –con l'apertura dell'arteria orientale già 32 ore dopo l'evento franoso e affidando per somma urgenza i lavori per la parete occidentale”. Sul tratto sono quindi in corso le operazioni di disgaggio, ingabbiamento e contenimento delle pareti rocciose prospicienti l'autostrada per impedire ulteriori movimenti franosi. Avviati anche i lavori di realizzazione delle opere di contenimento sul muro lesionato. “Il governo regionale e il Cas – aggiunge il governatore – assicurano la tempestiva realizzazione dell'opera per un rapido ritorno alla normale viabilità nel giro di poche settimane”.
Intanto non si placano le polemiche tra enti istituzionali chiamati in causa, ei rimpalli di responsabilità. Dopo il Cas, a rispondere è oggi la Protezione Civile Regionale: "I fatti degli ultimi giorni e, più in generale, degli ultimi mesi, che riguardano la viabilità siciliana resa difficile da eventi franosi di varia natura, rendono necessario un intervento chiarificatore sui compiti e mansioni affidate al Dipartimento regionale della protezione civile spesso chiamato in causa in maniera impropria – recita in una nota il Dipartimento – Non è compito del DRPC Sicilia il monitoraggio delle frane e dei corsi d'acqua e tale azione, qualora possano essere coinvolte infrastrutture, è ricompresa tra quelle di competenza dei titolari del bene inerenti la gestione e manutenzione, al fine di garantirne la corretta fruizione in sicurezza. I compiti istituzionalmente affidati al DRPC Sicilia attengono esclusivamente ad interventi non strutturali espletati attraverso emanazione di avvisi, atti di indirizzo, linee guida e attivazione delle componenti del Sistema regionale mirati ad assicurare un efficiente, efficace e tempestivo intervento in caso di calamità. Il Dipartimento, inoltre, interviene, quando richiesto, in applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà, ovvero per affiancare l'attività delle Amministrazioni preposte in ordinario alla tutela del territorio. Quotidianamente emana gli avvisi regionali di protezione civile per il rischio idrogeologico e idraulico per informare sugli eventi attesi e dichiarare i prevedibili livelli di allerta e le relative fasi operative affinché possano essere attuate le procedure previste dal piano di p.c. idonee alla salvaguardia dei cittadini e delle loro attività. L'individuazione delle criticità territoriali, la loro inclusione tra gli scenari di rischio nei piani comunali di protezione civile, nonché gli interventi di mitigazione del rischio non rientrano, quindi, tra le competenze di cui è titolare. Il DRPC Sicilia, a seguito di eventi meteo avversi previsti, informa sulle possibili criticità idrauliche e idrogeologiche. Conseguentemente i titolari della tutela del territorio, ricevuta l'informazione, devono attivarsi per la verifica degli scenari di rischio attesi e dell'osservanza delle correlate procedure a tutela della pubblica e privata incolumità.
(Alessandra Serio)