Trasmessa ai revisori ed ai consiglieri comunali la relazione con le risposte sintetiche dell’amministrazione alle 23 criticità riscontrate dal Ministero. Intanto, nella giornata di martedì è stata inoltrata ai creditori dell’Ente una lettera a firma del Sindaco e del segretario /direttore Generale per far conoscere le proposte di transazione
A Palazzo Zanca si continua a navigare a vista. La delibera sulla rimodulazione del piano di riequilibrio, necessaria per superare le 23 criticità riscontrate dal Ministero nella cosiddetta fase istruttoria, resta in stand-by. Solo ieri sera il Collegio dei revisori dei conti ha ricevuto la documentazione che attesta quanto riportato nel provvedimento esitato dalla Giunta lo scorso 22 gennaio e non c'è ancora il parere tecnico, che è obbligatorio anche se non vincolante.
L’amministrazione Accorinti difende il lavoro svolto sino ad oggi e continua a lanciare messaggi positivi fuori e dentro le mura di Palazzo Zanca, ma molti consiglieri comunali non sono più disposti a recepire tout court questi messaggi improntati all’ottimismo, senza un riscontro oggettivo. Questa volta, per la giunta non sarà facile incassare il voto favorevole dell’Aula su un provvedimento fondamentale, da cui dipende l’accesso al fondo di rotazione e a cui è indissolubilmente legata l’unica speranza rimasta per scongiurare il default.
I Dr hanno già messo le mani avanti e si dicono pronti ad astenersi; i consiglieri che afferiscono al Pd non hanno una guida politica e neanche una linea di partito unitaria, ma molti hanno già fatto capire che l’amministrazione non potrà contare sul loro voto; l’Udc si dice perplesso; idem il gruppo del Megafono; anche nei gruppi consiliari “minori” (numericamente) i dubbi sono tanti, troppi.
La strada, dunque, sembra tutta in salita e neanche l’arrivo in commissione bilancio della relazione a firma del segretario/direttore generale Antonio Le Donne e del ragioniere generale Antonino Cama con le risposte sintetiche ai 23 punti critici rilevati dal Ministero sembra spianare il percorso della delibera di rimodulazione del piano che dovrà essere esaminata dal Consiglio Comunale.
In download alleghiamo la relazione integrale, dalla quale abbiamo estrapolato alcuni passaggi. A proposito delle condizioni per la riproposizione del piano di riequilibrio, l’amministrazione ribadisce la propria tesi interpretativa sul parametro 6, che esclude dalle spese del personale quelle che fanno riferimento ai dipendenti delle partecipate. Con questa precisazione l’amministrazione intende dimostrare che il Comune di Messina non è un ente strutturalmente deficitario, condizione quest’ultima che lo escluderebbe a priori dalla procedura di riequilibrio. Per quanto riguarda la restituzione dell’anticipazione di quasi 15milioni di euro a valere sul Fondo rotazione, Le Donne e Cama spiegano che questa «risulta ininfluente sul piani di riequilibrio ed ha come effetto indiretto sul bilancio comunale un incremento indiretto dell’esposizione verso la tesoreria».
Quanto alle misure di risanamento, l’amministrazione scrivono nella relazione che «le misure previste nel piano di riequilibrio hanno trovato attuazione nel bilancio di previsione, che ha costituito i programmati fondi per il pagamento dei debiti fuori bilancio e per l’eventuale slatentizzazione di debito potenziale». Il segretario ed il ragioniere generale evidenziano inoltre una «maggiore capacità di riscossione» dell’ente.
La relazione firmata da Le Donne e Cama è arrivata anche sulla scrivania dei revisori dei conti insieme agli allegati. Tra oggi e domani, quindi, dovrebbe arrivare il parere tecnico sulla delibera.
Nel frattempo, l’Amministrazione comunale ha avviato le proposte di transazione con i creditori del Comune.
«Oltre al pagamento delle spettanze dovute fino a 50.000 euro per tutti gli oltre 13.500 creditori, entro 120 giorni dall’approvazione del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti, viene proposto ai circa 80 soggetti con credito maggiore di saldare la rimanente parte entro il 2016 nel caso di adesione alla transazione con abbattimento di una percentuale del debito, o, in alternativa, dilazionando l’intero importo dovuto in sorte capitale per la durata del Piano di riequilibrio in otto rate annuali, fino al 2023». Questo, in sintesi, è il contenuto uniforme delle missive a firma del Sindaco e del Segretario Generale/Direttore Generale che, nella giornata di martedì sono state inoltrate ai creditori dell’Ente.
Secondo gli amministratori di palazzo Zanca «l’adesione dei creditori alle proposte transattive permetterà di disporre di quella liquidità, consentita dall’accesso al Fondo di rotazione, indispensabile all’Ente per onorare i propri debiti».
L’Amministrazione torna quindi a ribadire che « il piano di riequilibrio diventa un importante strumento di risanamento finanziario, ma anche di equa soddisfazione dei creditori e di rilancio per la stessa economia locale».
I vertici di Palazzo Zanca parlano del piano di riequilibrio come se già fosse “vigente” e invece siamo ancora alla fase della rimodulazione e alla vigilia del passaggio in Aula di una delibera che non convince troppo i consiglieri comunali. Ammesso che il provvedimento superi la “prova” del Consiglio, molto dipenderà dal parere dei revisori, il piano di riequilibrio passerà poi ai raggi X della Corte dei Conti. E lì non ci saranno sconti.
Danila La Torre
Ahahah… bla bla bla. Annati a cogghiri patati chi è megghiu!
Ahahah… bla bla bla. Annati a cogghiri patati chi è megghiu!
i patati non voluni esseri cugghiuti da questi improbabili e quindi protestano e chiamanu e sindacati,picchi voluni esseri cugghiuti dai tibetani.
i patati non voluni esseri cugghiuti da questi improbabili e quindi protestano e chiamanu e sindacati,picchi voluni esseri cugghiuti dai tibetani.
Cara Danila LA TORRE ti manifesto la stima per la tua professionalità, come la Gabanelli studi approfonditamente i documenti e spesso li pubblichi, un esempio raro di giornalismo che si occupi di finanza locale, forse è venuto il momento di dedicarti ai bilanci dell’ARS, BRAVISSIMA. Leggiamo insieme del Piano di Riequilibrio, delibera 23/C del 2/09/2014, a pag.107, l’AZIONE 2 per il reperimento di risorse finanziarie, è relativa alle ECONOMIE DA IMPOSTA TARES/TARI. Manifestai con un commento le mie perplessità per le AZIONI del piano in cui c’era la manina di Romolo DELL’ACQUA, ma sia la prima commissione che poi il consiglio comunale, a dire il vero anche i revisori, non approfondirono l’AZIONE di cui parlo, RILEGGILA E FACCIAMOLO INSIEME.
Cara Danila LA TORRE ti manifesto la stima per la tua professionalità, come la Gabanelli studi approfonditamente i documenti e spesso li pubblichi, un esempio raro di giornalismo che si occupi di finanza locale, forse è venuto il momento di dedicarti ai bilanci dell’ARS, BRAVISSIMA. Leggiamo insieme del Piano di Riequilibrio, delibera 23/C del 2/09/2014, a pag.107, l’AZIONE 2 per il reperimento di risorse finanziarie, è relativa alle ECONOMIE DA IMPOSTA TARES/TARI. Manifestai con un commento le mie perplessità per le AZIONI del piano in cui c’era la manina di Romolo DELL’ACQUA, ma sia la prima commissione che poi il consiglio comunale, a dire il vero anche i revisori, non approfondirono l’AZIONE di cui parlo, RILEGGILA E FACCIAMOLO INSIEME.
LETTURA DELL’AZIONE 2 “ECONOMIE DA TARES/TARI”. Le risorse originariamente destinate alla copertura totale del
costo del servizio rifiuti in eccedenza sull’importo tariffato VENGONO ECONOMIZZATE nel bilancio e possono essere,anche parzialmente,destinate agli impieghi. Poiché il costo del servizio nel 2012 è risultato a bilancio pari a
€42.417.262,mentre il ruolo TARSU è stato di €32.223.250,ne risulta un margine di bilancio pari a €10.194.012(è la differenza). Di tale somma nel 2013 sono stati utilizzati €4.787.072 per il saldo di debiti fuori bilancio.La proposta è il consolidamento per tutto il periodo del piano di tale destinazione,cioè a pagamento dei DFB,risulta così una risorsa complessiva di €47.870.720 nel decennio. COSA NE PENSI?
LETTURA DELL’AZIONE 2 “ECONOMIE DA TARES/TARI”. Le risorse originariamente destinate alla copertura totale del
costo del servizio rifiuti in eccedenza sull’importo tariffato VENGONO ECONOMIZZATE nel bilancio e possono essere,anche parzialmente,destinate agli impieghi. Poiché il costo del servizio nel 2012 è risultato a bilancio pari a
€42.417.262,mentre il ruolo TARSU è stato di €32.223.250,ne risulta un margine di bilancio pari a €10.194.012(è la differenza). Di tale somma nel 2013 sono stati utilizzati €4.787.072 per il saldo di debiti fuori bilancio.La proposta è il consolidamento per tutto il periodo del piano di tale destinazione,cioè a pagamento dei DFB,risulta così una risorsa complessiva di €47.870.720 nel decennio. COSA NE PENSI?
Mariedit, non capisco sembrerebbe che ci sia un disavanzo di €10.194.012 e non un margine positivo di bilancio…..?
Da ultimo una osservazione tra le tante possibili, ma come si può fare una contabilità su somme stimate? Stima nei debiti, Stima sui disavanzi delle partecipate, stima sulla capacità di riscossione, stima sui costi dela gestione… eccc boo! Forse chiamare il mago Merlino sarebbe meglio.
Mariedit, non capisco sembrerebbe che ci sia un disavanzo di €10.194.012 e non un margine positivo di bilancio…..?
Da ultimo una osservazione tra le tante possibili, ma come si può fare una contabilità su somme stimate? Stima nei debiti, Stima sui disavanzi delle partecipate, stima sulla capacità di riscossione, stima sui costi dela gestione… eccc boo! Forse chiamare il mago Merlino sarebbe meglio.
LUIBEN è sveglio,scrive di mago Merlino SIGNORINO,il quale estrae dal suo cilindro il coniglio AZIONE economie da imposta tares/tari pari nel decennio a €47.870.720.Il professore ci prova e spera che la Corte dei Conti apprezzi il suo sofisticato gioco di prestigio,quelli del Consiglio Comunale se li mangia in un sol boccone,mentre con i Revisori dei Conti non ci saranno problemi,sono dei commercialisti e propongono spesso questi giochi di prestigio ai loro clienti. C’è un solo sistema contabile che possa sanare i conti in profondo ROSSO di quasi tutti i Comuni, per almeno tre anni BILANCI di CASSA, di cui conosco gli svantaggi,ma i Comuni sono di fatto falliti, tranne un’esigua minoranza, specialmente le loro partecipate.CONVIENE L’AGONIA?
LUIBEN è sveglio,scrive di mago Merlino SIGNORINO,il quale estrae dal suo cilindro il coniglio AZIONE economie da imposta tares/tari pari nel decennio a €47.870.720.Il professore ci prova e spera che la Corte dei Conti apprezzi il suo sofisticato gioco di prestigio,quelli del Consiglio Comunale se li mangia in un sol boccone,mentre con i Revisori dei Conti non ci saranno problemi,sono dei commercialisti e propongono spesso questi giochi di prestigio ai loro clienti. C’è un solo sistema contabile che possa sanare i conti in profondo ROSSO di quasi tutti i Comuni, per almeno tre anni BILANCI di CASSA, di cui conosco gli svantaggi,ma i Comuni sono di fatto falliti, tranne un’esigua minoranza, specialmente le loro partecipate.CONVIENE L’AGONIA?
Anche la Regione Siciliana è fallita da un pezzo, anzi il RIVOLUZIONARIO poi RE SARO ha aggravato la siutuazione contabile. Sapete il numero e i costi salatissimi dell’esercito di siciliani a carico di MAMMA REGIONE? Sono 154.187 con un costo di €6.415.341.245. Nel dettaglio il numero dei dipendenti regionali diretti e indiretti sono 75.752 costo €4.881.938.230; qiello dei precari 62.186 costo €932.790.000; i pensionati regionali 16.249 costo €600.613.015. Cosa resta per l’agricoltura e allevamento, pesca, turismo, infrastrutture, piccole e medie aziende, ambiente e rischio idrogeologico, cantieristica e porti, ricerca, occupazione giovanile e seria formazione professionale, UN TUBO.
Anche la Regione Siciliana è fallita da un pezzo, anzi il RIVOLUZIONARIO poi RE SARO ha aggravato la siutuazione contabile. Sapete il numero e i costi salatissimi dell’esercito di siciliani a carico di MAMMA REGIONE? Sono 154.187 con un costo di €6.415.341.245. Nel dettaglio il numero dei dipendenti regionali diretti e indiretti sono 75.752 costo €4.881.938.230; qiello dei precari 62.186 costo €932.790.000; i pensionati regionali 16.249 costo €600.613.015. Cosa resta per l’agricoltura e allevamento, pesca, turismo, infrastrutture, piccole e medie aziende, ambiente e rischio idrogeologico, cantieristica e porti, ricerca, occupazione giovanile e seria formazione professionale, UN TUBO.