Nei due villaggi collinari rimangono evidenti le “ferite” al territorio lasciate dall’evento calamitoso. Drammatica la situazione per due famiglie residenti in Contrada Zillarina, sgomberate e private di qualsiasi sostegno. Il consigliere comunale Guerrera incalza l’amministrazione, sollecitando interventi immediati di messa in sicurezza
I villaggi di Cumia superiore e Cumia inferiore abbandonati al loro destino. Dopo l’alluvione dello scorso 1°marzo, nei due villaggi collinari è stato dichiarato prima lo stato di calamità e poi lo stato d’emergenza, ma i progetti di messa in sicurezza –per i quali sono stati stanziati 3 milioni di euro – sono rimasti sulla carta e, ad oggi, in quelle aree – certamente tra le più vulnerabili della nostra città – rimangono, evidenti, le profonde “ferite” al territorio lasciate dall’evento calamitoso. A riaccendere i riflettori sull’allarmante situazione di Cumia inferiore e Cumia superiore è il consigliere comunale dell’Udc, Domenico Guerrera che, un’interrogazione indirizzata all’assessore alle manutenzione Isgrò ed al sindaco Buzzanca ( che ha la delega alla Protezione civile), descrive con dovizia di particolari la drammatica condizione in cui versa quella fetta di territorio messinese ed invoca interventi immediati.
«La carreggiata stradale, unica via d’accesso ai due villaggi – scrive – risulta erosa in vari punti da frane o segnata da profonde fessurazioni dovute al dissesto del territorio; i detriti provenienti dalle numerose frane si sono riversati lungo la strada, riducendo la viabilità ad un budello con grave rischio per chi giornalmente è costretto a transitare con gli autoveicoli. Dall’alluvione, sono stati lasciati sui muri parapetto della strada (dove esiste) cumuli di fango, mentre nelle cunette che dovrebbero servire per lo scolo delle acque piovane cresce rigogliosa una fitta vegetazione, mai estirpata che non consente una corretta regimentazione delle acque.
I new Jersey collocati da diversi anni per segnalare il pericolo del cedimento di un muro di sostegno lungo la strada – continua Guerrera – sono stati aggrediti da vegetazione spontanea di tipo invasivo, ma nulla si è fatto per la messa in sicurezza del muro».
Il dissesto è evidente anche nel cimitero dei due villaggi, dove un «movimento franoso ha danneggiato parte della pavimentazione e lesionato i muri di contenimento».
Estrema fragilità del territorio , dunque, che «non fa dormire sonni tranquilli agli abitanti dei due villaggi collinari», i quali temono di rivivere,con le piogge autunnali ed invernali, la paura di quel primo marzo .
Accanto ai disagi “collettivi” si consumano drammi “soggettivi” come quello vissuto da due famiglie residenti in Contrada Zillarina, a cui sono state notificate ordinanze di sgombero ma alle quali non è stato fornito alcun tipo di sostegno. E’ il caso, ad esempio, del signor Morabito, marito e padre di due figli, rimasto per di più senza lavoro dopo il licenziamento da un noto albergo messinese. Morabito , attualmente senza un tetto sotto cui vivere e costretto a chiedere ospitalità presso amici e parenti, ha deciso di inviare una lettera al prefetto Alecci ed al primo cittadino Buzzanca: «un’ordinanza di sgombero –scrive- non deve essere emessa solo ed esclusivamente per avere la coscienza a posto , ma deve essere propedeutica all’eliminazione dei gravi rischi , a cui sono esposti i cittadini».
Ed è proprio sull’immobilismo delle istituzioni che Guerrera incalza l’amministrazioni comunale, interrogando Buzzanca ed Isgrò «al fine di sapere quando i progetti saranno cantierabili , atteso che lo stato attuale dei luoghi richiede la massima urgenza nella esecuzione delle opere di messa in sicurezza del territorio».
Il consigliere attende risposta… (Danila La Torre)