Assemblea pubblica al Comune, dove erano assenti i destinatari del messaggio. Gli ex di Alleanza nazionale pronti a riprendersi la loro storia politica, ripartendo dalla piazza e dalla gente
Il grido di dissenso si era levato forte già due settimane fa, in occasione della conferenza stampa dal leit motiv “Azzeriamo il Pdl” (vedi correlato), ma adesso la rottura tra circoli “Quo Usque Tandem…” della Giovane Italia e “Catilina-Morgana” ed i vertici del partito sembra insanabile. Dall’assemblea pubblica che si è svolta questa mattina nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, i giovani ma anche i meno giovani del Pdl, tutti ex iscritti all’ormai defunta Alleanza nazionale, hanno lanciato un aut aut : o il Popolo delle Libertà rinnova i suoi vertici attraverso lo strumento partecipativo delle primarie oppure il partito non potrà più contare sul loro appoggio.
Una scelta certamente non facile, ma necessaria. «Non vorremmo distruggere una casa che abbiano contribuito a costruire , ma l’attuale classe dirigente ha fallito e non possiamo fare finta di niente». Così Piero Adamo, che cita il caso dell’Autorità portuale, con la designazione calata dall’alto di De Simome, come il «paradigma del fallimento», con i rappresentanti degli Enti locali «incapaci di difendere persino il loro diritto di scelta». I “dissidenti” del Pdl non hanno ancora stilato un progetto elettorale vero e proprio, ma hanno ben chiaro un concetto, espresso in maniera netta da Ferdinando Croce: «Per noi il bene supremo saranno la città ed i cittadini. Perseguiremo gli interessi della collettività e non quello del singolo candidato o del partito».
Coloro che orbitano attorno ai circoli “Quo Usque Tandem…” della Giovane Italia e “Catilina-Morgana” vogliono ripartire da zero, azzerando i vertici del Pdl, ma vogliono soprattutto ripartire dal basso , recuperando il contatto vero e genuino con la gente e riappropriandosi della piazza, unica e vera carta vincente di Grillo e del suo movimento. Ne è convinto Ciccio Rizzo, costretto ad un corsa elettorale solitaria in quel di Lipari perché abbandonato anzi contrastato dal suo stesso partito, del quale – sino a quel momento – si sentiva di essere non solo parte integrante ma fondante. «Il successo si Grillo – ha spiegato nel suo intervento – non dipende da ciò che dice, ma dal fatto che va in piazza. Durante la mia campagna elettorale andavo a piedi, sotto il sole, in tutti i vicoli più reconditi delle Isole Eolie per incontrare le persone e parlare con loro. Il mio avversario viaggiava in elicottero». La gente, quindi, come terminale finale di una politica che ha perso la bussola e, come ha ricordato ancora Rizzo, «dà spazio a «persone come Scilipoti , che quando si è candidato al Consiglio comunale ha preso 85 voti». Questione di numeri? Assolutamente no, questione di etica, piuttosto : «La politica – ha concluso Rizzo – per me non è il mio pane, ma il mio cuore, la mia mente».
Con l’assemblea odierna, i giovani del Pdl, dunque, hanno voluto volgere lo sguardo al futuro, senza però dimenticare il passato e la loro storia politica, dalla quale non nascondono di voler attingere, soprattutto per “rispolverare” i valori della destra e quel senso di appartenenza inevitabilmente affievolitosi in questi anni di convivenza, sotto il tetto della Casa della Libertà, con chi in quei valori non si è mai riconosciuto. Lo ha sottolineato Ciccio Rizzo, ma lo ha ribadito anche Aldo Borgosano, presidente del Circolo “Catilina-Morgana”, che ha affermato in maniera lapidaria: «Noi siamo di destra, non di centro-destra».
Il passato, dunque, che diventa presente e futuro, quasi – questa è la sensazione – a voler rinnegare il matrimonio con Berlusconi, amico di ieri, nemico di oggi. Il messaggio dei giovani Pdl ai vertici del partito è inequivocabile: o si cambia direzione o le strade si separeranno. L’annuncio di quello che sembra un imminente divorzio è stato ascoltato in sala solo dagli assessori Scoglio e Sparso, dall'ex Pippo Rao e dai consiglieri comunali Chiarella e Capurro . Non c’era Buzzanca, impegnato con i Russi, né Garofalo, ma non serviranno carte bollate per decretare la fine di un percorso comune. (Danila La Torre)
E bravi!!! vi siete risvegliati dal torpore o non avete avuto abbastanza?
i ruoli si conquistano, non si assegnano per amicizia o cognome. I voti di preferenza contano molto, perché indicano la fiducia riposta in quel candidato.
La storia si ripete perchè gli uomini sono uomini ed i quaquaraquà …. no. Erano belli i tempi del 61 a 0 del 2001. Allora si che i vari Berlusconi, dell’Utri, Garofalo, Crimi, Nania, Buzzanca, Martino & Co. erano bravi e venivano osannati. QUALUNQUE COSA FACESSERO. Ora che la nave affonda i topi scappano.
A questi signori vorrei chiedere, per esempio, dov’erano quando il governo Berlusconi con Martino ministro della difesa ha provocato tutti i guasti che hanno ridotto Messina nelle condizioni che tutti conosciamo.
Quanti bei circoli di giocatori di carte! Voi, giovani del Pdl, vorreste recuperare la piazza dopo che gran parte dello sfascio è stato provocato dai vostri mentori? Tremate perchè i movimenti di antipolitica metteranno a rischio le poltrone future di chi siederà negli ambiti scranni delle varie istituzioni. Non temete, ci sarà posto anche per voi e quelli del PD, UDC e via discorrendo. Messina e Provincia sono territori facili da espugnare con slogans e false promesse.
Quando la nave affonda, i topi fuggono.