Lo scrittore Rudyard Kipling disse che “L’oriente e l’occidente non dovrebbero mai incontrarsi”.
Eppure in un certo senso sta accadendo.L’economia mondiale ha assunto un assetto bipolare,diametralmente opposto, ma in forte contatto.Le aziende del lusso occidentali, sbarcano in Cina ,India,Giappone per esportare il nostro modo di vivere, la nostra cultura, le nostre radici.
A confermarlo,nell’ambito della moda, è la proposta degli stilisti Dolce e Gabbana.Giocando le carte vincenti del neorealismo italiano e della “sicilianità” enfatizzata, fanno ricamare nelle t-shirt i dettagli della vita di un siciliano qualunque che intimamente rassegnato all’ordinarietà dei suoi giorni si aliena fissando un decoro di una chiesa, la domenica mattina, unico momento di bellezza e di ascensione.
Anche Prada mette in scena l’ordinario, il normale e sebbene l’approccio sia più “laico”, anche il suo uomo è assorto,in continuo sovrappensiero, alla ricerca di qualcosa di astratto. Lo svela un didascalico colletto andato fuori posto.
Costume national, nella persona di Ennio Capasa, invita i giovani ad una rivoluzione sofisticata, diversa da quelle che abbiamo visto attuare nel corso del 900, più consapevole. Affonda la lama con la precisione e l’efficacia presa in prestito da un Samurai Zen.
Spiritualità, ricerca, consapevolezza e precisione: l’eterna ghirlanda brillante dell’oriente illumina anche qui, accende l’istinto ad una ricerca che si esprime in un linguaggio tipicamente occidentale dualistico, mentale con il risultato che… non c’è niente di chiaro.Tutto è nel caos,quindi, “tutto” molto proficuo.
Prossimamente: Kenzo ,Versace,Vivienne Westwood.
Maria Giulia Giuttari
Dopo varie esperienze di vita in Italia ed all’estero, Maria Giulia Giuttari torna a Messina per occuparsi dell’azienda di famiglia che opera nel settore della moda di alto livello da quasi quarant’anni.
