Per l’occasione Franz Riccobono spiegherà il significato del presepe nel regno delle due Sicilie e a seguire, è programmato un intervento straordinario di Carlo Muratori con un canto natalizio scelto dal suo vastissimo repertorio musicale. Per l’occasione il Museo della città esporrà, circostanza praticamente unica, un preziosissimo presepe napoletano del 1700
Domenica 20 dicembre il Museo della Città di Taormina Casa Cuseni ed il Festival delle narrazioni NaxosLegge di Giardini Naxos presentano “Storie di presepi tra Campania e Sicilia”. Per l’occasione Franz Riccobono spiegherà il significato del presepe nel regno delle due Sicilie e a seguire, è programmato un intervento straordinario di Carlo Muratori con un canto natalizio scelto dal suo vastissimo repertorio musicale. Per l’occasione il Museo della città esporrà, circostanza praticamente unica, un preziosissimo presepe napoletano del 1700. Sono statuine con la testa, le mani ed i piedi in terracotta, poi dipinta. La struttura è invece in filo di ferro rivestito di stoppa. Questo per dare possibilità, alla stessa figura, di assumere moltissime posizioni differenti. I vestiti sono tutti in seta proveniente dalla Real Seteria di San Leucio. I decori sono tessuti in filo d’oro. Il modellatore delle statuine fu Giuseppe De Luca. La preziosità del manufatto sta nel significato che il presepe ha sempre avuto per i Siciliani. I moti rivoluzionari del 1812 in Sicilia contrapposero la monarchia borbonica all’aristocrazia siciliana. La corona inglese si alleò con la parte liberale della nobiltà Siciliana mentre il nostro Re Ferdinando IV cercò alleanze tra i nobili Siciliani più conservatori. Ad uno di questi principi regalò, nel Natale del 1811, un presepe napoletano, nel tentativo, infruttuoso, di scongiurare l’alleanza tra Lord Bentick, che in Sicilia rappresentava l’Inghilterra, e la nobiltà Siciliana. Cento anni dopo, la famiglia del fortunato principe siciliano vendette questo presepe, sempre con la stessa logica che ha portato alla dispersione dei preziosi manufatti: prima si vendeva la sacra famiglia, poi i magi, poi il resto. Ed proprio questo “ resto”, la parte sopravvissuta alla dispersione che verrà messa in mostra il 20 dicembre prossimo.La preziosità del manufatto sta nel significato che il presepe ha sempre avuto per i Siciliani.