Donna si reca in ospedale a Patti ma viene dimessa e muore. Il punto sulle indagini

Donna si reca in ospedale a Patti ma viene dimessa e muore. Il punto sulle indagini

Alessandra Serio

Donna si reca in ospedale a Patti ma viene dimessa e muore. Il punto sulle indagini

mercoledì 14 Agosto 2024 - 18:35

Sotto la lente della Procura il mancato ricovero della 62enne, morta per una occlusione intestinale inizialmente scambiata per una normale indigestione

Sarà l’autopsia del dottore Alessio Asmundo a chiarire le cause della morte della 62enne spirata a Patti dove era in vacanza e dopo essersi recata, inutilmente, in ospedale. Francesca Colombo, secondo la denuncia del marito, è stata vittima di una diagnosi sbagliata. Giuseppe Balletta e la moglie erano arrivati a Librizzi da poco, di dove lui è originario, per trascorrere le vacanze dopo l’inverno a Legnano. Con loro, il figlio do 19 anni.

Il malore e il mancato ricovero

Poco dopo la donna ha iniziato ad accusare forti dolori addominali e da Librizzi si è recata al pronto soccorso dell’ospedale di Patti dove, racconta la famiglia, dopo 8 ore di attesa i medici l’hanno dimessa: “È solo un’indigestione, adesso mangi leggero e assuma un gastroprotettore”. Malgrado si fosse attenuta alle prescrizioni, i dolori per Francesca non si sono mai attenuati e 2 giorni dopo, il 9 agosto, è tornata in ospedale dove, dopo la visita, gli è stata diagnosticata una occlusione intestinale che richiedeva un intervento chirurgico d’urgenza. Ma per la 62enne era ormai troppo tardi.

L’inchiesta

L’indagine della Procura di Patti, guidata da Angelo Cavallo che ha affidato il caso alla sostituta Antonietta Ardizzone, mira ora a capire cosa è accaduto alla donna e se poteva essere salvata. Il medico legale incaricato dell’autopsia si è riservato almeno 2 mesi per rassegnare le sue conclusioni. Intanto i Carabinieri hanno acquisito la cartella clinica ed altri incartamenti.

L’ospedale della frattura ingessata col cartrone

Torna sotto i riflettori quindi l’ospedale Barone Romeo di Patti, al centro della vicenda della “ingessatura col cartone”. Sul caso, dopo i provvedimenti dell’Asp a carico dei medici interessati, interviene Il CoAs Medici Dirigenti Sicilia. La sigla dei camici bianchi annuncia che “tutelerà l’operato e l’immagine della collega del Pronto Soccorso di Patti in tutte le sedi, ristabilendo la verità dei fatti accaduti”.

Il segretario regionale Salvatore Macrì spiega che il collega: “…nonostante le limitate risorse a disposizione, avrebbe svolto il suo lavoro con dedizione, scienza e coscienza, utilizzando quanto era nella sua disponibilità, contrariamente a quanto dichiarato dai vertici aziendali e dall’assessore alla Salute. La collega ha operato correttamente, in quanto non poteva riutilizzare dei presidi monouso già utilizzati su altri pazienti per il rischio di infezioni in un arto con cute lesionata da abrasioni e ferite. Confermiamo di aver accertato con nostre ricerche che in quel momento non era presente in Pronto soccorso il materiale adatto al confezionamento di un tutore esterno “nuovo” per quel paziente”, conclude la sigla sindacale.

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