A Palazzo Zanca la firma del protocollo per combattere la violenza sulle donne. Uno stillicidio quotidiano che quest'anno ha ucciso una donna ogni due giorni
Sono le donne che animano il comitato, ma prima di tutto sono madri. Per questo hanno portato le loro bambine (per uno strano scherzo del destino le tre piccole che scorrazzano per Palazzo Zanca sono tutte femmine). Hanno esposto un cartellone che recita «La violenza sulle donne è una sconfitta di tutti». E nella giornata internazionale del contrasto della violenza di genere hanno animato il Salone delle bandiere dell'Unione europea con un incontro dedicato alla cittadinanza per sensibilizzarla sul tema della parità dei sessi.
Esmeralda Rizzi, responsabile delle politiche di genere della Cgil, è una delle promotrici del protocollo per la costituzione di una rete provinciale per il contrasto della violenza sulle donne. Spiega con queste parole il perché dell'iniziativa: «Purtroppo di violenza di genere i media parlano troppo poco e male. Dobbiamo cambiare l'immagine che viene data delle donne: noi lavoriamo, abbiamo gli stessi diritti degli uomini. Eppure siamo noi stesse le prima a non averne ancora coscienza». Per questo il gruppo che ha dato vita all'incontro ritiene fondamentale che si avvii un percorso di educazione al rispetto della parità fra donne e uomini. «La nostra attenzione è rivolta specialmente alle scuole — continua la Rizzi — dove promuoviamo iniziative culturali».
Il protocollo è stato firmato da diverse istituzioni del territorio messinese: la Questura, tutti i sindacati, l'ordine dei medici e quello degli avvocati, l'Università, l'ufficio scolastico provinciale, Confindustria e i presidi medico-sanitari. Ciascuno può fare la propria parte, accogliendo le denunce, favorendo l'occupazione e l'indipendenza femminile, rimuovendo gli ostacoli alla parità, informando. «La violenza sulle donne è un orrore, una mostruosa guerra civile. Si combatte con un cambio di mentalità nella testa delle persone, sia donne sia uomini» ha spiegato Esmeralda Rizzi. Soprattutto, serve un'informazione e una formazione continua, che non si limiti al 25 novembre. «Il 14 febbraio aderiremo all'iniziativa "One billion rising"», manifestazione promossa da Eve Ensler che vuole portare un miliardo di donne ad alzarsi in piedi, cantare e ballare per scuotere la Terra e rivendicare la libertà del proprio corpo. (Ilaria Raffaele)