Donne che odiano le donne

Donne che odiano le donne

Giusy Pitrone

Donne che odiano le donne

martedì 07 Maggio 2019 - 08:00

Non si sa perché ma non si dedica mai spazio ad un’attività oltremodo diffusa: insultare la gente. Eppure, soprattutto ultimamente, attribuire epiteti e ingiurie al prossimo è diventata un’usanza quasi quotidiana. Non solo in auto, negli stadi e nei dibattiti politici, ma anche nella nostra vita di tutti i giorni, complici sicuramente i social network, insultiamo qualcuno.

La cosa sorprendente è che le donne stanno surclassando gli uomini in questa catartica espressione della libertà di parola. Non abbiamo più niente da invidiare ai maschi – se non la possibilità di urinare in ogni dove – tantomeno nell’arte dell’insulto. Siamo volgari e taglienti quanto e più di loro, anzi, abbiamo il sesto senso per individuare il punto debole delle nostre vittime e andare a colpirle. Chi di noi non ha esposto un dito medio a un camionista, o paragonato un ex fidanzato ad una parte di sterco o ancora, definito testicolo un automobilista che accelera su una pozzanghera, accanto al marciapiede dove camminiamo col trench color cachi acerbo.

Abbiamo davvero conquistato tutto. Ma là dove diamo il massimo di noi stesse, è nel giudizio sulle colleghe di genere. È vero, gli uomini amano fare dei richiami alla leggendaria incapacità femminile di guidare e invitano le suddette a dedicarsi all’arte del ricamo e del lavoro a maglia. Ma molte (troppe) di noi invece, si possono permettere di dare dei giudizi, dall’alto della propria esperienza, sulle altre donne. E i suddetti giudizi, sempre più spesso, sono sugli usi e costumi sessuali. Le parole forti intendo, quelle proprio violente, che non sono semplici insulti. Quelle che racchiudono in sé, in poche sillabe, tutta una storia circa l’uso (presunto) del proprio corpo.

Per semplificare, se non do la precedenza a qualcuno che viene da destra, se si tratta di un uomo, mi becco un cretina o deficiente (dipende poi dalla finezza dell’individuo), se trattasi di donna, mi prendo un colpo di troia. Perché siamo così argute e così intelligenti da capire in pochi istanti che una mancanza di educazione stradale dipende sicuramente da costumi libertini.

Se nella vita lavorativa ci si imbatte in una donna che ricopre un ruolo importante, nella maggior parte dei casi l’uomo si farà venire l’ulcera al solo pensiero che una che si depila le ascelle guadagni più di lui, una donna passerà in rassegna mentalmente e verbalmente tutte le varianti con cui la signora in questione ha irretito un maschio che l’ha messa lì dove si trova. E niente, siamo troppo avanti. Già ai tempi dell’Università, se una collega prendeva un 30 nelle materie ostiche, le si marchiava la lettera scarlatta sul petto, perché era chiaro come il sole che non poteva aver trascorso notti e giorni sui libri, né essere dotata di un cervello di tutto rispetto; aveva sicuramente sedotto il docente. E queste attente disamine erano sempre opera di colleghe donne.

Pensiamo alle donne del mondo dello spettacolo. È lapalissiano che abbiano raggiunto la fama non per talento né per fortuna, bensì per sapiente uso dei loro corpi. E mica ce lo teniamo per noi, lo comunichiamo alla diretta interessata, grazie ai nostri arguti commenti sui social. Si crede erroneamente che l’insulto sessista provenga dagli uomini; ebbene, basta seguire attentamente facebook o instagram per rendersi conto del contrario. Le donne hanno la zoccola facile, non nel senso delle mamme di una volta che usavano percuotere i figli con le calzature da casa. Leggiamo i commenti, per renderci conto di cosa una mente raffinata come quella femminile può partorire in tema di deplorevoli espressioni della sessualità.

Che non si pensi che le autrici di questi giudizi e commenti siano ragazzine invidiose e spavalde; se si va a guardare i rispettivi profili si scoperchia un mondo di signore “perbene”: insegnanti, imprenditrici, donne mature e di cultura. Che dopo aver dato della troia a una Ferragni o a una Belen, postano qualche locandina/manifesto contro la violenza sulle donne. Non una di meno, schifosi uomini violenti! Non toccate le donne che a pestarle con le parole ci pensiamo noi.

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