Donne nel mercato del lavoro: la loro esclusione frena la crescita del Paese

Donne nel mercato del lavoro: la loro esclusione frena la crescita del Paese

Autore Esterno

Donne nel mercato del lavoro: la loro esclusione frena la crescita del Paese

mercoledì 19 Luglio 2023 - 11:43

Sebbene molti si ostinino a dire che ormai le disparità di genere nel mondo del lavoro siano superate, i dati raccolti raccontano tutt’altra storia (redazionale)

In un momento di crisi economica con l’inflazione che galoppa, il minor livello di occupazione femminile è uno di quei fattori che frena la crescita. Sebbene molti si ostinino a dire che ormai le disparità di genere nel mondo del lavoro siano superate. I dati raccolti raccontano tutt’altra storia. Infatti, esiste ancora il cosiddetto gender gap, cioè una differenza di retribuzione tra uomini e donne in favore dei primi, sempre a parità di mansione e anzianità. Insomma, l’unico fattore che spiega questa differenza è proprio il genere del dipendente. Ma non è finita qui perché a rendere il mondo del lavoro un luogo inospitale per le donne ci si mettono anche altri fattori, spesso meno evidenti. Ad esempio, durante i colloqui, i datori di lavoro e intervistatori più in generale, tendono a mettere in cima al mucchio i curriculum vita dei candidati uomini

Occupazione femminile in Italia: sotto la media europea

In Italia, rispetto agli altri Paesi dell’area Euro, l’occupazione femminile è più bassa: solo il 41% delle donne partecipa attivamente nel mercato del lavoro, senza contare che il mercato è già di per sé un Far West con proposte ridicole di retribuzione, orari infinti e paghe in nero. Per sapere a chi vale la pena mandare la propria autocandidatura, meglio consultare le opinioni sui datori di lavoro sul portale di opinioni.gowork.com

Bilancio famigliare: il reddito più rilevante è quello del marito 

La minore presenza femminile nel mercato del lavoro si ripercuote poi in altri ambiti. Ad esempio, in tutta Europa, l’Italia è il paese in cui il reddito del marito è quello più rilevante. L’uomo è l’unico della coppia a lavorare nel 30% dei casi, risultando quindi l’unica entrata. È invece l’entrata principale e più sostanziosa per un altro 30% delle famiglie italiane, il che piazza il nostro Paese ben lontano dallo standard europeo. Il principale percettore di reddito è quindi l’uomo facendo sì che la famiglia dipenda totalmente, o comunque principalmente, dl marito.

Meno del 10% delle famiglie italiane dipende dal reddito della donna. In realtà, questo dato non si distacca molto da quello europeo ma la vera differenza si trova relativamente alla percentuale di nuclei famigliari in cui marito e moglie hanno un’entrata economica simile. In Italia i redditi dei due coniugi sono uguali solo in un caso su quattro, mentre la media europea è una su tre

Le conseguenze di un sistema viziato per le donne 

È importante indagare le ragioni per cui le donne partecipano meno nel mercato del lavoro, partendo dall’analisi prettamente culturale. Non solo le donne guadagnano meno, ma sono discriminare perché spettano a loro i compiti di cura famigliare. Inoltre, spesso le donne sono relegate in settori e mansioni dove la paga è minore, fattore che rende quindi più facile rinunciare al lavoro o ridimensionarlo a un part-time per star dietro alla famiglia, mentre è più difficile rinunciare al lavoro del marito su cui si basa il bilancio famigliare. Agevolare e favorire l’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, agendo anche su fattori culturali, può essere la chiave per uscire dal momento di crisi.  

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