La madre dell'urologo barcellonese ha ricevuto a Galati Mamertino il I Premio "Francesca Serio", antesignana delle "mamme coraggio".
“L’antimafia è fatta di tanti uomini e donne, perció non siamo tutti uguali. Peró, come dice sempre Don Ciotti, è il “noi” che dobbiamo costruire. No ai personalismi, per combattere il crimine dobbiamo restare uniti e lavorare”.
Angelina Manca a Galati Mamertino per il I Premio Francesca Serio lancia un appello alla coesione all’interno del fronte antimafia, perché non sia ostacolato da polemiche interne. La madre di Attilio Manca, l’urologo barcellonese morto a Viterbo in circostanze poco chiare, getta comunque acqua sul fuoco: “Mi importa soltanto – spiega – che tutti noi possiamo lavorare sempre e al meglio”.
E il lavoro di Angelina Manca è instancabile. Da quando il figlio è scomparso e dietro la sua morte han cominciato a profilarsi le ombre di insabbiamenti e depistaggi, da maesta di scuola e madre ferita Angelina è diventata portavoce dell’impegno nella società civile per la diffusione della cultura della legalità, e continua a condurre la sua personale battaglia per ottenere la verità sulla vicenda di Attilio. In questa veste Angelina Manca è diventata punto di riferimento di chi quotidianamente si occupa delle stesse tematiche, nel messinese e non soltanto.
Ed è per questo che ha ricevuto il I premio intitolato a Francesca Serio, la madre del sindacalista Salvatore Carnevale, ucciso negli anni ’50 a Sciara, nel palermitano. Impegnata sin da subito per ottenere la verità sull’omicidio del figlio, ha ottenuto la condanna in I grado di assassini e mandanti, tra mafiosi e potenti del posto, assistita da Sandro Pertini. Il suo impegno di donna fuori dai dettami dell’epoca e di mamma coraggio è da sempre riconosciuto a Sciara, dove le è stato intitolato un museo. Meno nota è sui nebrodi, sebbene fosse originaria di Galati Mamertino.
Ecco perché il Circolo Socialista Italo Carcione ha voluto l’iniziativa ed ha scelto Angelina Manca come prima premiata. Madrina dell’evento è stata Cettina Merlino, vedova del professore Adolfo Parmaliana, altra figura diventata simbolo della battaglia per la legalità nel messinese.
Una battaglia “al femminile” , nella chiave offerta dal Premio, per nulla scontata, come dimostrano le polemiche che, solo qualche giorno prima, hanno accompagnato l’intitolazione di una piazza a Graziella Campagna a Rometta. Anche la nipote della giovinetta di Villafranca, vittima di mafia, era presente a Galati, dove la I edizione del Premio è diventata una occasione per aprire il dibattito su una battaglia ancora tutta da combattere, quella per la verità e la giustizia a Messina e provincia.
Accanto ad Angelina Manca e Cettina Merlino c’erano quindi il segretario del circolo Italo Carcione, Fabio Cannizzaro, il professore Alfonso Fratacci, il giornalista Luciano Mirone e lo scrittore Luciano Armeli, entrambi autori di libri che ripercorrono la vicenda di Attilio Manca e l’inchiesta ancora aperta sulla sua morte.