ll commissario del Pd e la capogruppo consiliare hanno firmato una nota congiunta in cui analizzano quanto accaduto ieri in aula co la delibera sulla decadenza per ineleggibilità della consigliera Donatella Sindoni. Il Pd avrebbe guadagnato un consigliere dall'uscita di scena della Sindoni. Per i due esponenti non è stata rispettata la legge.
Nei giorni scorsi aveva affidato delle pesanti considerazioni ad un post Facebook che poi era diventato oggetto di polemiche e scontri in aula. Adesso, all’indomani del voto del consiglio sul caso Sindoni, il commissario del Pd Ernesto Carbone sceglie toni più soft ma promette battaglia e invoca l’intervento della magistratura per dipanare una questione che in queste ultime settimane è andati avanti a suon di botta e risposta, conferenze stampa, diffide, atti stragiudiziali, esposti in Procura.
L’astensione di massa ieri sulla delibera di decadenza della ex consigliera Pd, oggi transitata a Grande Sud, ha portato alla bocciatura del provvedimento, dunque Donatella Sindoni resta al suo posto. Hanno votato a favore solo CMdB e Pd, proprio quel Pd che avrebbe guadagnato un consigliere in aula dall’uscita di scena della Sindoni.
Astensione che ha fatto sbottare ieri in aula il consigliere Pd Gaetano Gennaro e che viene contestata oggi anche dalla capogruppo consiliare Antonella Russo e dallo stesso commissario cittadino Carbone.
«La scelta appare decisamente strumentale ad una finalità politica e personale più che alla chiara applicazione di una norma di legge che può non piacere ma deve essere necessariamente applicata, come stabilito dagli organismi regionali che si sono espressi senza tentennamenti a favore della decadenza della consigliera Sindoni.
Il Partito democratico di Messina, con il suo voto a favore della decadenza, si è espresso nella direzione del rispetto della legge, anteponendolo a qualsivoglia ragionamento di diversa natura; non possiamo dire che lo stesso è stato fatto da altre forze politiche presenti in Consiglio. Avrebbero fatto meglio i 20 astenuti ad esprimere un voto di aperto dissenso rispetto al disposto normativo secondo il quale la consigliera Sindoni era ed è ineleggibile; sarebbero stati, almeno, consequenziali rispetto al contenuto delle loro dichiarazioni. Il Partito democratico è altro rispetto a logiche di appartenenza partitica o di altra natura, ed anche oggi lo ha dimostrato.
Vedremo se la magistratura, eventualmente adita, darà conferma, come auspicato, della illegittimità dell’odierno voto del Consiglio comunale di Messina, e quindi della correttezza e coerenza del voto del Pd».