Siracusano sul futuro Dem a Messina: "Dobbiamo chiudere con ricorsi e divisioni. Ma in città ha vinto Leanza, e non Russo, grazie alla sua organizzazione"
MESSINA – Domenico Siracusano, dirigente del Pd che ha sostenuto Armando Hyerace, eletto segretario provinciale a Messina sul filo del rasoio. Il quadro del Partito democratico a livello di voti vede la zona jonica, con il presidente del Congresso Giacomo D’Arrigo come riferimento, per Hyerace; i Nebrodi, con il deputato regionale Calogero Leanza, e il capoluogo in prevalenza per Alessandro Russo. Vi aspettavate più preferenze per il neo segretario?
“Intanto mi lasci ringraziare le iscritte e gli iscritti del Partito democratico che, nelle ultime settimane, hanno fatto vivere spazi di militanza e partecipazione animando quasi cinquanta congressi di circolo. Un esercizio raro, visto che nessuno dei partiti più grandi nel nostro Paese seleziona la propria classe dirigente attraverso un percorso democratico. Rispetto ai risultati, trattandosi di un congresso basato sui tesserati, mi stupiscono le ricostruzioni di alcuni osservatori. Intruppare i circoli con questo o quel “riferimento” rischia di non dare il giusto rilievo all’impegno di chi sul territorio opera quotidianamente. In particolare i circoli della Jonica e della Tirrenica si sono segnalati per attivismo e impegno costante sui temi delle comunità locali, come evidenziato dalla campagna elettorale delle Europee e dall’organizzazione delle Feste dell’Unità di Santa Teresa di Riva e di Roccavaldina, promosse proprio dalla rete dei circoli delle due zone”.
E in città?
“In città, a fronte di circoli meno attivi e organizzati, più che Russo ha vinto il parlamentare regionale Calogero Leanza che, attraverso la sua struttura capillare, specie dei quartieri suburbani, ha consentito il recupero di una mozione per Russo che ha avuto anche il sostegno del capogruppo in Consiglio comunale (Felice Calabrò, n.d.r.). Sui Nebrodi, proprio a smentire un supposto diritto di proprietà su alcune zone territoriali, vanno segnalati i risultati, a sostegno della nostra mozione Essere Comunità, di San Marco D’Alunzio, Sinagra e Alcara Li Fusi. Risultati dovuti a un gruppo di giovani compagni che hanno scelto di tornare all’impegno nel nuovo Pd di Schlein. E non secondo logiche di posizionamento locale”.
In questo quadro regge l’accordo per la sua presidenza o avrebbe senso eleggere un presidente dell’area Russo, dati i numeri?
“Nei prossimi giorni riuniremo il gruppo dirigente della mozione a sostegno di Armando Hyerace che ha scelto, come metodo, la dimensione del confronto e della circolarità. Valuteremo insieme la prima fase del percorso congressuale nella convinzione che, finito il congresso, c’è da gestire un partito. Siamo chiamati a offrire al Pd della provincia di Messina un nuovo gruppo dirigente che, a partire dai circoli, consegni alle comunità un soggetto politico radicato sui temi e tra le persone. L’aggregazione a sostegno di Hyerace ha dimostrato una coesione in questi mesi che forse qualcuno sperava non ci fosse: è questa coesione che deve reggere. Ma non per le carriere di qualche dirigente. Al contrario, per il bene del partito e quindi dell’alternativa politica in città e in provincia”.
Nell’intervista con Tempostretto, il neo segretario getta acqua sul fuoco: “Il nostro non è un partito spaccato e Leanza non è un nemico o avversario”. È una visione ottimistica o pensa che il Pd messinese possa tenere insieme queste anime differenti senza spaccature?
“Rispetto alle differenze e alle spaccature, ma anche rispetto alla necessità di ricostruire circoli e organismi e a definire temi e proposte politiche, sono stato proprio io nell’ultima assemblea prima del congresso, svolta al Royal Hotel, a evidenziare la necessità di un percorso condiviso aperto a tutte le componenti del partito. Credo che oggi, in tanti, si rendano conto che è necessario recuperare uno spirito unitario. Per farlo, però, servono atti concreti. È noto a tutti che sul congresso, appena concluso, gravi una quantità di ricorsi, di cui onestamente ho perso il conto: se vogliamo recuperare un approccio unitario e condiviso il primo gesto da fare sarebbe quello di ritirare i ricorsi e mettersi tutti insieme a lavorare per sviluppare politica e non carta bollata. Non è il tempo dei burocratismi, serve un confronto serrato, ma sui temi e sulle posizioni da assumere, come sta accadendo nel partito nazionale. Più che ottimista, sono fiducioso perché questo è quello che ci chiedono iscritte e iscritti al di là del candidato segretario che hanno votato”.
Sui contenuti, il suo gruppo di riferimento, almeno come dichiarazione di principio, è più orientato a sinistra. Quali sono i temi per Messina su cui puntare e per la sua città metropolitana?
“Le persone con cui mi confronto stabilmente e che, ci tengo a precisare, non sono unicamente ascrivibili alla categoria degli ex Articolo Uno ma militano da tempo del Pd o spesso sono nuovi tesserati, trovano proprio nell’approccio ai temi il senso di una ritrovata militanza. Per questo motivo, questa domanda è la più significativa: le persone riconosceranno il Partito democratico in relazione a a quali battaglie si impegnerà a sostenere e per la sua capacità di stare dentro le contraddizioni delle nostre comunità. Comunità piccole e grandi. E le persone riconoscereranno il Pd sulla base della nostra capacità di elaborare proposte e una visione dello sviluppo. La ringrazio per il riferimento alla sinistra perché credo che il compito del Partito democratico sia proprio quello di definire, nella contemporaneità, come dire parole e come agire fatti compiutamente di sinistra. Il problema non è essere post-democristiani, post-socialisti o post-comunisti, anche perché tante iscritte e iscritti neanche lo sono, ma come incarnare concretamente l’essere di sinistra oggi e, nel nostro specifico, sul nostro territorio”.
Una sinistra contemporanea è ancora possibile?
“Dobbiamo guardare al 2030 e non agli anni ‘90, ‘70 o ‘40 dello scorso secolo. Dobbiamo ridare centralità ai diritti fondamentali: lavoro, salute, istruzione. Da qui discendono le priorità del nostro territorio nel quale la sanità sembra in una crisi irreversibile, il lavoro interpella un nuovo modello di sviluppo che tenga insieme qualità della vita e dell’ambiente, mentre le questioni legate alla formazione e all’istruzione delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi sono decisive per fermare lo spopolamento giovanile. Siamo chiamati a definire una proposta seria e approfondita per lo sviluppo territoriale e farla vivere nella società messinese. Questa è la sfida rispetto a cui dobbiamo farci trovare pronti e che la segreteria di Armando Hyerace saprà affrontare con rigore e dedizione”.