Città Metropolitana: sul bando per disabili visioni diverse tra Cgil e Fd'I

Città Metropolitana: sul bando per disabili visioni diverse tra Cgil e Fd’I

Città Metropolitana: sul bando per disabili visioni diverse tra Cgil e Fd’I

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giovedì 04 Gennaio 2018 - 06:21

I deputati regionali di Fratelli d'Italia Catalfamo e Amata ribadiscono la necessità di modifiche al bando, la Cgil si oppone: è l'unico modo per garantire trasparenza e legalità

Visioni diverse tra Cgil ed i deputati regionali di Fd’I Amata e Catalfamo dopo l’incontro che si è svolto a Palazzo dei Leoni con il Commissario straordinario Francesco Calanna sull’attività amministrativa per l’affidamento del servizio di assistenza all’autonomia ed alla comunicazione degli studenti disabili.

A fine novembre il bando era stato modificato in seguito anche alle polemiche legate alla procedura, ed il nuovo termine di partecipazione alla gara è stato fissato a venerdì 5 gennaio.

Sulla vicenda sono intervenuti sia Antonio Catalfamo che Elvira Amata, nonché il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Giuseppe Sottile, che hanno partecipato all’incontro con Calanna anche al fine di diramare dubbi e perplessità.

Esprimiamo soddisfazione per l’incontro che ha posto al centro del dibattito l’unico interesse di tutela nei confronti dei diritti dei disabili e delle loro famiglie di appartenenza – ha dichiarato Antonio Catalfamo, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, – Oltre le posizioni divergenti sulla formulazione del nuovo bando, è emersa la volontà comune di scongiurare l’interruzione di servizio e assicurare quindi che oltre al danno economico, si sia evitato quello legato ai rapporti personali tra professionisti e ragazzi con disabilità”.

Catalfamo ha comunque ribadito l’importanza delle modifiche da apportare e proposte dai due deputati anche perché il bando introduce una nuova prassi rispetto ad una procedura che aveva invece avuto riscontro positivo da parte delle famiglie.

I due deputati hanno portato all’attenzione di Calanna proprio le perplessità espresse dai genitori ed auspicano una nuova fase di rilettura del testo nell’interesse comune di tutte le parti chiamate in causa.

Al centro di ogni intervento- ha aggiunto Elvira Amata– deve esserci l’utente inteso tanto quanto la persona affetta da disturbi o disabilità quanto le famiglie che sostengono quotidianamente l’impegno non facile di fronteggiare routine spesso complicatissime. E’ importante creare veri e propri albi di operatori, nei quali sia resa trasparente la competenza e la qualifica dei lavoratori del settore, tenendo presente che non tutti possiedono le medesime specializzazioni. Il mondo delle disabilità è sconfinato e ciascuna ha le proprie peculiarità: non possono essere trattate tutte allo stesso modo, e non tutti i sanitari, i tecnici e gli educatori sono competenti in modo assoluto.”

La Amata il 9 gennaio, quando in sede di Commissione Sanità Ars saranno affrontate le linee guida programmatiche, porterà la problematica all’attenzione della deputazione e nel frattempo ha chiesto al commissario Calanna l’istituzione di tavoli di confronto con tutte le parti interessate.

La richiesta di revoca del bando è motivata dalle evidenti mancanze di rispetto delle linee guida Anac- ha aggiunto il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Giuseppe Sottile- quanto messo nero su bianco presenta delle palesi inadeguatezze, a partire dalle conseguenze di una chiusura a diversi operatori. Sono certo che l’incontro avrà dei risvolti positivi, giacché il dialogo tra le parti è stato compreso e condiviso in un dibattito chiaro e scevro di inutili demagogie”.

Chi non la pensa allo stesso modo dei deputati è la Cgil che nel commentare l’esito dell’incontro non lesina le bacchettate.

Non permetteremo – hanno detto Clara Crocè e Giselda Campolo rispettivamente Segretaria Confederale e Segretaria Generale del Nidil di Messina – il ritorno alle precedenti e illegali metodologie d'impiego del servizio . Gli operatori lavoravano e lavorano in nero o tramite il contratto di prestazione occasionale che, in base a Job's Act e normativa seguente, è inapplicabile. Alcune scuole si sono rifiutate di assumersi il rischio e applicare un contratto illegale. Per l'intero anno scolastico gli operatori si sono ritrovati a prestare le loro attività senza ricevere compenso, salvo vedersi accreditare un bonifico, a prestazione ultimata, direttamente dalla Città Metropolitana. Dopo diversi incontri con l'Ente ci è stato chiarito che potesse intercorrere il rapporto lavorativo tra le famiglie e l'operatore ma si tratta di chiara interposizione fittizia di manodopera”.

Secondo la Cgil non è stato instaurato nessun rapporto di lavoro all'INPS con la conseguenza di aver alimentato il lavoro nero ed il rischio di vertenze. L'accordo trilaterale fatto firmare a famiglie, operatori e scuole secondo il sindacato non può qualificarsi come contratto di lavoro, restando una semplice scrittura privata fra le parti. Per Crocè e Campolo il bando di gara è l’unica soluzione da perseguire tenendo in considerazione anche il fatto che il capitolato d’appalto prevede anche "periodiche verifiche e controlli sul servizio acquisito”. I controlli dovranno essere effettuati direttamente dalla Città Metropolitana in collaborazione con la scuola interessata e riguardano sia gli assetti organizzativi del servizio, delle prestazioni concordate e dei livelli di resa del servizio.

In nessun ente pubblico o privato l'utente ha facoltà di scelta del personale adibito allo svolgimento del servizio. Ciò è a tutela delle stesse famiglie dal momento che farà capo all'ente e alla cooperativa la verifica dei requisiti previsti dal servizio- continuano le sindacaliste- Una procedura che non rende la famiglia responsabile della scelta evita anche che si possano verificare favoritismi e forme di ricatto e soggezione dalle parti che mettono in contatto operatori e famiglie a scapito del servizio da fornire al disabile”.

La Cgil è contraria anche alla proposta avanzata dai due deputati Amata e Catalfamo relativa all’istituzione di un albo perché non esiste un Ordine professionale che riguardi gli addetti alla comunicazione e non sono lavoratori autonomi che con una partita iva dedicata possono aprire uno studio privato. Il sindacato ribadisce che l’unica strada di garanzia e trasparenza è un bando e chiede l’attivazione di due tavoli di discussione: uno nazionale ed uno regionale perché i finanziamenti destinati al servizio possano arrivare prima dell'inizio dell'anno scolastico.

R.Br.

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