Faccia a faccia con Nino De Francesco, nuova guida dei Giovani Avvocati Messinesi, gruppo di peso degli assetti associativi nazionali. Che agli sconfitti manda a dire...
E’ Nino De Francesco il nuovo presidente dell’Aiga Messina, l’Associazione dei Giovani Avvocati che ha rinnovato il direttivo locale qualche giorno fa, dopo una campagna elettorale che, dopo tanti anni di compattezza, ha visto due compagini avverse schierarsi e contendersi le cariche. Trentasettenne anni, civilista, formatosi nello studio Barbera-Maiorana dove ha fatto pratica, da un anno e due mesi la sua passione, il suo hobby al quale dedicare l’intero tempo libero, è il primo figlio, un maschietto che adora, da buon neo papà. De Francesco è subentrato a Simona Frida Giuffrida che lo ha appoggiato, insieme al direttivo uscente.
“Mi riempie di orgoglio assumere la carica di Presidente dei Giovani Avvocati di Messina per il biennio 2015/2017, ruolo che intendo svolgere con il senso di responsabilità che dipende, per un verso, dalla tradizione e dal prestigio nazionale della nostra sezione, che intendiamo ulteriormente rilanciare, e al contempo per il delicato momento che l’Avvocatura, quella Giovane in particolare, sta vivendo su tutto il territorio nazionale e nel nostro Distretto. Sarà massimo l’impegno mio personale, del Consiglio Direttivo, dei Consiglieri Nazionali e dei più giovani componenti della Consulta e dello Sportello del Praticante”.
Avvocato De Francesco, da questa competizione il gruppo dirigente Aiga esce sempre più coeso. Quali sono gli obiettivi del nuovo direttivo? “Intendiamo operare in continuità con i precedenti direttivi, valorizzando i tradizionali settori della formazione e dell’aggiornamento, con particolare sensibilità verso i temi di politica forense in agenda. Ancor più di questo, ci impegneremo per affermare il valore sociale della nostra Associazione, che, senza proclami, intendiamo schierare al fianco dei più deboli, di coloro che cercano Giustizia, di chi spesso non ha voce nel complesso meccanismo della Giurisdizione. È questo il ruolo ed il dovere del Giovane Avvocato, su cui ho inteso soffermarmi all’atto del mio insediamento, convinto che la giovane età non sia un alibi, ma comporti l’obbligo di impegnarsi per costruire una società migliore, anche a costo di scelte difficili”.
Quali sono i problemi reali che i giovani avvocati, in particolare quelli messinesi, si trovano ad affrontare? “Le problematiche sono diverse, alcune comuni a tutti i giovani avvocati italiani, altre specifiche. Nel caso messinese in particolare bisogna ricordare, per restare all’attualità, che il nodo del palagiustizia pesa soprattutto sulla nostra categoria. Sono i giovani avvocati, braccio operativo di tutti gli studi legali, quelli che fanno la spola tra un ufficio e un altro, dislocati in diversi punti della città secondo una logica affatto omogenea, lungo una città mal servita dai mezzi pubblici. Sono i giovani avvocati, sia quando svolgono i compiti effettivi dei grandi studi legali in aggiunta o in sostituzione al dominus, sia quando lavorano in proprio e quindi da soli o con al massimo un praticante, a dover presenziare a diverse udienze durante la stessa giornata, in sedi distanti. Siamo noi, insomma, a sopportare i maggiori “costi” dell’attuale edilizia giudiziaria”.
Un ultimo accenno alle vicende elettorali che pure hanno avuto eco mediatica, anche prima dell’Assemblea. “Per la prima volta dalla costituzione, avvenuta nel 1969, l’Associazione ha rinnovato i propri organi direttivi chiamando gli iscritti al voto. Ho concorso alla carica di Presidente con l’amico Pier Paolo Gemelli, proponendo all’Assemblea due gruppi dirigenti alternativi. Ha prevalso la squadra che sosteneva la mia candidatura, all’esito di un confronto serrato, reso ancor più aspro dall’inedita discesa in campo del Presidente del Consiglio dell’Ordine, che ha scelto di intervenire nella competizione a sostegno della lista diversa da quella premiata dai soci elettori. Come accade in ogni confronto, ci sono stati vincitori e vinti, di cui ha già riferito il primo comunicato del Consiglio Direttivo, che, lungi dal rendere giudizi frettolosi, ha invece offerto una chiara fotografia dei due schiarimenti contrapposti. È questa la normale dialettica di ogni consultazione elettorale, rispetto alla quale non credo abbiano significato le prese di distanza ed i distinguo del giorno dopo, specie quando arrivano da chi ha partecipato più che attivamente alla competizione. Come ho già avuto modo di affermare in occasione del mio discorso di insediamento, la contrapposizione termina alla chiusura delle urne. Da quello stesso istante, i contendenti devono ritrovare unità di intenti e di obiettivi, nel tentativo comune di far crescere l’Associazione e di concorrere, tutti insieme, al miglioramento delle condizioni della Giovane Avvocatura messinese. In tal senso va intesa la partecipazione dell’Associazione, a fianco del Consiglio dell’Ordine, alla seduta aperta del Consiglio Comunale del 31 luglio 2015, in cui si discuteva della paventata soppressione della Corte d’Appello di Messina”.
Eppure i toni sono rimasti aspri, anche dopo la sua elezione. “La campagna elettorale è stata animata e forse i toni faticano a stemperarsi per questo, ma credo sia fisiologico. Dal canto nostro, credo sia stata premiata la nostra lealtà, il nostro non aver strumentalizzato i rapporti umani a fini elettorali. Questo ci permetterà di ripartire insieme e ritrovare unità. L’associazione aggrega, non divide d’altronde. Abbiamo un elettorato attivo di 283 soci e siamo uniti.”
(Alessandra Serio)
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George
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