Nonostante oltre 300 lavoratori abbiano già firmato le conciliazioni con Messinambiente, basate su un accordo che solo la Cgil aveva sottoscritto, adesso è il sindacato a chiedere una modifica sul nodo caldo del Tfr. Il commento di Cisl, Uil e Fiadel
Su Messinambiente e il suo concordato, sul fallimento da evitare e sulla procedura in Tribunale, sul vero e proprio caso che si è aperto per il passaggio dei lavoratori che si sono ritrovati con le spalle al muro inchiodati da scadenze che sembravano inderogabili, adesso sembra esser calato il silenzio. Dopo i giorni tumultuosi delle scorse settimane, gli esposti in Procura, le risposte degli assessori di Palazzo Zanca e del legale Marcello Parrinello, il rinvio al 9 febbraio dell’udienza con i creditori ha regalato un po’ di respiro e ha placato gli animi. Almeno per il momento.
In realtà però la questione è tutt’altro che chiusa. E proprio sul fronte dei lavoratori e su quelle conciliazioni che sono finite nell’occhio del ciclone, c’è stata una presa di posizione che potrebbe aprire scenari totalmente nuovi. La Cgil, che fino ad oggi era stata su posizioni nettamente opposte a Cisl, Uil e Fiadel e che aveva siglato l’accordo su cui sono state impostate le conciliazioni già firmate da 347 lavoratori su 488, adesso chiede un’integrazione a quell’accordo del 4 dicembre. Ed in particolare è sul Tfr che si concentra il sindacato. Uno dei nodi caldissimi di tutta la questione. In pratica in base a quell’accordo, era stato deciso che i lavoratori avrebbero percepito il loro Tfr solo al momento del pensionamento da MessinaServizi, e non come prevede la normativa al momento della fine del rapporto lavorativo con Messinambiente. Poi nelle riunioni successive era stato inserita la possibilità di un acconto di 2 mila euro subito e poi il resto sempre al pensionamento. Ipotesi che era stata avallata anche dalla Cgil e che invece oggi viene ribaltata. Il sindacato chiede di confermare i duemila euro di acconto ma con la garanzia che il resto del Tfr verrà erogato entro un anno dal passaggio alla nuova società. Una presa di posizione che a questo punto rischia di inficiare tutte le conciliazioni già firmate e basate su un accordo che l’unico sindacato firmatario adesso sta chiedendo di rivedere e integrare.
Inevitabile il commento delle altre sigle sindacali che in queste settimane si sono ritrovate in scontro aperto. "Apprendiamo con piacere che la Cgil seppur in clamoroso ritardo ha deciso di abbracciare almeno una delle richieste che ormai quasi quotidianamente da settimane inoltriamo alla società Messinambiente e a tutta la macchina amministrativa e legale che da mesi lavora al piano concordatario". Commentano così i segretari provinciali di Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel Letterio D'Amico, Michele Barresi e Pietro Fotia, la richiesta della Cgil di conferire il Tfr ai dipendenti di Messinambiente che transiteranno alla nuova società Messina Servizi Bene Comune.
"Sin dall'inizio delle trattative – spiegano i tre sindacalisti – avevamo chiesto a gran voce che ai lavoratori fosse corrisposto un anticipo sul trattamento di fine rapporto subito dopo l’omologazione del piano concordatario e che la rimanente somma fosse saldata entro un anno. Questi erano requisiti di legalità nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Oggi – continuano i segretari provinciali – la Cgil ha inoltrato alla Messinambiente una nota in cui chiede la modifica in questo senso dell’accordo siglato in data 04 dicembre 2017 al punto 4 e con esso di parte sostanziale dello stesso piano concordatario. Prendiamo quindi atto con soddisfazione del passo indietro, seppur tardivo, della Cgil – continuano i segretari – avvenuto dopo la firma in un clima surreale di centinaia di transazioni già depositate all'ispettorato del lavoro che, alla luce di queste richieste, diventano carta straccia. Chiediamo a gran voce a tutti gli attori di questa vicenda di fare un altro passo indietro in merito al pagamento delle ferie residue dei dipendenti e sul l'applicazione della legge regionale per il transito dei lavoratori tramite Srr e poi alla MessinaServizi, restituendo serenità e unità di intenti al percorso sindacale che vede coinvolti i 488 dipendenti di Messinambiente”.
Francesca Stornante
Ma….. una nuova società in cui non cambia nulla rispetto al passato penso che porterà solo a nuovi debiti o all’adozione di tariffe insopportabili! Differire il pagamento del TFR non è poi una grande soluzione, sposta solo il problema sulla futura amm.ne. I problemi di liquidità del Comune restano e la situazione reale è sotto gli occhi di tutti. Ci si arrampica sugli specchi per non dichiarare il dissesto. Booo