Presidio e pulizia degli alvei dei torrenti, bonifica dei territori e controllo delle falde acquifere sono alcune delle direttive emanate dal Genio Civile ai Comuni per prevenire e mitigare gli effetti che, inevitabilmente, le piogge autunnali produrranno sul nostro territorio.
"La situazione è critica e sono molto preoccupato". Ha esordito così l'Ingegnere Capo del genio Civile di Messina, Leonardo Santoro, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso i locali del Genio Civile, durante la quale, l'ingegnere Santoro ha illustrato le direttive da lui emanate nei confronti dei Comuni e di tutti glia altri Enti interessati dalle operazioni di prevenzione di rischio idrogeologico, che dovranno essere messe in atto il più celermente possibile.
Rischio idrogeologico che, com'è noto, caratterizza particolarmente il terreno delle nostre colline e che, a seguito degli incendi che, nelle scorse settimane, hanno spazzato via il verde dei nostri colli, si è fatto molto più concreto."Quello che si è verificato non preannuncia nullo di buono per l'inverno", ha dichiarato Santoro, infatti la vegetazione e le colture svolgevano una preziosa funzione di contenimento dei terreni che, a seguito della loro scomparsa, non solo viene a mancare, ma le ceneri degli incendi, in aggiunta alla mutata condizione chimico-fisica dei terreni che ne ha causato una sorta di vetrificazione, hanno reso il suolo delle nostre colline praticamente impermeabile all'acqua. Mancano quindi un assorbimento delle piogge da parte del terreno, i primi forti accquazzoni autunnali produrranno una moltitudine d'acqua che, insieme a detriti e fango, scivolerà giù dai pendii, con maggiore forza ed intensità, non incontrando nessun ostacolo sul suo cammino.
Altro grosso problema sottolineato dall'Ingegner Santoro, è rappresentato dall'inquinamento da diossina. Infatti non è escluso che, trattandosi in questo caso di incendi di interfaccia (cioè che hanno interessato zone abitate e suburbane), diversi tipi di plastiche possano essersi sciolte nel terreno, inquinando non solo il suolo, ma potenzialmente anche le falde acquifere sotto di esso. Per questo è opportuno che ogni ente, per i terreni di sua competenza, proceda ad un'accurata bonifica e verifica dello stato di inquinamento di terreni ed acque.
Dal punto di vista della prevenzione, è essenziale che i vari Enti, soprattutto i Comuni, mettano in moto tutta una serie di accorgimenti volti a contrastare il rischio idrogeologico. Innanzitutto procedere con la perimetrazione dei territori coinvolti dagli incendi, attenzionando soprattutto le zone interessate dal passaggi di canali e corsi d'acqua, le quali probabilmente, saranno più violentemente colpite da ondate di piena. Altro atto importante riguarda la pianificazione della rimozione di tutti i rifiuti di varia natura abbandonati a ridosso degli alvei, prima che questi, con le piogge, vengano trascinati nei torrenti ingombrandone l'alveo e ostruendo il passaggio dell'acqua.
Di altrettanta importanza è l'eliminazione di ogni opera viaria ed impiantistica impropriamente insistente negli alvei dei torrenti. Non mancano infatti opere viarie, pavimentazioni, segnaletica che, oltre che potenzialmente ostruire l'alveo del torrente, possono indurre la popolazione a pensare di poter transitare in questi torrenti. Quindi eliminare preventivamente ogni tipo di rifiuto a ridosso dei corsi d'acqua, effettuare le operazioni di pulizia e manutenzione al di sotto di ponti e passerelle di proprietà comunali e soprattutto presidiare i punti di interesse per meglio intervenire in casi di emergenza, sono i primi importanti passi da fare da parte dell'amministrazione, col fine di prevenire esondazioni e consentire un corretto deflusso delle acque.
Il Genio Civile fa divieto, inoltre, di apertura di piste in terra, piazzali, risagomatura dei pendii in assenza di adeguate reti di convogliamento delle acque, i cui progetti non siano stai presentati prima al Genio Civile, ricevendone l'approvazione. L'ultimo passaggio, ma non per importanza, illustrato dall'Ingegnere Capo, riguarda l'adeguamento degli strumenti urbanistici al "Piano di gestione del rischio alluvioni", per cui ogni piano urbanistico, dovrà essere modificato considerando la perimetrazione dei terreni interessati dagli incendi e verificando la compatibilità idraulica delle previsioni urbanistiche con i mutati livelli di pericolosità, e su questo aspetto, il Comune di Messina, si trova particolarmente indietro.
"Le amministrazioni che sono responsabili del territorio, di ponti, viadotti e quant'altro, sono tenute a garantire la puiena efficenza di queste strutture, proprio per favorire che i detriti, che sicuramente si verseranno nei nostri centri abitati, vengano smaltiti in maniera rapida – ha concluso Santoro – sicuramente la mancata manutenzione del territorio non ha fatto funzionare la macchina della prevenzione degli incendi. Gli effetti, però, con cui dobbiamo confrontarsi oggi sono di natura straordinaria; ecco perché le nostre montagne sono altamente vulnerabili, ma soprattutto, a essere a rischio, sono centri abitati a ridosso dei versanti".
Marco Celi