Dal 2013 ad oggi la massa debitoria di Palazzo Zanca è passata da 392,2 milioni di euro a 548,9 milioni di euro. Eppure, la giunta Accorinti nella delibera sulla rimodulazione del piano di riequilibrio afferma con soddisfazione l'alleggerimento della manovra in base a norme recentemente approvate che consentirebbero una dilazione trentennale di una parte del debito
I debiti del Comune di Messina continuano a lievitare, rendendo sempre più allarmante la situazione economico-finanziaria di Palazzo Zanca, e il default resta in agguato. Se nel 2013 la massa debitoria inserita nel piano di riequilibrio approvato l’11 febbraio dal precedente Consiglio Comunale (durante la “reggenza” del commissario straordinario Luigi Croce) ammontava a 392,2 milioni di euro, oggi, a settembre 2016 e dopo cinque diverse versioni del piano di riequilibrio, i debiti di Palazzo Zanca raggiungono addirittura quota 548,9 milioni di euro (esattamente 548.939.301,88).
I numeri appena riportati, compresa la cifra da capogiro relativa all’oltre mezzo miliardo di debiti dell’ente, sono inseriti nella delibera sulla rimodulazione del piano di riequilibrio approvata insieme ad una relazione di accompagnamento e ad una tabella riassuntiva venerdì pomeriggio dalla giunta Accorinti (vedi qui), che tuttavia nel provvedimento cerca di edulcorare una pillola troppo amara da mandare giù, anche in considerazione degli annunci fatti in questi tre anni.
Ma vediamo esattamente cosa c’è scritto nel provvedimento proposto e firmato dall’assessore al bilancio Luca Eller Vainicher: « la nuova massa passiva prevista nel periodo 2014-2023 ammonta al settembre 2016 a 425,9 milioni di euro (425.896.573,84) rispetto ai 450,5 milioni di euro (450.543.828.38 euro) di cui alla Deliberazione del Consiglio Comunale n. 6/C del 28.02.2015, con un positivo decremento decennale per il nostro Comune di 24.6 milioni di euro (24.647.254,54 euro) pari ad un – 5.46%, rispetto ai precedenti importi previsti nel febbraio del 2015».
Da questo passaggio sembrerebbe quasi che i debiti siano diminuiti, ma è la stessa delibera subito dopo a specificare che « in realtà la massa passiva complessiva a carico del Comune di Messina ammonterebbe ora ad un importo assai superiore, pari a 548,8 milioni di euro (548.939.301,88 euro), ma grazie al positivo impatto delle normative in vigore dal 2016, di cui l’ultima dell’agosto scorso, sembra ora possibile gravare, nel nostro caso, il decennio 2014-2023 soltanto di 425,9 milioni di euro e rimandare a dopo il 2023 il residuo importo di 122,9 milioni di euro (122.941.728,04 euro). Ciò – continua la delibera – in particolare si deve al fatto che anche il Comune di Messina avrebbe la possibilità di spalmare non soltanto in 10 anni, ma ben in 30 anni, alcuni pesanti impieghi che graveranno sul periodo successivo alla durata del Piano decennale 2014-2023, ovverosia dal 2024 sino al 2047. In altri termini, l’ulteriore massa passiva di 122.9 milioni di euro (122.941.728,04 euro) non andrebbe caricata sul decennio in considerazione 2014-2023 e, così, lo sforzo finanziario del Comune di Messina risulta notevolmente sgravato, circa il 28,9% su 425.9 milioni di euro, rendendo più leggero e tollerabile lo sforzo di riequilibrio in corso di attuazione da alcuni anni».
Leggendo attentamente l’atto approvato dalla Giunta, si evince chiaramente che non è vero – come viene lasciato intendere – che il debito complessivo del Comune non è diminuito: dal 2013 ad oggi la mole debitoria dell’ente è aumentata e il Comune – in base alle norme nazionali varate nel 2016 – avrebbe (è la stessa Giunta ad usare ed abusare del condizionale) solo la possibilità di spalmare una parte della massa debitoria totale in 30 anni invece che in 10 anni. Ma anche quella parte di debito continua ad esistere, non si estingue affatto. L’alleggerimento di cui si parla nella delibera, dunque, è solo fittizio. La realtà, purtroppo, è ben diversa: la situazione economico-finanziaria, numeri alla mano, è andata sempre peggiorando in questi tre anni. Basta dare un’occhiata ai dati relativi al debito complessivo del Comune di Messina così come emergono dalle varie versioni del piano di riequilibrio partorite sotto l’amministrazione Accorinti ed elencate nell’ultima delibera approvata dalla giunta stessa: nella Deliberazione n. 1/C del 29 gennaio 2014 la massa passiva ammontava a 315,2 milioni di euro; nella deliberazione di Consiglio Comunale n. 23/C del 2 settembre 2014 la massa passiva da ripianare era pari di 362,8 milioni di euro; nella deliberazione del Consiglio comunale n. 6/C del 28 febbraio 2015, i debiti da ripianare avevano raggiunto quota 450,5 milioni di euro.
Tornando alla quinta versione del piano di riequilibrio, l’ultima in ordine di tempo, ricordiamo che la relativa delibera è già sotto la lente d’ingrandimento del Collegio dei revisori dei conti, ai quali toccherà “sentenziare” sulla sua sostenibilità contabile. Tuattavia,a parte l’aspetto tecnico-contabile, il provvedimento è destinato ad accendere il dibattito sul fronte politico, sia per i contenuti sia per i tempi ristrettissimi con cui ancora una volta la giunta porterà in aula un provvedimento fondamentale per la sopravvivenza dell’ente. Se entro il 30 settembre, cioè tra 3 giorni, la rimodulazione non verrà approvata dal Consiglio comunale, il dissesto sarà inevitabile. Ai consiglieri toccherà quindi ancora una volta votare ad occhi chiusi. A meno che non decidano distaccare la spina ad un ente in evidente stato di agonia, obbligando anche la giunta ad assumersi le proprie responsabilità.
Danila La Torre
veramente qualche giorno fa una grande esperto che scrive spesso di bilanci e legge i dati SIOPE,ha scritto che il tibetano ha messo a posto il bilancio ed abbassato i debiti.Ora leggo il contrario. aspetto il chiarimento con i dati aggiornati del grande esperto di bilanciA,lui legge i dati e capisce i numeri.
veramente qualche giorno fa una grande esperto che scrive spesso di bilanci e legge i dati SIOPE,ha scritto che il tibetano ha messo a posto il bilancio ed abbassato i debiti.Ora leggo il contrario. aspetto il chiarimento con i dati aggiornati del grande esperto di bilanciA,lui legge i dati e capisce i numeri.
In sindaco Accorinti invece di voler gravare per 30 anni i cittadini di un debito senza fine, si faccia lui 30 anni di pagamenti per risarcire il Comune della sua inutile presenza e di aver dato possibilità ad una massa di incompetenti di prendersi soldi senza merito (vedi Ialacqua).
In sindaco Accorinti invece di voler gravare per 30 anni i cittadini di un debito senza fine, si faccia lui 30 anni di pagamenti per risarcire il Comune della sua inutile presenza e di aver dato possibilità ad una massa di incompetenti di prendersi soldi senza merito (vedi Ialacqua).
L’esperto è, in realtà, un poveraccio che, per arrotondare la pensione di (in)dipendente comunale, è stato costretto a vendere la sua dignità per scrivere buffonate.
Compatiscilo.
L’esperto è, in realtà, un poveraccio che, per arrotondare la pensione di (in)dipendente comunale, è stato costretto a vendere la sua dignità per scrivere buffonate.
Compatiscilo.
Fonte NOSTRA: il Comune è fallito e questa amministrazione ha solo peggiorato le cose. altro che SIOPE… qui l’esperto di bilanci è MIOPE!!!
Fonte NOSTRA: il Comune è fallito e questa amministrazione ha solo peggiorato le cose. altro che SIOPE… qui l’esperto di bilanci è MIOPE!!!
50 milioni di euro all’anno in più di debito.
Bravo, Renatino
50 milioni di euro all’anno in più di debito.
Bravo, Renatino
cari concittadini,se questa amministrazione continua ad insistere a rimanere attaccataalla poltrona, il dito sicuramente lieviterà.sarebbe opportuno che tutta la cittadinanza si rivoltasse per mandare via non solo a casa loro, ma anche fuori da questa città.
cari concittadini,se questa amministrazione continua ad insistere a rimanere attaccataalla poltrona, il dito sicuramente lieviterà.sarebbe opportuno che tutta la cittadinanza si rivoltasse per mandare via non solo a casa loro, ma anche fuori da questa città.