Comune e Autorità Portuale attendono una nota ufficiale da Roma per poterla presentare alla Regione e provare a far cambiare idea sull’approvazione del progetto definitivo. Se il tentativo dovesse fallire, c’è ancora la strada dei poteri speciali. Tutto pur di fare più in fretta possibile e scongiurare rischi
Un passaggio necessario per l’avvio dei lavori del nuovo porto di Tremestieri. Dopo il protocollo d’intesa firmato un anno fa a Roma, oggi ecco un’altra firma, a Messina, che sancisce la consegna definitiva delle aree demaniali dalla Regione all’Autorità Portuale.
Più che questa firma, però, uno dei numerosi step del lunghissimo iter burocratico, ciò che interessa è che si arrivi in fretta all’ok sul progetto definitivo, viceversa si rischia di perdere una prima parte dei finanziamenti (7 milioni su un totale di 72) e tutto potrebbe saltare, compresa l’offerta di gara. Questo perché la Commissione regionale lavori pubblici ha avocato a sé l’approvazione, anzi ha chiesto anche quella del Consiglio superiore dei lavori pubblici, mentre la conferenza di servizi gestita dall’Autorità Portuale ha già raccolto tutti i pareri positivi.
Una decisione, quella della Regione, mal digerita dal Comune e dall’Autorità Portuale. Il segretario generale dell’ente di via Vittorio Emanuele, che è anche responsabile unico del procedimento, Francesco Di Sarcina, si è subito recato al gabinetto del ministero ed anche da Roma è emersa sorpresa per la volontà di Palermo, tanto che il Consiglio superiore dei lavori pubblici non ha intenzione di esprimere il proprio parere perché non lo ritiene necessario. Pochi giorni fa, allora, il Comune e l’Autorità Portuale hanno chiesto lumi al Consiglio superiore, per ottenere una risposta ufficiale. Come preannunciato, da Roma si dirà che non serve una nuova approvazione e questa risposta sarà subito trasmessa alla Regione, che a quel punto dovrà assumersi le proprie responsabilità. Se Palermo dovesse insistere, il deputato regionale Beppe Picciolo ha annunciato la richiesta dei poteri speciali, utili anche secondo l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, “in una regione, come la nostra, che non brilla per velocità – dice -. Quello di oggi è un atto fondamentale, che andava fatto prima ancora del bando – prosegue Croce -, perché è propedeutico alla realizzazione del nuovo porto, la cui rilevanza è sotto gli occhi di tutti, anche per risolvere il pericolo insabbiamento, che è sempre dietro l’angolo, di quello attuale. Non entro nel merito di quale sia la procedura giusta ma, a prescindere, deve essere veloce. Spero che si organizzi un tavolo entro una decina di giorni e si faccia chiarezza”. Si dice ottimista in tal senso l’assessore ai lavori pubblici, Sergio De Cola, che non ha mancato di sottolineare la diversità di vedute all’interno della Regione stessa, visto che Croce ha sollecitato l’avvio dei lavori mentre un altro assessorato ha preso tempo.
Proprio per questo, il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, ha ringraziato Croce e gli ha chiesto altro supporto. “Trasmetterò subito al ministero la firma di oggi sull’acquisizione delle aree – afferma -. Tutti conoscono bene la situazione, confido nella buona volontà della Regione e nella capacità di smussare gli angoli nonostante punti di vista differenti. La settimana scorsa ho parlato col ministro Delrio, che è intenzionato ad accelerare la pratica. Se bypassiamo il parere della Regione tanto meglio, in caso contrario si batterà la strada dei poteri speciali. Appena il progetto definitivo sarà approvato e si firmerà il contratto, saremo pronti ad iniziare subito i lavori, col dragaggio preventivo”. Il “saremo” è riferito all’Autorità Portuale perché la presidenza De Simone è ormai agli sgoccioli. Il suo mandato è scaduto lo scorso 21 giugno ed è scattata la proroga di 45 giorni, dunque fino ai primi di agosto. Il prossimo 13 luglio, però, “scade” la delega Madia e il ministro potrebbe decidere i nomi dei presidenti delle nuove Autorità di Sistema Portuale.
(Marco Ipsale)
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