Il presidente De Blasio: non possiamo accettare in silenzio che le donne afghane vengano stuprate, schiavizzate e imprigionate sotto il burqa
Fari puntati sull’Afghanistan anche da parte della Lidu, la Lega italiana dei Diritti dell’uomo (presidente provinciale, Daniela De Blasio).
«Il ritiro delle truppe americane e degli alleati ha messo in ginocchio l’Afghanistan, un Paese già provato dalla guerra, violando i diritti e costringendo la popolazione a lasciare la propria terra per seguire la libertà – scrive la De Blasio –. Il senso d’impotenza che si prova di fronte alla disperazione di chi cerca di fuggire non deve consegnarci all’indifferenza. Per questo motivo, la Lidu di Reggio Calabria sente il dovere d’esprimere il proprio impegno affinché sia mantenuta alta l’attenzione sul popolo afghano, verso il quale esprime la propria vicinanza».
La Lidu reggina chiede alle Istituzioni d’impegnarsi «affinché si chieda il rispetto dei diritti umani e si lavori alla creazione di corridoi umanitari e a progetti di cooperazione, sviluppo e istruzione».
La preoccupazione, argomenta Daniela De Blasio, concerne «i bambini e tutti coloro che non condividono quel modo di vivere, ma tocca in particolare le donne, che rischiano di tornare indietro sulla base della Sharia che i talebani intendono seguire, infatti hanno iniziato da subito ad imporre nei loro confronti numerose restrizioni.
La difesa delle donne afghane costituisce, dunque, un dovere per chi, come la Lidu, ha lottato e lotta per difendere i valori sui quali si fonda ogni democrazia. È anche per questo che non possiamo accettare in silenzio che le donne afghane vengano stuprate, schiavizzate e imprigionate sotto il burqa. La solidarietà del mondo occidentale sarà per loro anche motivo di forza e di speranza che il burqa non possa ricadere inesorabilmente su di loro e sui loro diritti».