Confermate in appello le condanne per la famiglia che gestiva una rosticceria a Messina dove spacciava droga acquistata in Albania
Sono 9 su 10 le condanne confermate in secondo grado per l’operazione Sfizio, l’inchiesta a Messina della Guardia di Finanza he ha scoperto un giro di hashish e marijuana tra l’Italia e l’Albania che aveva come base una rosticceria di centro città, gestita da una famiglia coinvolta nel traffico e nello spaccio.
La Corte d’Appello (presidente Tripodo) ha confermato quasi per intero il verdetto del 26 novembre scorso, concedendo la riduzione delle pene per qualcuno.
Ecco il verdetto di ieri: 9 anni ad Antonino Mangano (contro i 20 del primo grado), 15 anni ai figli Francesco e Alessandro Mangano, 10 anni a Giovanni Ragusa, 2 anni e mezzo per Carmelo Mangano, 6 anni a Mino Berlingheri, 5 anni a Giuseppe Aguì ,6 anni a Carlo Cafarella, 5 anni e 4 mesi a Bektash Kalaj. Cadono le accuse e viene scarcerato, invece, per Hekuran Vangjelaj, condannato a 4 anni in primo grado. Per i giudici d’appello lui non c’entra con gli affari dei Mangano: lo hanno assolto per non aver commesso il fatto.
La retata delle Fiamme Gialle è scattata il 1 aprile 2019 dopo un intenso lavoro investigativo con al centro “l’angolo dello sfizio” dei Mangano, di Santa Lucia sopra Contesse.
All’appello, il giorno del blitz, mancava Francesco Mangano, localizzato un paio di giorni dopo a Saponara, dove aveva trovato rifugio nel casolare di un amico. A tradirlo è stato il gps del motociclo col quale ci è arrivato.