Sei anni da scontare contro i 14 stabiliti in primo grado per Giacoma Cambria, coinvolta nell'operazione Shuttle
Si chiude con un carico di pena più leggero per uno degli imputati il processo d’appello dell’operazione Shuttle, l’inchiesta su un grosso traffico di droga tra Messina e l’Albania che passava da Bari, dove la sostanza veniva caricata sui bus a lunga percorrenza diretti in riva allo Stretto.
La Corte d’Appello di Messina ha concesso le attenuanti generiche a Giacoma Cambria, la donna accusata di tenere le fila di tutto. Dieci anni e 10 mesi, per lei, in appello, contro i 14 anni e 2 mesi stabiliti in primo grado, un anno fa. Giovanni Cambria dovrà invece scontare 7 anni.
Lo scorso anno la sentenza era stata di 7 anni per Michele Cambria (confermata per lui la condanna), 7 anni e 4 mesi Grazia Leo, 6 anni e 8 mesi per Giovanni Cambria.
Hanno difeso gli avvocati Nino Cacia, Salvatore Silvestro e Giuseppe Bonavita.
L’inchiesta era scattata nel 2015 quando su un bus di linea proveniente dalla Puglia i finanzieri avevano intercettato un grosso carico di droga, un panetto di cinque chili di cocaina che se smerciato avrebbe fruttato mezzo milione di euro.
Da lì le intercettazioni telefoniche ed ambientali scoprirono che dalla Puglia a Messina grossi quatitativi di droga viaggiavano regolarmente sui bus e a tirare le fila di tutto era la Cambria, che aveva preso le redini delle attività dopo l’arresto del marito Maurizio Papale, scoperto con 10 chili di hashish nel capannone di casa.