10 anni di condanna a Michel Cambria, della omonima famiglia coinvolta nel blitz antidroga sull'asse Puglia-Sicilia
Ci sono altre due condanne per traffico di droga dopo l’operazione Shuttle, l’inchiesta della Guardia di Finanza su un traffico di droga tra la Sicilia e la Puglia gestito da una donna.
I giudici della II sezione Penale hanno giudicato colpevoli di tutte le accuse loro contestate Michele Cambria e il pugliese Antonio Martiradonna. Per il primo la condanna è a 10 anni di reclusione, al secondo ne sono stati inflitti 12. L’Accusa aveva sollecitato per entrambi difesi dall’avvocato Nino Cacia, condanne più pesanti. di quelle inflitte oggi.
L’inchiesta è scattata nel 2015 quando nel messinese su un bus di linea proveniente da Bari i finanzieri avevano intercettato un grosso carico di droga, un panetto di cinque chili di cocaina che, se smerciato, avrebbe fruttato mezzo milione di euro.
Da lì le intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno permesso di scoprire che dalla Puglia a Messina grossi quantitativi di droga viaggiavano regolarmente sugli autobus e a tirare le fila di tutto era la famiglia Cambria, e in particolare una donna, Giacoma Cambria, che aveva preso le redini del traffico dopo l’arresto del marito, Maurizio Papale.
Il procedimento scaturito dal blitz si è diviso in vari processi, tutti conclusi con pesanti condanne. Ieri sono arrivate quelle per i due principali trafficanti, per i quali ha appunto retto l’accusa di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.