Rischia una condanna pesante anche Paolo Nirta di San Luca e il messese Mazzeo. Agli atti anche il concerto di Niko Pandetta al matrimonio della ndrina
MESSINA – Sono richieste di condanna per tutti quelle che l’Accusa ha formulato al processo abbreviato dell’operazione Blanco, l’inchiesta nti droga dei Carabinieri sul traffico tra la ‘ndrangheta dei Nirta del reggino e gli spacciatori messinesi, in particolare i tortoriciani dei Nebrodi.
Due le figure chiave individuate dagli investigatori: Paolo Nirta, considerato capo dell’omonima famiglia di San Luca, e il messinese Giuseppe Mazzeo. Per Nirta la Procura ha invocato la condanna a 16 anni. 20 anni, invece, la pena che secondo l’Accusa dovrebbe scontare Mazzeo. Il Tribunale ha aggiornato l’udienza alle prossime settimane per sentire i difensori, poi emetterà la sentenza.
Le condanne richieste
Di seguito tutte altre richieste: 20 anni per Giuseppe Castorino, Graziano Castorino e Maurizio Savoca; 12 anni per Carmelo Barile, 4 anni e mezzo per Cettina Mazzeo, 14 anni per Maria Minutoli, 10 anni per Gregorio Lucio Vaianella, originario di Tortorici e residente a Roma. Le condanne che rischiano i calabresi: 10 anni per Francesco Leandro e Gregorio Tassone, entrambi di Serra San Bruno, 4 anni e mezzo per Francesco Nesci di Soriano Calabro.
Il concerto di Niko Pandetta e le estorsioni ai cantieri edili
Il blitz è scattato con 16 arresti a metà dello scorso luglio. Al vaglio degli inquirenti anche le estorsioni alle ditte edili e anche al cantiere del porto di Tremestieri, praticate dal gruppo dei messinesi, oltre alla gran quantità di episodi di spaccio in tutta la zona sud. Nelle intercettazioni, invece, spunta fuori invece il nome del rapper catanese ormai stra noto per le vicissitudini giudiziarie Niko Pandetta (leggi qui i dettagli).
Adesso la parola passa ai difensori, gli avvocati Gianmarco Silvestro, Salvatore Silvestro, Cinzia Panebianco, Antonello Scordo, Valentino Gullino, Antonio Sotira e Domenico Rosso.