Dalla seduta del Consiglio comunale di ieri finito a tarda sera è emersa una nuova "svista" dell'amministrazione: al Piano di riequilibrio manca il parere delle sei Circoscrizioni. Dunque questa sera l'aula è convocata alle 19 e in contemporanea a Palazzo Zanca assemblea di tutti i quartieri. Una corsa contro il tempo tra attacchi, polemiche, perplessità e nuove intese.
Piano di riequilibrio pluriennale e bilancio consuntivo 2013. Il destino economico-finanziario di Palazzo Zanca e dell’intera città continua a correre sul doppio binario dei due importantissimi documenti contabili che stanno tenendo i riflettori puntati sul Comune. Il tempo corre e la clessidra dice che è rimasto un solo giorno a disposizione per votare la manovra finanziaria decennale che dovrebbe salvare Messina dal dissesto e consentire al Comune di appigliarsi al Fondo di rotazione nazionale. Il piano di riequilibrio deve essere votato entro domani 3 settembre. Il Consiglio comunale però prova ad anticipare di un giorno per non arrivare all’ultimissimo minuto, come accade ormai regolarmente per gli atti di questo tipo. Un nuovo fuori programma però rischia di ritardare ulteriormente il voto. La seduta è stata fissata per questa sera alle 19, obbligatorio per la presidente Emilia Barrile convocare una seduta in “notturna” poiché mancano ancora i pareri obbligatori ma non vincolanti dei Consigli delle sei Circoscrizioni cittadine. Una “svista” emersa ieri a tarda sera, durante il Consiglio dedicato all’allargamento del mercato di Villaggio Aldisio, approvato dall’aula. L’ennesima per l’amministrazione troppo spesso disattenta ai passaggi formali. Alle 19 si riunirà il Civico Consesso, alle 19.15 però nel Salone delle Bandiere si terrà un’assemblea congiunta alla quale sono stati chiamati a partecipare tutti i Consigli dei sei quartieri cittadini. Una sessione straordinaria e d’urgenza durante la quale il Sindaco Renato Accorinti, l’assessore al Bilancio Guido Signorino e il Ragioniere generale Antonino Cama illustreranno i contenuti del Piano che subito dopo dovrà passare al vaglio dei 40 consiglieri comunali.
Votare il piano di riequilibrio prima del consuntivo però fino all’ultimo ha fatto molto discutere tra i corridoi di Palazzo Zanca, soprattutto sull’aspetto della tempistica. E di certo quest’ultimo fuori programma rischia di inasprire ulteriormente gli animi. Diversi i consiglieri che nutrono ancora qualche perplessità sulla possibilità di approvare prima il riequilibrio e poi il consuntivo 2013, che a questo punto slitterà di almeno una settimana. A questo interrogativo ha risposto ancora una volta il segretario e direttore generale Antonio Le Donne rifacendosi alle delibere n. 22 e n. 16 della Corte dei Conti Sezione Autonomie che, seppur non con estrema chiarezza, spiegano che non c`è un obbligo di legge preciso per cui il Piano debba essere approvato prima dei bilanci dell`esercizio in corso e che eventualmente può essere rilevato come elemento di perplessità il fatto che non vi sia coerenza tra i due documenti. Un’interpretazione che non ha convinto tutti ma che non impedirà al previsionale di approdare in aula questa sera. Tra le anime critiche ovviamente la consigliera Nina Lo Presti che proprio in queste ultime ore ha ufficializzato la decisione di abbandonare gli scranni del gruppo Cambiamo Messina dal Basso insieme al collega Gino Sturniolo e che bocceranno questo piano targato Guido Signorino. Non le hanno mandate a dire neanche i consiglieri del gruppo Felice per Messina, con in testa il capogruppo Giuseppe Santalco che ha contestato aspramente l’amministrazione su più punti, parlando di inefficienza politica dell’amministrazione e inefficienza gestionale dei Dirigenti e degli uffici che hanno consegnato un piano con 7 mesi di ritardo e un consuntivo 2013 che ha incassato il parere negativo dei Revisori dei Conti. Qualche mal di pancia anche all’interno del Megafono.
Agli attacchi il segretario Le Donne ha risposto ricordando i principi sui quali si fonda il piano di riequilibrio che deve diventare “da minaccia ad opportunità”. “Dobbiamo prendere atto di quale sia lo stato di organizzazione dell’Ente e vedere ciò che stiamo discutendo oggi come un percorso verso una complessiva operazione di riorganizzazione. Oggi le risposte che diamo sono le uniche che questa organizzazione può dare e che però devono essere viste come punto di partenza per i prossimi nove anni. Io sono certo che è possibile, ci ho messo la faccia, speriamo di farcela tutti insieme” ha dichiarato Le Donne.
L’appello all’unità d’intenti che ancora una volta lancia l’amministrazione Accorinti è stato già raccolto da alcuni “pezzi” del Consiglio. La presidenza della Commissione Bilancio, composta da Nicola Cucinotta (Pd), Pippo Trischitta (Forza Italia) e Carlo Abbate (Dr), ha impostato i lavori degli ultimi giorni in modo da arrivare pronti all’appuntamento di questa sera. All’appello manca solo il faccia a faccia con Ato3 e Messinambiente che hanno dato buca la scorsa settimana e che questa mattina sono stati riconvocati in aula per discutere la parte del piano basata su debiti e crediti delle due partecipate. Il nuovo asse che a sorpresa sta lavorando fianco a fianco all’assessore Signorino è in prima linea anche per superare lo scoglio del parere negativo dei Revisori dei Conti al consuntivo 2013. L’amministrazione non ha ancora deciso se ritirare la delibera o presentare degli emendamenti sui quali chiedere nuovi pareri dei dirigenti competenti e dei Revisori. Quest’ultima strada sembra quella a cui puntano Signorino e Le Donne, anche su questo fronte però bisognerà superare i tanti dubbi di parte del Consiglio comunale. Si conta di riuscire a chiudere il cerchio nel giro di una settimana in modo da arrivare al voto sul rendiconto 2013 entro i dieci giorni a disposizione per inviare il riequilibrio approvato al Ministero e alla Corte dei Conti. Se questi tempi fossero rispettati, secondo Le Donne non ci sarebbe neanche più il problema della “tempistica” perché i due documenti arriverebbero pressoché in contemporanea. L’ultima parola però spetterà proprio alla Corte dei Conti che dovrà poi decretare se la strada seguita dal Comune di Messina è quella che porta alla salvezza. Di certo c’è che quella di oggi sarà una giornata decisiva. E sarà una lunghissima giornata.
Francesca Stornante
L’ennesima per l’amministrazione troppo spesso disattenta ai passaggi formali. Ma non sarebbe meglio se si dedicassero all’agricoltura manovrando la zappa???
L’ennesima per l’amministrazione troppo spesso disattenta ai passaggi formali. Ma non sarebbe meglio se si dedicassero all’agricoltura manovrando la zappa???
IL TEMPO E’ SCADUTO. Gli eletti del popolo sovrano dovranno decidere per conto dei messinesi come pagare i debiti accumulati da Palazzo Zanca, U MUNICIPIU: utilizzare lo strumento POLITICO del Piano di Riequilibrio o quello della tutela dello STATO del Dissesto Finanziario. I lettori di TempoStretto si stanno schierando, lo fanno anche alcuni Consiglieri Comunali con motivazioni molto diverse, come lo sono quelle di LO PRESTI e ADAMO. Nina LO PRESTI non ritiene giusto ipotecare per dieci anni il futuro delle giovani generazioni, sempre che tutto vada come previsto dal piano, giovani già penalizzati dalla forte disoccupazione, ritiene che il DISSESTO permetta non solo la protezione dell’erario comunale ma anche la ricerca delle responsabilità di amministratori, dirigenti e revisori dei conti. Pietro ADAMO ritiene giusto onorare i debiti, a dire il vero non dice quali, lo invito a farlo in Consiglio Comunale per farci capire chi ha intenzione di tutelare, faccio un elenco. Le BANCHE con cui abbiamo debiti potenziali causati dai derivati per € 18.340.000, per esse dovremo accantonare risorse per il 50% del debito, pari a € 9.170.000, e per il restante 50% cosa avverrà nel 2023? A quali debiti potenziali è interessato, quelli ad alta rischiosità pari a € 75.232.842, per questi l’accantonamento è del 100%, o a rischiosità media, dovremo accantonare il 50% € 89.955.410, sono in tutto € 179.910.000, o a rischiosità bassa, accantoneremo il 25% € 38.750.000, il debito è di € 155.000.000, e per gli importi non accantonati cosa avverrà nel 2013? Più leggo il Piano di Riequilibrio e le sue cifre, per inciso elaborate non da Guido SIGNORINO ma dai dirigenti del Comune, la Giunta ha dato l’indirizzo politico, più mi convinco per il DISSESTO.
IL TEMPO E’ SCADUTO. Gli eletti del popolo sovrano dovranno decidere per conto dei messinesi come pagare i debiti accumulati da Palazzo Zanca, U MUNICIPIU: utilizzare lo strumento POLITICO del Piano di Riequilibrio o quello della tutela dello STATO del Dissesto Finanziario. I lettori di TempoStretto si stanno schierando, lo fanno anche alcuni Consiglieri Comunali con motivazioni molto diverse, come lo sono quelle di LO PRESTI e ADAMO. Nina LO PRESTI non ritiene giusto ipotecare per dieci anni il futuro delle giovani generazioni, sempre che tutto vada come previsto dal piano, giovani già penalizzati dalla forte disoccupazione, ritiene che il DISSESTO permetta non solo la protezione dell’erario comunale ma anche la ricerca delle responsabilità di amministratori, dirigenti e revisori dei conti. Pietro ADAMO ritiene giusto onorare i debiti, a dire il vero non dice quali, lo invito a farlo in Consiglio Comunale per farci capire chi ha intenzione di tutelare, faccio un elenco. Le BANCHE con cui abbiamo debiti potenziali causati dai derivati per € 18.340.000, per esse dovremo accantonare risorse per il 50% del debito, pari a € 9.170.000, e per il restante 50% cosa avverrà nel 2023? A quali debiti potenziali è interessato, quelli ad alta rischiosità pari a € 75.232.842, per questi l’accantonamento è del 100%, o a rischiosità media, dovremo accantonare il 50% € 89.955.410, sono in tutto € 179.910.000, o a rischiosità bassa, accantoneremo il 25% € 38.750.000, il debito è di € 155.000.000, e per gli importi non accantonati cosa avverrà nel 2013? Più leggo il Piano di Riequilibrio e le sue cifre, per inciso elaborate non da Guido SIGNORINO ma dai dirigenti del Comune, la Giunta ha dato l’indirizzo politico, più mi convinco per il DISSESTO.
dopo avere letto molto, ritengo certamente il dissesto il minore dei mali, per le stesse motivazioni espresse in modo sintetico dalla lo presti.
credo che oggi la cosa più importante sia mettere un punto e partire da zero.
per salvare 3/400 persone non si può mettere in ginocchio una città di 240.000 abitanti.
è aritmetica.
dopo avere letto molto, ritengo certamente il dissesto il minore dei mali, per le stesse motivazioni espresse in modo sintetico dalla lo presti.
credo che oggi la cosa più importante sia mettere un punto e partire da zero.
per salvare 3/400 persone non si può mettere in ginocchio una città di 240.000 abitanti.
è aritmetica.