I sindacati si sono rivolti sia alle Procure di Palermo e Messina che alla Corte dei Conti. Nel mirino il curriculum del manager. "Avrebbe dichiarato d'aver diretto un'unità complessa quando in realtà era solo consulente"
Nuovo capitolo dello scontro tra UilFpl e Anaao-Assomed e il manager del Papardo Michele Vullo in merito al curriculum. Una querelle che dura da quasi due anni e che ha portato la vicenda all’attenzione della Commissione regionale antimafia e a due interrogazioni dei deputati del M5S (una al governo regionale ed una al governo nazionale).
Nei giorni scorsi i segretari di Uil-Fpl di Messina e l’ANAAO-ASSOMED regionale hanno depositato un nuovo esposto alle Procure di Messina e Palermo. Il manager del Papardo, secondo quanto si legge nell’esposto indirizzato anche alla Procura della Corte dei Conti, non sarebbe in possesso dei requisiti previsti dalla legge per ricoprire tale incarico.
L’esposto, che si compone di sei cartelle e venti allegati, punta a dimostrare come l’attuale manager del Papardo, quando partecipò al bando della Regione Sicilia per l’accesso all’elenco dei candidati alle direzioni sanitarie ed ospedaliere, non aveva ancora maturato i requisiti richiesti. Il bando della Regione Sicilia (così come quello della Regione Calabria, al quale partecipò nello stesso periodo venendo però escluso per carenza di esperienza) richiedeva almeno 5 anni di attività direzionale in qualità di dirigente di strutture complesse.
“Nel periodo compreso fra il 2002 e il 2006, contrariamente a quanto dichiarato – si legge nell’esposto – nel curriculum e nell’istanza di partecipazione alla selezione per Direttori generali, non sembra abbia mai ricoperto in precedenza il ruolo di Dirigente di struttura complessa, bensì e molto più semplicemente, quello di incarico con contratto di collaborazione continuativa (Co.Co.Co) conferito con procedure di cui all’art. 7 comma 6° del D.Lgs 165/2001”.
All’esposto presentato dai sindacalisti sono state allegate anche le delibere dell’ospedale S. Elia di Caltanissetta, dalle quali si evince che Michele Vullo fungeva da consulente per relazioni sindacali dell’Azienda Santobono-Pausilipon di Napoli. “Quindi, contrariamente a quanto indicato dal curriculum non avrebbe assunto mai la responsabilità della “Struttura complessa Relazione sindacali” e non sarebbe mai stato posto a capo della Struttura come Dirigente- spiegano Pippo Calapai, Mario Salvatore Macrì e Pietro Pata, UilFpl e Anaao Assomed- Nell’esposto, inoltre, si evidenzia come Vullo, in sede di sottoscrizione del contratto di lavoro per l’incarico di Direttore generale del Papardo, non avrebbe prodotto i documenti ufficiali attestanti il possesso dei requisiti dichiarati in sede concorsuale, ma avrebbe sottoscritto un’ulteriore dichiarazione di notorietà esaminata dalla segreteria tecnica e confermata con la sottoscrizione del contratto da parte dello stesso. Per questi motivi riteniamo ormai necessario l’intervento dell’Autorità giudiziaria”.
Uil-Fpl e ANAAO-ASSOMED, dopo aver presentato gli esposti, anche in seguito alla nuova documentazione proveniente dal Sant’Elia di Caltanissetta hanno presentato una nuova richiesta all’assessore regionale alla sanità Baldo Gucciardi (nei mesi scorsi i due sindacati si sono più volte rivolti all’esponente della giunta Crocetta sempre su questa vicenda) per “ l’immediata rimozione di Vullo dal ruolo che ricopre”.
Nei giorni scorsi era stato il parlamentare a 5Stelle Francesco D’Uva a presentare un’interrogazione al governo Gentiloni chiedendo verifiche, facendo seguito ad una precedente interrogazione, presentata a dicembre dalla deputata regionale Valentina Zafarana insieme al gruppo del M5S all’Ars, sempre sullo stesso argomento. I grillini in particolare si sono soffermati sul fatto che Vullo sia stato escluso dalla partecipazione al bando della Regiona Calabria, per carenza dei requisiti, nel periodo in cui invece la Regione Sicilia lo ammetteva, pur avendo presentato in entrambi i casi la stessa documentazione e lo stesso curriculum e nonostante in entrambi i casi i titoli richiesti fossero gli stessi.
Rosaria Brancato