L’ex assessore della giunta Accorinti sosteneva la stessa tesi oggi sostenuta dal sindaco De Luca
Dissesto sì, dissesto no è un dilemma di fronte al quale il Comune di Messina si è trovato spesso in questi ultimi anni. Il campanello d’allarme ha iniziato a suonare soprattutto durante l’amministrazione Buzzanca, che tuttavia lasciò la poltrona di sindaco nell’agosto del 2012 dicendo che i conti erano in ordine.
Toccò al commissario straordinario Luigi Croce confermare la gravità della situazione economica – finanziaria di palazzo Zanca, ma proprio in quel momento storico il Governo nazionale lanciò un salvagente agli enti sull’orlo del dissesto, il cosiddetto salva-comuni, vale a dire il decreto 174/2012, che assegnava agli enti locali un fondo di rotazione, ad interessi bassissimi, per riequilibrare lo stato dei conti e scongiurare il default.
Il primo piano di riequilibrio fu varato infatti durante l’era Croce ma fallì a causa dell’illegittimità del contratto di servizio con l’Amam confezionato dal commissario straordinario e dai suoi super esperti (vedi qui). Nel frattempo si arrivò alle elezioni amministrative del 2013, e se Renato Accorinti durante la campagna elettorale sosteneva che il dissesto era nei fatti (vedi qui), un volta alla guida del Comune si ostinò insieme alla sua giunta a proseguire la strada della procedura di riequilibrio. Una strada che cammin facendo si è rivelata irta e piena di ostacoli
Non solo infatti il piano di riequilibrio ha necessitato di numerose modifiche, possibili grazie a vari interventi normativi nazionali, ma ad un certo punto è anche emerso un netto disallineamento tra la manovra finanziaria decennale ed i bilanci del Comune.
Della discrasia si accorse Luca Eller Vainicher, prima in qualità di esperto del Centro Studi Enti Locali, con cui il Comune aveva sottoscritto una convenzione per la formazione del personale e recupero crediti, e poi in qualità di assessore al bilancio, chiamato dal sindaco Accorinti per sostituire Guido Signorino, che venne totalmente sfiduciato perdendo sia la delega della materia finanziaria sia il ruolo di vice-sindaco.
Durante il suo breve mandato di assessore al bilancio, Luca Eller disse, ben due anni fa, ciò che oggi dice l’attuale sindaco Cateno De Luca. E fu proprio la sua impietosa analisi dei conti di Palazzo Zanca, con l’annunciata possibilità di dover dichiarare il dissesto, la causa della frattura insanabile nei rapporti con il resto della giunta Accorinti.
ECCO COSA DICHIARAVA GIÀ DUE ANNI FA LUCA ELLER
Nella conferenza stampa del 6 agosto 2016, ma non fu l’unica occasione, Eller spiegò chiaramente che il dissesto era dietro l’angolo, tanto che fece predisporre la delibera agli uffici (vedi qui); disse inoltre che l’amministrazione Accorinti aveva prodotto nuovi debiti oltre a quelli ereditati dalle precedenti gestioni; e che le società partecipate erano del tutto fuori controllo. A proposito del piano di riequilibrio ne denunciò l’insostenibilità oltre al mancato monitoraggio delle misure in esso contenute. Monitoraggio che fu effettuato per la prima volta solo su suo input (per i dettagli vedi qui).
Oggi, tutti sembrano caduti dal pero nel sentire parlare De Luca di dissesto, ma c’è chi certe verità scomode le aveva svelate prima di lui. Nessuno però ha ascoltato quel grido d’allarme. Anche perché dopo le dimissioni di Eller a Palazzo Zanca arrivò Cuzzola e fu parzialmente riabilitato Signorino, e come per incanto il rischio dissesto si dissolse.
Dopo la bocciatura dell’estensione a 20 anni del piano di riequilibrio da parte del Consiglio comunale, l’assessore reggino disse che “il Piano era sostenibile anche a 10 anni” (vedi qui). Qualche settimana prima aveva dichiarato che il Comune di Messina avrebbe potuto persino fare a meno del fondo di rotazione (vedi qui).
I documenti messi sul tavolo da De Luca sembrano però dire altro. E confermano invece quanto sostenuto da Eller nel 2016.
Danila La Torre
Ma Eller che diceva la verità fu cacciato dai professoroni.
Se la politica locale vuole gestire in piano di riequilibrio, non arriveremo mai a riequilibrare l’ente. Questo è il mio modesto parere che si basa sulla conoscenza di uomini e cose messinesi. Continueremo a perdere tempo???
Quindi se il dissesto ” c era prima” a maggior ragione ce oggi? Giusto? Dichiariamolo.
Anche questo sindaco si sta comportanto esattamente o peggio degli altri predecessori, sia nel voler “salvare” Messina dal dissesto già in atto da anni, sia nelle nomine nelle partecipate, nelle commissioni etc., dove si vedono solo amici del sindaco e vecchi nomi della vecchia politica.
A be certo amico mio : come detto anche dal sig. Sindaco ha fatto con le partecipate ciò che “la legge gli permetteva”. E cioè chiddu chi ficiru l autri! L amici soi. Nel frattempo ci sono TUTTI I DIPENDENTI del comune che non lavorano questi FANNULLONI. NESSUNO ESCLUSO…. Tutti fora a fari l attacchini… Taghiari l ebba….. Almeno faccia i concorsi…. Per i nostri ragazzi.