Gli ultimi risvolti del processo a Claudio Costantino, accusato del delitto del 2 gennaio 2022 a Messina
MESSINA – E’ lo stile storico di Carlo Taormina quello che caratterizza la linea di difesa di Claudio Costantino, il killer di Camaro in carcere per l’uccisione di Giuseppe Cannavò e Giovanni Portogallo, il 2 gennaio 2022. Insieme al collega Filippo Pagano, l’avvocato Taormina alla tesi della legittima difesa – Costantino ha sparato per difendersi dall’agguato teso dai due che hanno fatto irruzione armati in casa sua – accosta, udienza dopo udienza, le contestazioni alle indagini effettuate dalle forze dell’Ordine.
Quei filmati visionati “a metà”
Contestazioni presentate anche all’ultima udienza. I due difensori hanno infatti chiesto e ottenuto di poter consegnare a un proprio consulente l’originale dei filmati delle telecamere utilizzate dagli investigatori – quelle, per esempio, che hanno immortalato Cannavò fuggire dal vicolo in sella al motorino col cugino, subito dopo la sparatoria. Per i difensori sarebbe utile estrarre e visionare l’intero filmato mentre, fanno presente, la Procura ne ha depositato agli atti soltanto una parte. “Le scene precedenti e successivi potrebbero chiarire o fornire importanti riscontri alla ricostruzione dei fatti”, hanno spiegato i legali.
La decisione del giudice
La Corte di Assise (presidente Micali), con il parere favorevole dei pubblici ministeri Giulia Falchi, Marco Accolla e Roberto Conte, e sentiti anche i difensori delle parti civili, le avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli, ha autorizzato il consulente della difesa, l’ingegner Antonio Carlo Cucinotta, ad estrarre copia dei video.
Parlano i testimoni
La decisione dei giudici legata ai filmati è arrivata alla fine dell’ennesima lunga udienza dedicata a sentire i testimoni. Ieri è toccato alla compagna dell’imputato, che ha ricostruito due giornate cruciali, quella dell11 novembre 2021, quando Costantino è stato gambizzato, e quella del 2 gennaio successivo. Anche in questo caso Taormina e Pagano hanno “battuto” sugli accertamenti. “La signora Costantino ha affermato che, nel momento in cui fece rientro a casa (subito dopo i fatti), vi erano già numerosi appartenenti alle Forze dell’Ordine all’interno della verandina dell’abitazione. Ancora, allorquando la donna entrò in caso, la precedeva le forze dell’Ordine che entrarono in casa, alcuni di loro armati, poiché ricercavano il signor Costantino, perscrutando tutta la casa. Ciò accadeva ben prima che venissero fatti i rilievi tecnici su quanto poi sarà rinvenuto nell’abitazione“, dichiarano gli avvocati.
Dopo aver ascoltato anche il responsabile della ditta che ha sequestrato la salma di Portogallo, il processo è stato rinviato al 18 ottobre prossimo per sentire i consulenti della difesa, ovvero il dottor Salvatore Spitaleri, il professor Martino Farneti, il dottor Cataldo Raffino, il dottor Luca Chianelli e l’ingegnere Antonio Carlo Cucinotta.