Duplice omicidio a Ucria, sotto torchio il killer

Duplice omicidio a Ucria, sotto torchio il killer

Alessandra Serio

Duplice omicidio a Ucria, sotto torchio il killer

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venerdì 16 Agosto 2019 - 11:52

I carabinieri stanno interrogando il 30enne di Paternò che ha sparato contro zio e nipote. Nella notte operato l'altro parente ferito.

E’ stato fermato nella notte il trentenne originario di Paternò che ha sparato ad Antonino e Fabrizio Contiguglia, ieri sera intorno alle 21 di Ucria. L’uomo è sotto il torchio dei Carabinieri da ore, dopo essere stato individuato ed ammanettato nella notte.

Nelle drammatiche ore subito dopo il fatto, nel caos che si era generato nella piazza centrale del centro nebroideo, dove è avvenuta la sparatoria, mentre il 62enne e il nipote di 27 anni spiravano e un’ambulanza portava in ospedale un altro parente di 43 anni, l’uomo che aveva aperto il fuoco si è dileguato in fretta, braccato dai paesani e dai Carabinieri.

Si è poi barricato nell’abitazione dove stava trascorrendo le vacanze, e qui i militari dell’Arma hanno lavorato a lungo per farlo uscire senza che la situazione degenerasse ulteriormente.

Alla fine, a notte tarda, l’epilogo: il catanese è stato portato nella caserma della Compagnia di Patti, guidata dal Capitano Marcello Pezzi, dove è ancora sotto interrogatorio. C’è da chiarire la dinamica esatta di quel che è accaduto al volgere di Ferragosto.

Tanti i testimoni che raccontano della furibonda lite tra i Contiguglia e il catanese, presto generata in una rissa che ha coinvolto altra gente, scatenata da un banalissimo diverbio per un parcheggio. Questa ovviamente la primissima ricostruzione. Ancora da capire perché il catanese fosse armato, se l’arma era regolarmente detenuta e se l’ha imbracciata per difendersi ed è partito il colpo, o se ha aperto il fuoco contro i due uomini disarmati.

Intanto le condizioni del ferito migliorano. Nella notte è stato trasferito dal Pronto Soccorso di Patti all’ospedale Papardo di Messina, dove è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per medicare le profonde ferite inferte dai tre colpi che lo hanno raggiunto.

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