Attesa per la sentenza sull'omicidio di Giuseppe Cannavò e Giovanni Portogallo, uccisi a Messina il 2 gennaio 2022
Messina – E’ prevista in serata la sentenza per il duplice omicidio di Camaro, avvenuto il 2 gennaio 2022 in via Eduardo Morabito. Sull’asfalto restò il corpo senza vita di Giovanni Portogallo mentre Giuseppe Cannavò, fuggito dal teatro della sparatoria, morì qualche giorno dopo in ospedale. Sul banco degli imputati c’è Claudio Costantino, diversi precedenti per droga, reo confesso che invoca la legittima difesa. Ma l’Accusa non gli crede ed ha chiesto l’ergastolo. Cosa deciderà la Corte d’Assise presieduta da Massimiliano Micali (a latere Alessia Smedile)? Il verdetto arriverà tra qualche ora.
Il processo
Il processo si è aperto all’inizio del 2023 ed è stato caratterizzato dallo scontro tra Accusa, rappresentata dai PM Marco Accolla e Roberto Conte, e la difesa affidata agli avvocati Carlo Taormina e Filippo Pagano. Scontro incentrato soprattutto sulle prove scientifiche raccolte sulla scena del crimine, ovvero l’interno e l’esterno della villetta di Claudio Costantino dove, quella seconda notte del 2022, si è aperta una tremenda sparatoria.
Lo scontro sulle prove: fu legittima difesa o omicidio premeditato?
Il punto era infatti stabilire, analizzando le tracce degli spari e del sangue, se si tratta di un omicidio premeditato, come sostiene l’Accusa, o se invece di legittima difesa, come ha sostenuto Costantino. L’uomo racconta infatti di aver aperto il fuoco per difendersi da un agguato teso dalle due vittime, che avrebbero fatto irruzione in casa sua armati. Proprio durante il processo però è emersa una testimonianza chiave, di una parente delle vittime, che racconta di aver sentito i due, il giorno prima della sparatoria, accordarsi per un rinvio dell’appuntamento che avevano concordato con Costantino. Il killer insomma li attendeva.
L’Accusa vuole il carcere a vita, i difensori chiedono l’assoluzione
Ed è per questo, insieme alle altre prove raccolte sulla scena del crimine, che i pubblici ministeri che hanno coordinato le indagini vogliono che Costantino venga condannato al carcere a vita, per l’accusa di omicidio premeditato. Nessuno sconto per legittima difesa, quindi, per l’Accusa deve essere ergastolo.
Gli avvocati Pagano e Taormina invocano invece la legittima difesa. Nella lunga discussione finale l’avvocato Pagano, affiancato in video collegamento dal professor Taormina, ha ripercorso indagini e processo, contestando diversi punti delle conclusioni della Procura. Per i legali non c’è stata alcuna premeditazione, e le prove raccolte confermano l’irruzione di Portogallo e Cannavò armati a casa di Costantino. Anzi, ad essere premeditata secondo i difensori fu proprio quell’irruzione.
L’affondo delle parti civili: le prove parlano chiaro
Nessuna legittima difesa anche per le parti civili, rappresentate dalle avvocate Cinzia Panebianco e Angela Martelli. In una lunga discussione che si è basata soprattutto sugli elementi tecnici del dibattimento, l’avvocata Panebianco ha parlato di uno “scoordinato tentativo” delle difese di contestare le prove raccolte per invocare la legittima difesa. Per la legale sono schiaccianti i risultati delle autopsie, delle tracce degli spari che arrivano da dentro l’abitazione all’esterno, gli altri esami che fanno comprendere che Portogallo non è mai entrato in casa di Costantino.
L’avvocata Martelli ha sottolineato le incongruenze che emergerebbero dalla versione di Costantino, che non coincidono con i tempi dettati dalla ricostruzione effettuata, in particolare con quei 32 secondi chiave: da quando le telecamere inquadrano lo scooter delle vittime passare, il corpo di Cannavò è a terra moribondo.