Il 29 luglio, per la rassegna “Cortile – Teatro Festival”, presso il suggestivo Palazzo Calapaj-D’Alcontres, è andata in scena un’opera densa, intrigante per la tematica, con una ottima resa anche in termini di coinvolgimento del pubblico accorso in massa. Roberto Zorn Bonaventura, coadiuvato dal Suo staff, ha dunque proseguito nella messa a punto di spettacoli di primordine, da valente direttore artistico.
Di particolare forza espressiva la piece in trattazione, della compagnia Frosini – Timpano, imperniata sulla ancor controversa figura del Duce, reca un sottotitolo significante “autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito” e vede in scena, in veste attoriale, il romano Daniele Timpano, per la prima volta nei nostri teatri, che ha confessato radici messinesi per parte paterna. In realtà nello spettacolo Timpano ha assunto il ruolo di artista a tutto tondo: si è altresì messo in gioco infatti nelle qualità di drammaturgo e regista, sempre con valente perizia.
Gli elementi scenici, volutamente assai scarni – una valigia-baule che, come la storia racconta, dovrebbe contenere le spoglie mortali di Mussolini – hanno consentito di dirottare l’attenzione degli spettatori sul protagonista, che racconta in forma autobiografica le proprie pazzesche vicende, anzi quelle del suo corpo, dall‘ aprile‘45, quando fu esposto a Piazzale Loreto, alla sepoltura cimiteriale nella tomba familiare di San Cassiano di Predappio, solo nel ‘57…. un dopo – morte rocambolesco, ove la fantasia ha giocato una parte essenziale, non sussistendo ad oggi dati certi sui fatti realmente intercorsi al cadavere nel periodo sopra riferito.
E così, il Duce rende la Sua testimonianza, arricchendone l’esposizione con materiale variegato, che abbraccia il periodo dal massimo consenso ai giorni del dubbio e poi della demonizzazione, fino a quelli della nostalgia, e il tutto è condito da frequenti citazioni ,pro o contro Mussolini ,riprese dagli organi di stampa, e riferite a illustri personaggi ,quali, e solo a titolo esemplificativo ,Indro Montanelli e Tommaso Marinetti. L’assenza totale di qualsivoglia stacco musicale, di certo così concepita, in uno al ritmo costantemente sincopato, difficile da reggere, ma sicuramente anch’esso voluto, hanno generato qualche inevitabile momento di caduta dell’attenzione, assolutamente compensato da ogni altro positivo fattore.
Un plauso convinto, come gli applausi dell’uditorio, che hanno scandito i momenti di maggiore resa della piece. Come le precedenti opere teatrali, anche questa ha potuto godere del connubio, ormai consolidato, con l’esercizio commerciale di ristorazione “A Cucchiara”, che ha predisposto, rispettivamente in apertura e chiusura di serata, un’apericena e una cena, entrambi a buffet, di notevole impatto.
Il cartellone, davvero diversificato, prevede in conclusione la rappresentazione del 5 agosto, “Uomo maturo”, che metterà per quest’anno il sigillo su una rassegna che costituisce per la nostra città un valore aggiunto.